Classifica X Factor 10: i nostri preferiti, in ordine6 min read
Reading Time: 5 minutesDopo 3 gironi di Audizioni e 2 di Bootcamp, gli Home Visit ci rivelano i nomi dei 12 concorrenti che accedono al primo Live di X Factor il prossimo Giovedì, e che, fino alla finale del 15 Dicembre, si contenderanno il titolo di vincitore.
Siamo a un passo dai Live ma questo passo si rivela tortuoso e pericoloso come non mai. Qualcuno, infatti, inciampa rovinosamente: è il caso dei Jarvis. Siamo a Barcellona e Alvaro Soler, consigliato da un Max Gazzè bonaccione, sceglie i tre gruppi che formeranno la sua squadra: Les Enfants, Daiana Lou e Jarvis. Questi ultimi sono un gruppo di quattro ragazzini rockettari del milanese con un frontman fastidiosamente biondo. Non hanno mai suscitato particolare entusiasmo nei giudici o nel pubblico (nessuna clamorosa standing ovation, per dire), di certo non hanno suscitato il mio: ma ad X-Factor le band non hanno mai avuto molta fortuna, quando invece in Italia vanno ingiustificatamente a bomba i Dear Jack o i The Kolors. E i Jarvis sarebbero potuti essere il giusto competitor. Per cui non mi ha stupito che Alvaro, da solo o magari fortemente consigliato dagli autori, li avesse scelti. Né, tanto meno, mi ha stupito il fatto che potrebbe esserci qualcuno dietro alla scelte dei giudici: fossero tutti come Arisa, tra i 12 concorrenti ci sarei stata pure io, famosa per le incredibili stonature.
Succede che i Jarvis rinunciano al tanto agognato posto, rifiutando il contratto della Sony da ipotetici vincitori (contratto che è ugualmente sottoposto a tutti quelli che passano per il programma). Casino, delirio, valanghe di haters per Sky e per tutto il programma che quasi sembra avesse costretto a suon di minacce i Jarvis ad iscriversi ai casting, impegnarsi per provare ad entrare a X-Factor per poi accoltellarli alle spalle con un contratto di una caterva di soldini ma troppo vincolante e coercitivo per le esigenze musicali di ragazzi troppo giovani.
E dai però. Per carità: i Jarvis saranno pure bravi, ma non di certo insostituibili o, che so, la miglior band attualmente esistente al mondo. E, sinceramente, non sarà la loro presenza a dare senso al programma o alla mia posizione di spettatrice del giovedì. Avranno creduto di poter sfondare con contratti meno limitativi e gli auguro di riuscirci. Ma se io fossi un musicista ed avessi la possibilità di fare un contratto con la Sony me la giocherei, non vi rinuncerei. Da X-Factor ci sono passati in tantissimi, anche artisti vissuti che sanno come va il mondo. E i Jarvis, forse, non lo sanno come va il mondo. Oppure sono molto furbi.
Quindi mettiamoci l’anima in pace, che X-Factor va avanti anche senza Jarvis ed entriamo nel vivo-vivissimo: li abbiamo ascoltati, li abbiamo studiati dietro le telecamere, li abbiamo visti ridere, scherzare, inneggiare a clamorose sbornie post provini e li abbiamo, soprattutto, visti piangere. Adesso è il momento di sbilanciarsi: classifichiamo i 12 concorrenti nel mio personalissimo ordine di preferenza (vi ricordo come è andata l’anno scorso: i primi due della classifica sono stati i finalisti…)