Team F1 2015: emergenza iscritti4 min read

11 Febbraio 2015 Uncategorized -

Team F1 2015: emergenza iscritti4 min read

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Team F1 2015
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Tra poco più di un mese scatterà il mondiale di F1, con la consueta prima tappa del campionato in programma a Melbourne, in Australia. Guardando a questo 2015, la prima cosa che si nota è l’incredibile esiguità del parco iscritti, che al momento comprende solo 9 team per un totale di 18 vetture. Rispetto al 2014, infatti, non sono riuscite ad iscriversi Caterham e Marussia, entrambe costrette a piegarsi alle sempre maggiori difficoltà finanziarie patite nel corso dell’ultimo campionato, che hanno anche costretto i due team a saltare alcune gare nel finale di stagione. Ma anche tra le 9 scuderie rimaste nel giro la situazione non è del tutto rosea: Force India, Sauber e Lotus vivono dei grossi problemi finanziari, che mettono in forte dubbio la prosecuzione della loro avventura nel campionato. Ipotesi infausta, che creerebbe una emorragia di iscritti ancora peggiore per chi gestisce la F1. In questo quadro, l’ingresso previsto nel 2016 del team americano Haas, nonché il ritorno di Honda come fornitore di motori per la McLaren, sembrano essere due boccate d’ossigeno transitorie, che non depongono comunque a favore di un buono stato di salute del campionato. Come fare per risolvere questa situazione?

Team F1 2015: emergenza iscritti – Una possibile soluzione

Il primo passo sarebbe, innanzitutto, quello di dare una stabilità ed una chiarezza regolamentare alla F1. Cambiare continuamente le regole del gioco, anche all’interno di uno stesso campionato, non aiuta i team a risparmiare risorse economiche, oltre a costituire una sorta di deterrente per chi volesse tentare l’avventura nel circus. Premesso ciò, una soluzione alla quale ho pensato è quella di creare un sistema di team satelliti mutuato dal Motomondiale, in cui la struttura è gestita concretamente da un privato, il quale si avvale, come base da cui partire per condurre lo sviluppo a stagione in corso, di una vettura fornita da un altro team di riferimento. A corollario di questa idea, bisognerebbe ovviamente stabilire di che tipo di vettura si parla (ad esempio, se ci si riferisce al modello relativo all’anno precedente, oppure alla vettura utilizzata nella stagione corrente dallo stesso team fornitore, senza magari i medesimi aggiornamenti) e concordare un tetto massimo di prezzo, al fine di consentire ad un privato di acquistare la macchina messa a disposizione dalla “casa madre”.

Team F1 2015
Red Bull e Toro Rosso nel 2014 | @motorsport.com

La soluzione sopra proposta potrebbe avere un risvolto negativo: quello, cioè, di far assistere a sorpassi troppo “facili” da parte del team di riferimento nei confronti delle scuderie satelliti, come avvenuto in questi ultimi anni tra Red Bull e Toro Rosso. Ma, al contempo, potrebbe avere anche diversi aspetti positivi. Darebbe la possibilità ai privati di riaffacciarsi alla F1, potendolo fare con un mezzo decente e sul quale poter condurre un piano di sviluppo programmato in ottica futura, non limitandosi a navigare a vista. Certo, sarebbe sicuramente molto difficile ambire a lottare per la vittoria finale, perché sappiamo che mai quanto in quest’ultima epoca, avere un supporto da ufficiale fa la differenza per riuscire ad ottenere certi traguardi. Ma ciò non sarebbe comunque una cosa inusuale nella storia di questo sport: quante volte, infatti, almeno restando in tempi recenti, si sono visti più di 2-3 team con un potenziale tale da essere in grado di lottare per vincere un gran premio nell’arco di una stagione?

Un altro miglioramento che questo sistema potrebbe portare è quello relativo alla possibilità di ridurre il numero di piloti “paganti” nello schieramento: ovvia conseguenza, se consideriamo la sempre maggiore difficoltà di reperire risorse economiche per i team minori. Fenomeno che, però, ha riguardato in maniera sempre più diffusa anche scuderie annoverabili tra quelle di centro classifica, con il risultato di vedere decisamente impoverito il livello complessivo del parco partenti. Avviare una sinergia con un team di riferimento, con la volontà di quest’ultimo di piazzare un pilota giovane e di prospettiva nella scuderia “satellite”, al fine di fargli fare esperienza nel campionato, potrebbe contribuire a dare più spazio a piloti meritevoli e potenzialmente interessanti, in luogo di altri con la “valigetta” pesante ma non forniti di un particolare talento. Insomma, facendo una sommaria analisi, i pro di questa soluzione potrebbero essere molto più sostanziosi dei contro. Vedremo come si muoverà chi tira le fila della F1, con la speranza che si possa ovviare quanto prima ad una situazione onestamente triste e che non contribuisce a far avvicinare ed appassionare la gente a questo sport.

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Studente di giurisprudenza come "occupazione" ufficiale e appassionato di sport in generale, più come spettatore che come atleta, ahimè. Seguo con particolare interesse gli sport motoristici e da qualche anno a questa parte il motomondiale (ma pure la superbike), pur essendomi avvicinato ad essi con le 4 ruote e la F1.
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