Gud, l’intervista: Tutti possono fare fumetti3 min read
Reading Time: 3 minutesCosa significa fare fumetti?
Come si costruisce una storia?
E che differenza c’è tra un fumetto e una canzone?
A questa e a tante altre domande è possibile trovare una risposta leggendo l’ultimo lavoro di Gud, al secolo Daniele Bonomo, che ha pubblicato un libro, un po’ saggio e un po’ manuale dal promettente e speranzoso titolo: Tutti possono fare fumetti.
Per LeNius.it gli abbiamo rivolto qualche domanda
Gud, di cosa tratta il tuo ultimo lavoro? è un saggio o un manuale di orientamento?
Mentre realizzavo le tavole di Tutti possono fare fumetti non pensavo alla formula del saggio e neanche a quella di un vero e proprio manuale. Piuttosto l’ho sempre immaginato come un viaggio a fumetti attraverso il fumetto, i suoi elementi e la sua storia.
Spiegare il fumetto attraverso il fumetto. Anni fa fece qualcosa di simile anche Scott McCloud con Capire il fumetto. Secondo me sono due lavori totalmente diversi, forse anche per pubblico di ricezione. Ti sei in qualche modo ispirato a lui?
Inevitabile che si faccia il confronto con il grandissimo lavoro di Scott McCloud, anche se ritengo che siano due approcci molto differenti alla stessa materia, soprattutto per il tipo di narrazione scelta. Il suo ha una completezza assoluta che si sviluppa nei tre libri, destinati ad un pubblico molto più focalizzato sul proprio voler diventare autore di fumetti.
I miei lettori spero saranno più trasversali e soprattutto più divertiti, e spero apprenderanno alcune nozioni base sul linguaggio a fumetti, senza uscirne troppo sfiancati.
Secondo te, sul serio, tutti possono fare fumetti?
Certo, lo penso veramente! Credo che il fumetto sia un mezzo di comunicazione universale che, allo stato attuale, viene troppo spesso confuso con il bel disegno o con le storie dedicate ai più piccoli o ai grandi con la sindrome di Peter Pan. Le potenzialità di questo strumento sono enormi, così come lo sono i pregiudizi nei suoi confronti.
A che target di riferimento pensavi mentre lavoravi a TPFF?
Come dice il titolo… proprio a Tutti. Ho cercato di realizzare un libro che potesse essere chiaro e leggibile per tutti i lettori potenziali di fumetti, anche per quelli che, più o meno segretamente, vorrebbero iniziare a raccontare con le immagini.
A proposito… spiegaci una volta per tutte cos’è lo spazio bianco tra due vignette. Che accade lì in mezzo?
In quello spazio bianco succede qualcosa di magico, è l’essenza stessa del fumetto, l’assenza di testo e disegno che rende complici autore e lettore. Quel salto da una vignetta all’altra, lascia spazio all’immaginazione del lettore e costringe l’autore a pensare che quel che sta facendo non è solo una faccenda privata. La closure, così si chiama quello spazio bianco, sancisce il primo vero bellissimo accordo tra chi scrive e disegna e chi invece legge e vive la storia.
Un mio vecchio pallino riguarda il fumetto come forma di linguaggio ancor prima che di intrattenimento. Ne parli anche tu, dicendo: Come la canzone, il romanzo, il film, anche il fumetto è un mezzo di comunicazione che si basa su un proprio linguaggio. Secondo te qual è lo scoglio mentale che occorre superare per consegnare al fumetto una dignità narrativa?
Esattamente quello che descrivo nel libro, cioè quello di riuscire a pensare al fumetto come un mezzo per esprimere le proprie idee, le proprie emozioni e la propria conoscenza, nè più nè meno di quello che si fa con la musica, i romanzi, il cinema o il teatro.
Tutti possono fare fumetti
GUD
Tunué – Editori dell’immaginario
144 pp
14,90 euro