Superbike 2014: promossi e bocciati3 min read

4 Novembre 2014 Uncategorized -

Superbike 2014: promossi e bocciati3 min read

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superbike 2014: promossi e bo

Con il round disputatosi in Qatar, che ha incoronato il francese dell’Aprilia Sylvain Guintoli come nuovo campione del mondo Superbike, si è concluso il mondiale della massima categoria delle derivate di serie. Come ogni fine stagione è giusto fare un bilancio relativamente a quanto si è visto in pista, in particolare facendo i nomi dei piloti che hanno sorpreso in positivo, menzionando per contro anche chi, invece, ha disputato una stagione al di sotto delle attese.

Superbike 2014: promossi

È quasi banale indicare lo stesso Guintoli, il neo-campione del mondo. Ma è giusto farlo, perché oggettivamente il francese ha sorpreso molto per la capacità di essere più veloce rispetto alla passata stagione, mantenendo al contempo quella continuità di rendimento che già gli apparteneva. Probabilmente non è stato il più veloce nel complesso dell’intera stagione, perché Sykes e Melandri hanno vinto più manche di lui. Però i mondiali si vincono innanzitutto con la costanza nei risultati e lui ha saputo farlo alla grandissima. Ed è bello che abbia ricevuto un “premio” del genere in una carriera da “gregario”: a 32 anni questo era probabilmente l’ultimo treno buono, e lui ha saputo coglierlo in pieno. Chapeau

.

Tra chi merita una promozione in questo 2014, mi sento indubbiamente di menzionare Jonathan Rea: anche quest’anno il nordirlandese è stato in grado di fare la differenza in sella ad una Honda complessivamente non all’altezza di Aprilia e Kawasaki, vincendo qualche corsa qua e là, conquistando diversi podi e commettendo un solo errore in gara, dimostrandosi quindi anche estremamente regolare. Finalmente, nel 2015 avrà la sua grande occasione di giocarsi il titolo con delle carte in “mano” più competitive: è stato infatti ufficializzato nel post-gara il suo passaggio in Kawasaki, come nuovo compagno di team di Sykes.

Nonostante abbia perso il mondiale sul filo di lana, dilapidando un vantaggio considerevole negli ultimi due round, mi sento di indicare tra i promossi anche il campione uscente, Tom Sykes: l’inglese della Kawasaki si è confermato come pilota in grado di correre ad alto livello, unendo velocità a costanza di rendimento. Ha pagato soprattutto il recupero di competitività di Aprilia nell’ultima parte di stagione, dove la moto italiana si è imposta come riferimento della categoria. A posteriori, anche i punti persi in gara-1 a Sepang, dove venne tirato giù in fase di partenza dall’odiato compagno di team, Baz, hanno inciso sull’esito del campionato.




Superbike 2014: bocciati

La prima menzione che mi sento di fare è Melandri: purtroppo l’italiano ha palesato i soliti limiti in termini di continuità di rendimento, che anche quest’anno gli è mancata, più di una velocità che ha tardato ad arrivare ma gli ha permesso almeno di vincere una manche in più rispetto al suo compagno di team. A 32 anni la mancanza di regolarità sembra ormai essere un suo limite cronico e non colmabile, e questo è un peccato perché al ravennate il talento non manca.



Un altro pilota che ha deluso è stato indubbiamente Toni Elias: è vero che lo spagnolo non disponeva di una assistenza da ufficiale, ma con quella che a conti fatti si è dimostrata essere la moto migliore dello schieramento, Toni ha vivacchiato nell’anonimato, mettendo in pista qua e la qualche prestazione di livello in mezzo a tante, troppe totalmente anonime, in cui in alcuni casi ha persino faticato ad avere ragione delle meno competitive moto Evo.



Per chiudere, sono personalmente rimasto deluso dall’annata alquanto scialba di Eugene Laverty: dopo una partenza fantastica in Australia, dove l’irlandese aveva vinto una manche e perso l’occasione di fare doppietta per un problema tecnico, Laverty ha poi disputato una stagione piuttosto altalenante, con qualche buona gara intervallata da altre piuttosto deludenti, e diversi errori che gli sono costati anche ritiri e svariati 0 in classifica. Il termometro della sua stagione negativa è dato dal confronto diretto con il suo compagno di team, Alex Lowes: tra i due a fine campionato ci sono stati solo 22 punti di differenza in favore di Eugene. Pochi, se consideriamo che Lowes ha saltato anche una manche e commesso pure lui diversi errori nel corso del campionato. Ciò fa comprendere quanta poca differenza si sia vista tra i due.

Immagine| grandprix.motorionline.com

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Studente di giurisprudenza come "occupazione" ufficiale e appassionato di sport in generale, più come spettatore che come atleta, ahimè. Seguo con particolare interesse gli sport motoristici e da qualche anno a questa parte il motomondiale (ma pure la superbike), pur essendomi avvicinato ad essi con le 4 ruote e la F1.
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