Tra il Vicenza e i veri problemi del calcio2 min read

21 Maggio 2015 Uncategorized -

Tra il Vicenza e i veri problemi del calcio2 min read

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problemi del calcio
@lanotizia

Ci piacerebbe poter parlare di calcio. Di come il “cinghialone” Petagna si è guadagnato il rigore, di 4-3-3 e 4-4-2, di un Vicenza che è ancora al terzo posto, fondamentale per la griglia playoff e da confermare vincendo al Menti con il Frosinone, ma questa volta è dura. Ci piacerebbe ma proprio non possiamo, anche se sarebbe bello concentrarsi sulla passione, sulla gioia, su tutti i modi in cui qui si continua a sognare la risalita, non mollando mai, nemmeno un centimetro, perché ora comincia un altro campionato e bisogna sempre stare “sul pezzo”…

Il problema è che questa settimana ne sono venute fuori troppe per stare zitti. Lo siamo stati, in parte, di fronte alla retorica nauseante di questi mesi, che attribuiva ai cosidetti “ultras” tutti i problemi del calcio professionistico, marcio fino al midollo. Tifosi – tutti, senza distinzioni – dipinti dall’immaginario mediatico come “il male assoluto” , come un esercito di deliquenti repressi pronti a mettere a ferro e fuoco qualunque cosa. Siamo stati zitti quando la generalizzazione regnava sovrana ma ora basta, perché dopo l’ennesimo scandalo calcioscommesse, oltre al prossimo che arriverà, statene certi – a Cremona Ilievski sta spifferando tutto – i sassolini da levarsi cominciano a essere fin troppi.

Perchè hai voglia a prendere le cose con ironia e leggerezza quando assisti a uno sport, il calcio, che da anni è fatto di classifiche cambiate a campionato in corso e alla fine, con penalizzazioni date e tolte, con squadre che falliscono, con soldi riciclati. Un calcio fatto di arbitri con gli “occhi da bambola”, di dirigenti federali che straparlano – e magari pure insultano – e di intercettazioni che svelano quanta “mafia” ci sia, e di come sia possibile manipolare quei 90 minuti di partita che dovrebbero essere l’unica cosa che conta. Quelli che noi, stupidi romantici, vorremmo fossero puliti e onesti.

Non lo puoi fare, ancora di più perché tanto sappiamo che la propaganda tornerà a tutti i livelli, una volta passate le fasi dell’apparente disgusto e della presunta pulizia. Torneranno il “modello inglese”, i proclami dei (primi) ministri incompetenti, le arringhe dei ct della nazionale (freschi di rinvio a giudizio per frode sportiva) in tv a farsi “assolvere in diretta”, i libri “fuffa” di presunti giornalisti, e i reclami di presidenti che si assegnano scudetti inventati. Insomma, tutto il repertorio di gentaglia che dovrebbe essere radiata ma che sta ancora lì a fare danni.

I nomi li sanno tutti, e non stanno scritti sulle tessere del tifoso, non prendiamoci in giro. Ma è evidente che è molto più comodo lasciare tutto così, con i veri problemi ancora irrisolti, e concentrarsi nello sbattere fuori dagli stadi persone che, molte volte, non hanno alcuna colpa. E che avrebbero solo voglia di parlare di calcio, vero, e in questo caso del Lane. Lasciatecelo fare, magari.

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Collettivo della curva sud del Romeo Menti, teatro delle imprese del Lanerossi Vicenza. Qui saremo la sirena d’allarme per un calcio moderno alla deriva: in trasferta ci portiamo il cabernet, non la tessera. Allo stadio andiamo con la sciarpa biancorossa, non i bastoni. Potrà cambiare il clima ed il cielo, mai la nostra bandiera, biancorossa per sempre.
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