Le storie incredibili di cinque tifosi del Wolfsburg5 min read

15 Aprile 2015 Uncategorized -

Le storie incredibili di cinque tifosi del Wolfsburg5 min read

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tifosi del wolfsburg
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C’è da essere onesti. Se a poche ore da Wolfsburg-Napoli immaginate la città tedesca come un asettico centro di 120mila abitanti in vetro, acciaio e ciminiere, nato nel 1938 come una comunità di operai Volkswagen che assemblava deliziosi maggiolini nazionalsocialisti, la notizia è questa: ci sono buone probabilità che almeno in parte non siate troppo lontani dalla questione.

Adesso possiamo fare due cose: stare qui a scricchiolare tastiere su quanto molto sia Napoli e quanto poco sia – o sia stata –  Wolfsburg in termini di bellezza, divertimenti, offerta culturale e attrazioni turistiche nel corso degli anni; oppure raccontare le storie di 5 tifosi della squadra bianco-verde, che seguono il team in ogni modo in giro per il mondo, da dove abitano. Uno svizzero, una giapponese, uno svedese, un messicano ed un tedesco in America. Mancano solo i napoletani, dice qualcuno, poi è una barzelletta. E no, perché ci siamo anche noi oggi a Wolfsburg. Solo che qui non si scherza neanche un po’.

Tifosi del Wolfsburg: cinque storie da raccontare

JOSEF GLANZMANN, Svizzera

tifosi del wolfsburg“C’è un’atmosfera speciale a Wolfsburg, che non può essere descritta facilmente”. Sarà questo che spinge Josef Glanzmann, svizzero di Maienfeld, a portare sé e il proprio abbonamento alla Volkswagen Arena per 1.600 km e quasi 24 ore di treno, ogni partita. Glanzmann per il Wolfsburg si muove quasi sempre, in casa e in trasferta: “Le partite che non riesco a vedere sono quelle in giorni ed orari particolari”, precisa. La sua passione per il club tedesco nasce nel 1978 dopo una visita alla città. Una passione, però, che Glanzmann ritiene ordinaria: “Credo esistano tifosi che facciano più di me. Tutto quello che devo fare è questo lungo viaggio, né più né meno, e per me è un modo per riposarmi e svagarmi”.

INORI KATO, Giappone

tifosi del wolfsburgCon l’arrivo nel 2007 a Wolfsburg del centrocampista della nazionale giapponese Makoto Hasebe c’era da aspettarselo: fino al 2013 – quando poi è passato al Norimberga – non è stato inusuale vedere alla Volkswagen Arena gruppetti di tifosi giapponesi in gita per il proprio beniamino. Eppure la 21enne connazionale Inori Kato giura: “Sono una tifosa del Wolfsburg, ma non solo per Makoto Hasebe”. Inori , che vive in Giappone, ha messo da parte per oltre un anno i suoi risparmi per coronare un sogno, ovvero abitare un mese a Wolfsburg e vivere a tutta la sua passione biancoverde: “Volevo provare in prima persona l’esperienza della Volkswagen Arena. In televisione sembrava bellissima, dal vivo toglie il respiro”. Progetti per il futuro?  “Visiterò nuovamente Wolfsburg a dicembre per vivere il Natale, o ci tornerò in estate”.

RONNIE HILLGREN, Svezia

tifosi del wolfsburg“Mia madre è di Fallersleben. Tifo Wolfsburg da quando, da piccolo, ho cominciato ad interessarmi al calcio. Da allora la mia e quella di mio fratello è una fede, un virus. Ho costretto persino i miei amici ad interessarsi alla squadra”. La sezione sul Wolfsburg del sito Svenskafans.com è gestita da Ronnie Hillgren, tifoso biancoverde Made in Sweden. “Io e un mio amico scriviamo almeno un paio di articoli ogni partita del Wolfsburg – racconta Ronnie – E’ un punto di riferimento per i tifosi del club qui in Svezia”.  Immancabile maglia del club addosso (“Senza non vinciamo”) Hillgren è spesso a Wolfsburg per seguire la squadra, ma la passione lo spinge spesso anche “in trasferta”, come a Mosca nel 2009 in Champions League. L’esperienza più grande? C’è poco da pensarci: “Il campionato vinto nel 2009!”

IGNACIO RAMIREZ LEYVA, Messico

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Il Wolfsburg club fondato in Messico da Ignacio Ramirez Leyva ha 11 anni e oltre 40 iscritti, tutti latino-americani. Questa è una storia d’amore combattuta, eppure dura a morire: “In Messico è dura vedere le partite del Wolfsburg sulla tv satellitare – spiega il 54enne tifoso della squadra tedesca dal 1995 – ma quando succede è il miglior modo per riunire un grande gruppo di amici. Siamo tutti tifosi del Wolfsburg, sosteniamo la squadra nella cattiva e nella buona sorte”. Il primo incontro tra Ramirez Leyva e la squadra tedesca risale al 1988, quando il Wolfsburg si recò in Messico per un’amichevole contro il Puebla FC: al match, a 1.200 metri sul livello del mare, c’era anche lui.  C’è di più, però, perché Leyva è stato anche in Germania: “A Wolfsburg rimasi molto impressionato dalla passione della città e delle zone circostanti verso la squadra”. Il suo amore biancoverde nasce quando la squadra è ben distante dall’affermazione attuale e milita ancora nelle categorie inferiori. Un amore, assicura, che va oltre il calcio: “Nel mio tempo libero raccolgo più informazioni possibili su Wolfsburg e la Germania in generale”.

AXEL SOBBOTTKA, Stati Uniti

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“Sono tifoso biancoverde da che io ricordi”. Axel Sobbottka ha 48 anni, è di Wolfsburg e vive in Georgia vicino al confine con il Tennessee. Quando in Germania sono le 15.30 l’orologio di Sobbottka è piazzato alle 9.30 del mattino, e così la giornata comincia con una colazione a suon di reti. “Quando sono in Germania vado allo stadio” assicura Sobbottka, padre di due ragazzi entrambi appassionati di calcio. La sua relazione a distanza con i colori biancoverdi è stata già messa alla prova, perché dal 2006 al 2009 Sobbottka ha abitato a Lisbona, in Portogallo: “La partita con lo Sporting Braga (27 novembre 2008, Europa League ndr)  fu meravigliosa. Incontrammo moltissimi tifosi da Wolfsburg e fu un’avventura eccezionale: vincemmo 3-2 nei minuti finali!”. Notevole. A proposito: la professione di Sobbottka negli Stati Uniti? E’ un manager. E poi? Si occupa di logistica. Se vi state domandando per quale marchio lavora ecco un indizio: è una casa automobilistica che comincia per V. Avete tre tentativi. Forse ve ne basta uno.

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Napoli, luglio '87. Due mesi prima gli Azzurri vincono lo scudetto, lui arriva in ritardo. Una laurea in Storia contemporanea, ma scopre che la Storia non si ripete. Poi redazioni, blog, libri, ciclismo, molti aerei, il tifo, la senape, la vecchia Albione, un viaggio di 10mila km in camper in capo al mondo. Per dimenticare quel ritardo sta provando di tutto.
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