I 10 stati che non sopporto su Facebook3 min read

29 Gennaio 2014 Uncategorized -

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Sociologo

I 10 stati che non sopporto su Facebook3 min read

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10 stati che non sopporto su facebook

Ho avvicinato il mondo di Facebook con un misto di sospetto e curiosità. Piano piano ho imparato ad apprezzarlo, e ora lo uso spesso e volentieri.

Ho capito tuttavia che è un luogo dove le persone tendono ad apparire come dei/delle ganzi/e tutti intenti a fare delle figate assolute.

Stando a Facebook, debolezze e sofferenze non esistono, se non nell’ottica di far vedere quanto si è forti o teneri nell’affrontarle.

Naturalmente sto banalizzando. E proseguo ostinatamente sulla dorata strada della banalizzazione, sottoponendovi 10 stati che non sopporto su Facebook, stati che vedo essere molto diffusi e che continuano a causarmi reazioni di grande perplessità.

10. London

(Liberamente sostituibile con “Berlin”, “Barcelona”, “Napoli” ecc.).

Perché devi dirmi dove sei se non hai niente da dirmi?

9. Qui sole e 30 gradi!

(Solitamente in risposta ad una foto scattata a London con la scritta “Pioggia, -2°).

Perché devi dirmi quanto caldo/freddo fa? Non ne abbiamo abbastanza dei discorsi sul tempo in ascensore?

8. Il logo del MoVimento 5 Stelle come immagine del profilo

Perché? Perché annullare così la propria identità?

7. È nato Julien

Evvai! Sono sinceramente contento, commosso, partecipe (in base all’intensità dell’amicizia che mi lega ad almeno uno dei genitori di Julien). Ma non serve che io segua l’evoluzione di Julien ora dopo ora.

6. Valeria ha cambiato la sua immagine di profilo

Valeria, perché lo fai? Per ricevere 723 like e 420 commenti di persone incantate (vedi numero 5)?

5. Abbona!

(Solitamente in risposta al numero 6, e assolutamente indipendente dalla bellezza della foto stessa).

Perché scrivi “abbona” (o la sua variante “che figa”) a prescindere? Perché pensi che se la persona non raggiungerà almeno quota 723 like si chiuderà in camera per un mese? O perché magari così facendo ti guadagni un like assicurato quando cambierai la tua, di immagine di profilo?

4. Kikko Superpiù ha pubblicato un nuovo album: “Sabato sera al Mommomò”.

Kikko, perché lo fai? Per far vedere ke fiko ke 6 a passare il sabato sera al Mommommò? Per far vedere che sai tenere in mano un cuba libre? Che sei pronto per Maria De Filippi?

3. Mara ha pubblicato un nuovo album “Compleanno di Ciccio”.

Ora, Ciccio era in classe con me alle elementari. Mi stava pure antipatico, ma ormai un’amicizia su Facebook non si nega a nessuno. In realtà di Ciccio non me ne frega niente. Comunque va bene, mi fa anche piacere che abbia compiuto gli anni. Ma 658 foto erano necessarie?

2. Sigfrido ti ha invitato a un evento: “La calzamaglia prima di Robin Hood: storia e mitologia di un capo sottovalutato”.

Ora, Sigfrido, a parte che non so se ti ricordi ma in terza elementare mi avevi chiuso in una cantina buia per 6 giorni nutrendomi di ali di piccione (crude) e io avevo pianto per 4 mesi consecutivi, ecco, Sigfrido, a parte quello io non credo di dover aggiungere altro.

1. #bckup #gjocker #smpcnte #tvtb #jlnssng #roberto #aquagym #brunetta #tngfmglia #kkytjnmr #silsondfur #ppfrancisco #buonanotte #cmmlla #vday #piselliverdi.

Ok. Mi arrendo. Forse sono io che non possiedo il codice.

p.s: i nomi e i fatti citati nei 10 stati che non sopporto su Facebook sono completamente inventati.

Immagine | Cristoph Aigner

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Sociologo, lavora come progettista e project manager per Sineglossa. Per Le Nius è responsabile editoriale, autore e formatore. Crede nell'amore e ha una vera passione per i treni. fabio@lenius.it
14 Commenti
  1. Pietro

    Ma che articolo è???

  2. Pietro

    Ma che razza di articolo è?

