Uomini senza calcio2 min read

27 Dicembre 2013 Uncategorized -

Uomini senza calcio2 min read

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uomini senza calcio
@Jesi. L

Li vedi vagare per casa senza le scarpe né una meta precisa: ciondolano dalla sedia al divano, dal divano al letto. Nel tragitto sbadigliano. Hanno i capelli arruffati, un’aria annoiata e instaurano un rapporto bizzarro con il frigo. Spesso lo aprono e lo osservano a lungo, come a cercare delle risposte che l’elettrodomestico sembra di poter loro dare. Poi lo richiudono, a mani vuote. Sono gli uomini senza calcio, durante le festività natalizie. Destinati ad un declino rovinoso.

Fase I
Nei primi giorni di astinenza, l’uomo senza calcio si illude che una sana disintossicazione gli farà bene. In questa fase di ottimismo propositivo, egli progetta impegnative letture di romanzi russi e visioni non-stop dell’intera filmografia di Antonioni.

Fase II
Il declino arriva lento ma inesorabile negli immediati giorni successivi, dopo quattro pagine di Dostoevskij. La sintomatologia iniziale di norma prevede la visione di una puntata integrale di Geo&Geo o di qualsiasi altra pallosissima proposta tra la programmazione della tv generalista, mentre al contempo si immola in estenuanti duelli di Candy Crush Saga, che Ruzzle è francamente troppo impegnativo. Entrambe le attività diventano ai suoi occhi avvincenti argomenti di conversazione da condividere generalmente col partner.

Fase III
In un drammatico momento successivo, l’astinenza dal calcio si traduce in una narcolessia acuta: egli tende a crollare addormentato in tutte le zone della casa e negli orari più impensabili. Durante i rari momenti di veglia, segue con un certo trasporto su canali televisivi sconosciuti al telecomando stesso, alcuni sport che definirli di nicchia sarebbe riduttivo: l’ippica, la pallapugno, il volàno.

In contemporanea matura una tendenza ossessiva ad evocare con qualsiasi scusa l’argomento calcio: comunica a chiunque le speranze riposte nel calciomercato di Gennaio oppure ripropone vecchie polemiche arbitrali anche al proprio figlioletto di tre mesi appena compiuti.
È questo il momento in cui è possibile che vi interpelli direttamente chiedendovi se anche a voi non sembra assurdo che in Italia il Campionato sia interrotto proprio a Natale, quando cioè il tifoso medio ha più tempo per andare allo stadio e seguire i post-partita. Mentre la Premier League mica che si ferma.

Fase IV
La débâcle arriva con il crollo fisico: il tifoso in astinenza di calcio, prima o poi durante le festività natalizie, presenterà i sintomi dell’influenza, di un imbarazzo intestinale o di una emicrania acuta che condurrà il suo stato all’apice dell’abbruttimento. Chiedono attenzioni e cure come se si trovassero di fronte ad una morte imminente, che li coglierà ancora incapaci di rispondere alle grandi domande della vita: Chi sono io? Dove vado? Che senso ha una domenica senza il calcio?

Chissà. Fortunatamente gennaio arriva presto.

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I momenti più significativi della mia vita sono stati: quando, a dieci anni, ho interpretato Mary Poppins nel musical Mary Poppins e quando ho indovinato la definizione di integrale agli orali della maturità. Sono insegnante (non di matematica, of course) e ho una particolare predisposizione per i casi umani. Temo che le due cose siano collegate.
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