Vicenza-Bari: non fateci perdere la pazienza3 min read

16 Settembre 2015 Uncategorized -

Vicenza-Bari: non fateci perdere la pazienza3 min read

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Di Vicenza-Bari ci piacerebbe poter parlare della partita, se solo fossimo riusciti a vederla tutta. I presupposti c’erano, con addirittura la novità delle reti rimosse tra la Sud e il Campo, e un Menti rinnovato con tante di presentazione, brandizazzione, “quantosiamobelliebravi” e così via. Il problema è che in cotanto sforzo autocelebrativo qualche genio si è scordato una cosa basilare, che fa passare in secondo piano tutto quanto, qualcosa che si può ‘sintetizzare’ in “Non mi devi fare perdere tempo perchè devo guardare la partita, se no mi innervosisco e ho tutte le ragioni per farlo”.

Spieghiamo meglio il concetto. Il primo punto è la tessera del tifoso, già digerita a fatica negli anni scorsi, e da quest’anno inglesizzata renzianamente in communityprogram, che non si capisce il motivo ma fa tanto figo, un po’ come liason officer.. Pure la tessera, come la partita, non l’abbiamo vista tutta, perchè l’originale non è ancora arrivata: abbiamo solo un fac-simile, che a leggerlo in inglese sarebbe un fuck-simile. ma questo lo traduca chi organizza la biglietteria… Ecco, dopo tutte l’estate passata a sistemare questa cosa, pare brutto far funzionare la lettura dei codici ai tornelli? Senza far perdere “le ore” a migliaia di persone in coda?

Secondo punto: c’è un momento, in ogni partita, che si attende pazientemente, aspettando l’istante migliore – qualcuno a terra, l’arbitro in bambola, una sostituzione – per prendere l’iniziativa e pronunciare quelle parole che danno il via a una missione da compiere il più rapidamente possibile: “Birra, ora”. Non immaginavamo che diventasse una mission impossible… da quest’anno infatti è stato rivoluzionato il servizio al bar – ah no, scusate, il catering, all’inglese – affidandosi ad una nuova società, che ha pensato bene di piazzare solo quattro spine da birra, oltre ad averne di alternativa di calda in lattina. In questo caso basterebbe del buon senso. A chi verrebbe in mente di gestire un locale di 4000 persone con un equipment del genere e una sola cassa? Si sono fermate code che nemmeno alla Poste nelle giornate di sciopero, oltre al nervosismo comprensibile di chi si è perso mezza partita per prendere da bere, anche solo dell’acqua.

Non è un capriccio, è la realtà. Se l’inno – quello vero, non quello nuovo – dice che “siamo dei gran bevitori”, ci sarà un motivo, no? Fateci contenti…. E un consiglio, oltre a sistemare queste faccende prima della partita di sabato con il Como… Il modo per farsi perdonare ci sarebbe: trovare un sistema per fare entrare, in occasione di Vicenza-Pescara, tutti i tifosi ospiti in qualunque settore, anche in Curva Sud. Abbiamo fatto lo stadio bello? Bene, ora riempiamolo come merita. We would like it ..così forse lo capiscono.

Infine qualcosa da sistemare c’è anche in campo, anche se è difficile rimproverare qualcosa alla squadra. È vero, l’attacco è leggerino, Pozzi prima o poi lo colpiranno i piccioni se non si muove, ma per valutare bene questa squadra bisognerà aspettare che tutti entrino in forma, e risolvere l’enigma di chi deve giocare al posto di Di Gennaro: Pazienza (ce ne vorrà molta), Modic (oggetto misterioso) o Urso (bravo con il Bari). Per ora ci teniamo il fatto che i baresi non hanno fatto un tiro in porta, chiudendosi in difesa a mantenere lo 0-0, ed esultando come se avessero vinto la Champions a fine partita. Ora sotto con il Como, il cammino verso la salvezza non si deve interrompere, abbiamo sete anche di vittorie.

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Collettivo della curva sud del Romeo Menti, teatro delle imprese del Lanerossi Vicenza. Qui saremo la sirena d’allarme per un calcio moderno alla deriva: in trasferta ci portiamo il cabernet, non la tessera. Allo stadio andiamo con la sciarpa biancorossa, non i bastoni. Potrà cambiare il clima ed il cielo, mai la nostra bandiera, biancorossa per sempre.
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