Amministrative 2016: ride bene chi ride il 19 giugno4 min read

7 Giugno 2016 Politica Politica interna -

Amministrative 2016: ride bene chi ride il 19 giugno4 min read

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amministrative 2016
Un sistema tripolare. Il primo dato politico di queste amministrative è che si è stabilizzato in Italia un sistema tripolare. Se escludiamo Cagliari, con l’ottimo risultato del centrosinistra unito, nelle grandi città ognuna delle tre forze in campo (PD, centrodestra e M5S) arriva a giocarsi risultati importanti al secondo turno. Il PD a Roma, Torino, Bologna e Milano, il centrodestra a Milano, Napoli e Bologna, i 5 stelle a Torino e Roma. Ma vediamoli uno per uno.

Il PD al ballottaggio

Il PD, visti anche gli exit poll e le proiezioni che giravano in nottata può tirare un sospiro di sollievo, almeno fino al 19 giugno. Ha comunque tutto da perdere a Bologna e Torino, giocherà una partita difficile e apertissima a Milano e dovrà provare a fare il miracolo a Roma. A complicare il tutto la grande capacità di recupero dei 5 stelle al ballottaggio. Nel 2012, a Parma a separare Pizzarotti da Bernazzoli dopo il primo turno c’erano 17 punti abbondanti contro gli 11 scarsi di Fassino e Appendino oggi.

•Vince se: conquista Milano, Bologna e Torino (stravince se incorona Giachetti sindaco della capitale).
•Pareggia se: prende Bologna e Torino, perde Roma e perde, con onore, a Milano.
•Perde (male) se: perde Roma, Milano e una fra Torino e Bologna.

Il Centrodestra al ballottaggio

Il vero miracolo compiuto da PD e 5 stelle a queste elezioni è la resurrezione del centrodestra. La buona notizia, per la terna Salvini, Berlusconi, Meloni, è che sono ufficialmente diventati il terzo fuoco di un sistema tripolare, cosa che con l’Italicum potrebbe garantire loro di andare al ballottaggio alle politiche e quindi di governare. La cattiva è che non possono permettersi di lasciare a casa nessuno, né il 13% di Fratelli d’Italia a Roma, né il 10% della Lega a Bologna e tanto meno il 20% di Forza Italia a Milano. Impossibile, al momento, scaricare l’area moderata per giocare la carta Le Pen all’italiana. Per quanto l’esperimento della destra sovranista, identitaria e “sociale” di Lega e Fratelli d’Italia abbia avuto buoni risultati, due su tre dei candidati di centrodestra al ballottaggio nelle grandi città (nelle più grandi per altro) hanno poco sia di identitario che di sovranista (e non parliamo del sociale).

•Vince se: conquista Milano e recupera Bologna (con l’effetto Guazzaloca 2 in salsa leghista). Stravince se riesce a strappare Napoli a De Magistris, ma questa sembra una missione per Tom Cruise più che per Gianni Lettieri.
•Pareggia (bene) se: prende Milano.
•Perde se: rimane a bocca asciutta.

Il Movimento 5 stelle al ballottaggio

Il Movimento 5 stelle raggiunge due risultati storici a Roma e a Torino, in qualche modo previsti dai sondaggi anche se non in queste dimensioni. Non sfonda, pur piazzandosi bene, a Milano e a Napoli (dove soffre la presenza di De Magistris). A Bologna sfiora il ballottaggio. Il 19 giugno, quando non conterà l’effetto trascinamento delle liste (basti pensare la pletora di candidati legati a Giachetti fra aspiranti al Campidoglio e ai Municipi) potrebbe fare l’exploit.

•Vince se: conquista Roma e manda a casa Fassino.
•Pareggia se: conferma Roma e perde Torino.
•Perde se: perde in entrambe le città.

Sinistra sinistrata. Resta al palo, tolta qualche prestazione discreta come quella di Martelloni a Bologna, la sinistra-sinistra almeno quando assume le sembianze della mera rappresentanza, quando strizza l’occhio ai nostalgici dei Ds, quando tenta il riciclo della nomenclatura parlamentare.

Gli arancioni. Più fortuna sembrano invece avere quelle esperienze che, situandosi all’interno o all’esterno del Partito Democratico, restano però indipendenti o a volte addirittura antagoniste al renzismo. I due estremi di questo fenomeno, Zedda e De Magistris hanno raggiunto risultati importanti, come già Emiliano l’anno scorso. L’anno prossimo potrebbe toccare a Orlando e Bianco confermare il trend. Forse, nonostante la defezione di Pisapia e il disastro Marino, bisognerebbe ripartire ancora una volta, dopo la stagione dei sindaci nei Novanta e quella degli “arancioni” cinque anni fa, da qui.

Queste amministrative dovrebbero però far scattare un campanello d’allarme dalle parti del Nazareno in vista del Referendum Costituzionale, in un sistema con tre forze che più o meno si equivalgono, parafrasando un giovane Accorsi, tiù poli is megl che uan. I ballottaggi potrebbero inoltre consegnarci informazioni importanti sui movimenti degli elettori “perdenti”, ovvero su quale candidato e in quali dimensioni saranno convogliati i voti del centrodestra a Roma o a Torino, o dei 5 stelle a Milano e a Bologna. Se gli elettori dei 5 stelle e della destra dovessero fare fronte comune in funzione antirenziana, l’Italicum potrebbe trasformarsi nel più grande autogol che la storia politica repubblicana ricordi.

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Quest'anno ho fatto il blogger, il copywriter, il cameriere, l'indoratore, il web designer, il dottorando in storia, il carpentiere, il bibliotecario. L'anno prossimo vorrei fare l'astronauta, il rapinatore, il cardiochirurgo, l'apicoltore, il ballerino e il giocatore di poker prof.
1 Commenti
  1. beachild

    Bellissimo articolo, molto chiarificatore.

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