  3. Stefania Cardinale

    mm a giudicare dai tuoi commenti mi chiedo a che pro ti sei unito a face-book. Curiosità sociologica? per poter scrivere di coloro che aggiornano il loro stato con gli umori personali e o fatti personali? Tutti bravi ad essere critici e fare i "radical chic" ;-) ma non tutti sanno o seguono le vicissitudini delle rivoluzioni in Colombia e di certo non sarebbe neanche giusto fosse "solo" così. Molti usano facebook in maniera semplice, più semplice di quello che si crede, e certo, anche come una vetrina. E per qualcuno raccontare della nascita del proprio figlio è un evento importante ed essendo facebook una vetrina di appartenenza in una società molto individualista sembra molto importante che le persone abbiano anche questa modalità espressiva. Uno studio del 2012 della università di Boston (Why do people use facebook?) cita proprio la necessità di appartenenza come prima motivazione del registrarsi su questo social, e forse su molti altri del genere. Le regole di facebook poi non sono proprio quelle della vita reale secondo me... io credo siano un po' quelle di una dimensione parallela, più creativa, quindi se Sigrfido desidera invitarti per motivazioni anche solo commerciali (promuovere il suo evento) e ha trovato il modo di contattarti perché tu gli ha "dato l'amicizia" non fa altro che bene. Infatti, sei tu che scrivi di stati che ti urtano e non Sigfrido. Lui continua ad aggiornare i suoi status con grandi sorrisoni.

    • Fabio Colombo

      Stefania, generalmente tendo a scrivere di cose che sperimento in prima persona o di cui ho informazioni attendibili, con un punto di vista critico, ironico (in questo caso), e chiaramente soggettivo. Ognuno poi è libero di proporre i contenuti che crede nella maniera che crede, è ovvio che sono io a decidere se stare al gioco o meno. Ma non credo che questo impedisca di proporre delle letture critiche, tanto più se, come in questo caso, con l'intento di sdrammatizzare e con un'operazione necessariamente "banalizzante" (come peraltro dichiarato all'inizio).

  4. Cinzia Ruggiero

    Io voglio troppo andare al Mommomò!

  5. Chiara

    come ogni cosa che entra fortemente a far parte della quotidianità di molte persone, facebook offre possibilità comunicative multiformi e anche crea una serie di paranoie e atteggiamenti compulsavi. ho riscontrato che certe chat han sostituito con successo il lettino delle psicanalista, ma ho anche letto di recente che nascono nuove sindromi, tipo quella dell’ossessione del controllo degli aggiornamenti degli altri anche prima di colazione, o tipo la depressione da facebook, derivante dal paragonare la propria vita a quella, che sembra molto più figa, dei propri contatti social. l’erba del vicino sembra sempre la più verde, soprattutto se la foto dell’erba che ti posta è stata modificata con un filtro che la fa sembrare tre volte più brillante, ma tutti fan finta che non sia così, altrimenti crollerebbe anche la loro autorappresentazione, che è un gioco. però poi molti (in una certa misura tutti) dimenticano i confini tra illusione e realtà, che diventano sempre più labili per un banale problema di confusione, che però fa comodo un po’ a tutti. così facebook diventa una dichiarazione pubblica, non quello che sei ma come vuoi apparire, cioè diventa un abito, ma che ti scappa sempre un po’ di mano, come quando non si è sempre del tutto lucidi anche al volante di un’auto per via dell’abitudine. la bacheca è l’equivalente di due chiacchiere in piazza o al bar, non solo con amici intimi, quindi prevede uno scambio di tipici convenevoli sociali. è sì anche vetrina: c’è chi ci si procaccia clientela. ma c’è anche chi lo usa come un contenitore tipo cestino dell’immondizia, come sfogatoio di tutto quello che ha sul piloro, addirittura come luogo dell’inconscio, dove lasciare tracce della propria identità, come in un diario adolescenziale. molti post poi sottintendono inconsapevolmente delle preghiere, delle richieste di aiuto, di attenzione, tipiche del filone lamentoso, ma anche subdolamente criptico, per vedere se l’interessato nota o no (e varie perversioni mentali). alcuni post mirano a sollecitare l’invidia altrui: “io sono in un posto figo, qui c’è il sole e da te no-o”, modello bambino dell’asilo. altri son scritti dalla persona per autoconvincersi di quante cose fa e di quanto è brava (i figli sono spesso inclusi nelle cose da fare), sono post auto-motivanti. il motto è: io esprimo dei gusti, faccio cose, vedo gente, quindi sono. i like sono come gli zuccherini. sei un po’ giù? metti una cosa che prevedi già che piacerà ai tuoi contatti e ti tirerai un po’ su! una delle massime ipocrisie di facebook, che rivelano questo scopo, è che infatti non esiste il tasto “non mi piace”, non è previsto, il che è irrealistico. ma questa è solo una delle regole non scritte. un’altra è che se ti fai coinvolgere nei commenti, da cui emerge qualcosa che sembra una discussione-dibattito, devi sempre ricordarti che non va preso troppo sul serio a causa del bon ton: non puoi andare avanti all’infinito in una sede così e se rispondi ad altri cose a cui non sono in grado di replicare sei un maleducato che rovina tutto. tu, illuso, credi sinceramente di star facendo un dibattito che serve a tutti, in realtà hai perso cognizione che stavi facendo insieme ad altri del teatro, e che quello era il fine primario (non l’argomento di cui si sta parlando!), mica puoi far sfigurare gli altri attori dello show senza averlo concordato prima. per gli approfondimenti esistono i messaggi privati o le chat. esistono dei sistemi per controllare di chi vedi cosa, tipo le liste dei conoscenti ecc ma non tutti li usano. quello che a me inquieta di più è vedere che i più postano SEMPRE lo stesso tipo di commenti, sempre con lo stesso stile, sempre prevedibilmente su quei due argomenti (spesso anche solo uno!!!), come se la banalità e la prevedibilità fossero una moneta preziosa da esibire per essere inquadrati e accettati. ma concedere un’apertura al mondo, vuole anche dire aprirsi alla tolleranza e al bisogno di rassicurazione degli esseri umani. per cui accettare che non tutti aspirino a essere speciali o del tutto se stessi: molti desiderano semplicemente essere riconoscibili, per appartenere a.

