La stagione del Napoli è già iniziata, vi spiego perché4 min read

18 Agosto 2015 Uncategorized -

La stagione del Napoli è già iniziata, vi spiego perché4 min read

Reading Time: 3 minutes
stagione del napoli
@panoramio.com

Anche. Parte tutto da qui. L’impressione del mio, del nostro eventuale errore parte da anche, particella aggiuntiva. La faccio breve perché poi uno scoccia: domenica 23 si ricomincia da Reggio Emilia, serale contro il Sassuolo. Ho trascorso l’intero mese di agosto a Napoli, finora, e non mi è dispiaciuto perché non è stato banale: pioggia improvvisa, fresco serale, caldo; pioggia improvvisa, caldo, pioggia improvvisa. Vario e godibile, un po’ Bellini un po’ Brit. Senza l’afa fissa che schianta la mente ho realizzato che questo campionato in qualche modo è già iniziato, sebbene non ora (lo scorso novembre) e non a Reggio Emilia (a Milano).

C’entra Stefano, un tifoso del Torino che si è presentato nei miei pensieri qualche pensiero fa. Ma cosa c’entra il Torino? E il Napoli, questa non è una rubrica sul Napoli? A Milano, ho detto, dopo mezzanotte, a due passi dalla vecchia redazione de La Gazzetta dello Sport in via Solferino. Io mi aspettavo una storia sui partenopei. C’è Stefano che ha lo sguardo per aria, ventisette anni e un mento pieno, che quando parla del Toro sorride e sospira, assume toni pazienti e calmi, a volte vagamente anziani, comunque mai superficiali. Magari sul tifo. Al pub siamo in due, quattro medie davanti, mi racconta di città italiane e tifo, un mucchio di differenze. Nessuno come noi e tu parli degli altri. Stefano sorseggia, Stefano schiocca la lingua, Stefano dice:

Sai cosa penso? Di quello che hai detto, dico, dell’impressione che Napoli e Milano seguano in maniera differente le rispettive squadre. Che molto dipenda dalle città. Nel senso: Napoli non potrebbe non avere il Napoli; Milano non potrebbe non avere anche una squadra di calcio, meglio se due. Tra le altre cose intendo. È solo una mia impressione.

Finisco la birra con un colpo secco, fisso il bicchiere al tavolo con la mano e il tavolo con gli occhi. Incarto i miei soldi in un saluto, poi esco e poi vado. Fuori è un novembre ambrosiano e ritirato. A Napoli abbiamo così poco che la squadra conta così tanto. È vero. Non è vero. Forse ha ragione, forse non lo so. Io non ce l’ho neanche davanti Napoli, adesso. C’è Milano che mi piomba addosso indifferente, e allora vado verso casa con passo rapido e notturno. Stefano e me, il Milan e l’Inter, Napoli e il Napoli. Si mescola tutto. Mi chiedo se sia vero. Arriva la metro.

stagione del napoli

Devo tornare, mi dico. Passo dopo passo. Sbrigarmi a tornare a casa, domani lavoro. Passo dopo passo. Sale un’urgenza immotivata e velocissima, uno stimolo impellente. Passo dopo passo. Come la pipì. Svolto nella via. O come il vomito. Passo dopo passo. Quando arrivo dove abito salgo le scale due a due: primo piano, secondo piano, terzo piano; fiato, fiato più grande, fiatone. Infilo la chiave nella serratura e giro, e apro, ed entro, e chiudo, poi siedo e guardo avanti, mi fermo e respiro, mi chiedo e mi dico:

E se Stefano avesse ragione?

C’è la città-squadra e la città-anche-squadra. Napoli che parte da poco e si fa fede chiedendo un passaggio all’esagerato. Una rumba eccessiva e squilibrata, sudata e taurina, tutto tranne che vivibile, tutto tranne che comprensibile. Napoli più rullante che tamburo. Napoli carne e tatuaggi, storie e strade, vicoli e vene, notti e bugie, con la pioggia che scroscia e scorre ‘ncopp e vasl brillante e scura come sangue di porco. Una Napoli inconscia, che si getta a uocchie chius in una squadra, una squadra di football, di calcio o dite pure come vi pare che io preferisco e’ pallon’.

Sì, siamo proprio così. Ma che dico, che dici. E non lo so allora, non lo so forse è il contrario: è proprio così che ci vogliono. Comincia da qui questa stagione, da Stefano e dal suo Toro. Da me che, troppo giovane per gli scudetti, campo attraverso campionati con chissà ad ogni agosto e vaffanculo a tutti i maggio. Comincia da qui, non ho dubbi. Ho perso Maradona e gli anni migliori, che sono anche pochini su quasi un secolo di storia, una fregatura se ci penso. Comincia da qui, da anche: dal voler scoprire se Stefano si sbaglia. Anche se non ho visto Maradona il cuore batte forte a me a troppi milioni di persone, mammà. E poi mica inizia male questa stagione, tutto sommato siamo sempre in Europa, no?

Quando l’aereo atterra non chiamarmi, basta un messaggio. Ah, e tieniti lontano dai casini

Le piaceva troppo Cavani, a mia mamma. Poi un po’ ha smesso. E io un po’ la invidio.

CONDIVIDI

Napoli, luglio '87. Due mesi prima gli Azzurri vincono lo scudetto, lui arriva in ritardo. Una laurea in Storia contemporanea, ma scopre che la Storia non si ripete. Poi redazioni, blog, libri, ciclismo, molti aerei, il tifo, la senape, la vecchia Albione, un viaggio di 10mila km in camper in capo al mondo. Per dimenticare quel ritardo sta provando di tutto.
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

TORNA
SU