  6. Chiara

    PS: Mi scuso per la lunghezza del commento poco leggibile sopra, scritto un po' di getto, ma devo aggiungere una precisazione. Mi son divertita tantissimo a leggere le simpatiche irritazioni di Fabio, in cui in parte mi riconosco. Nel mio caso, parlo di me, è ovvio che sono troppo orgogliosa per ammettere serenamente di aver bisogno di rassicurazione anch'io, come tutti, cioè ammetterlo mi dà alquanto fastidio, quindi mi nascondo dietro all'ironia, ma quello che davvero mi salva è l'auto-ironia. Naturalmente i miei post, a seconda del momento, rientrano in tutte le categorie che ho criticato, e anche in altre, ed è proprio questo che mi convince: la varietà. Perché il modo più efficace di utilizzare uno strumento così, per me, più che auto-rappresentarsi, è cercare davvero di esprimersi, con naturalezza, e non ci si esprime solo vomitando un solo tipo di cosa in un modo solo, perché questa omogeneità non esiste in natura. Invece la varietà è naturale, permette di uscire dalla bidimensionalità dello schermo, dalla posa, almeno un po'. Magari permette di parlare a persone anche molto diverse tra loro invece che sempre e solo ai soliti e miracolosamente da cosa nasce cosa. Mi piacciono certi imprevedibili cortocircuiti di variabili impazzite che si creano a volte su facebook, per cui preferisco sporcarmi un po' le mani, rischiare un po', perfino di diventare più umile e tollerante, pur di goderne.

  7. Vanessa Figliomeni

    Io ho trovato geniale e divertente il post di Fabio. Innanzitutto, chiarisce fin da subito che si tratta di una "sdrammatizzazione" ed è più che chiaro il tono ironico che caratterizza il pezzo. E poi anche io mi sono avvicinata a facebook con curiosità e trovo che possa essere un ottimo strumento di condivisione di stimoli, argomenti, interessi... che magari in altri modi non ti sarebbero arrivati. O avresti dovuto cercarli, invece così li hai a portata di mano. Ma comunicare la temperatura di una città, la nascita del figlio o soprattutto dire "ti amo" al proprio partner... non hanno proprio niente da esprimere poveri loro.

  8. Luca Bertieri

    Anche io sono abbastanza sulle line di Fabio. Credo ci fosse ironia tra le righe ed effettivamente alcuni status aprono voragini di sconforto e fastidio.

  9. Carlo

    Grandi verità......c e tutta l essenza di facebook....sono qua sono la in gita a cena...con questo e con quello.....io metto foto.....e magari ci scrivo qualcosa.

  10. Stefano

    non riesco a trovare dove avevo già letto un elenco praticamente uguale, dev'essere stato su l'Oltreuomo, Wired o giù di li comunque..

  11. Alberto

    E' uno degli articoli più stupidi di sempre. Facebook è un social network dove si condivide la propria vita, ed ognuno è libero di fare ciò che vuole. Tra l'altro ricopiatissimo da L'Oltreuomo, quello però, era scritto decisamente meglio.

    • Fabio Colombo

      Ricopiare non è certo pratica che ci appartiene, e questo post è assolutamente originale. Che poi in tanti scrivano di Facebook anche con modalità simili non è certo una novità. Detto questo poi ovviamente ognuno è liberissimo di apprezzare o meno.

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