Salva con nome: Seydou Keita2 min read

30 Ottobre 2014 Uncategorized -

Salva con nome: Seydou Keita2 min read

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Salva con nome: Seydou Keita Io stasera dopo la partita volevo fa’ il vago, lo confesso. Al novantesimo volevo spengere tutto e mettermi sotto le coperte, che dopo 16 ore fuori casa forse ce stava pure. E mettermi a guardare Homeland o The Walking Dead o House of cards che sto indietrissimo su tutti i fronti.

Poi alla fine di Roma-Cesena, dopo aver appurato che il prato di Marassi fosse lo stesso prato di Marassi di quattro giorni fa, ho sentito l’impulso di dire un paio di cose, ma giusto due.

Nello specifico sul nostro numero 20. Su Seydou Keita da Bamako.
Keita quando c’è un pallone che non si sa bene cosa tocca farci lo prende lui. Lo nasconde, lo rigira, lo aggiusta e lo rimette in gioco pulito e ordinato. Sembra dire: tiè mo fatece la cosa più giusta, ovvero segnatece.
Keita prende il caos che ti sta intorno e lo fa diventare armonia. Cosmo.

Keita è il compagno di banco che ti passa la versione di latino;
il cugino più grande a cui chiedi le prime dritte sul sesso;
Keita è l’amica con cui ti confidi: Tu, da femmina, damme un parere perchè lei proprio non me se incula?
È il vicino di casa che ti presta il sale quando ti serve;
è l’omino in tuta, mocassini e marsupio che ti aiuta a caricare la Billy sul portapacchi nel parcheggio di Ikea;
È l’automobilista che si ferma e ti offre i cavetti e t’aiuta a rimettere in moto la macchina.
Keita ti sbuccia la mela e si accerta che mangi la tua dose quotidiana di frutta.
È lo zio che a un certo punto dell’anno se ne esce con: ancora il commercialista? Porta tutto a me che me so’ letto la guida 2014 alla dichiarazione dei redditi.
Keita sa la ricetta della carbonara originale.
Keita secondo me fa il nodo della cravata a Florenzi. Nodo Windsor, chiaramente.
Keita è la vocina della tua coscienza che ti ricorda di tanto in tanto di salvare il file.
Con nome: Se tu non me voi bene. O di quella volta che Seydou Keita si riprese il centrocampo della Roma. E il primo posto in classifica.

Chiudo con una cosa seria.
Io non credo.
Non credo in niente e in nessuno.
Credo nella matematica, un po’, forse. Perché è l’unica cosa che un po’ riesce a spiegarmi il mondo.
Ma stasera vorrei tanto credere in qualcosa. Perché se quel qualcosa esistesse, sarei felice di sapere che lì ci siete voi, Stefano e Cristian.

Immagine| www.sportcafe24.com

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Anche noto come Coso. Classe 1981, attualmente in vita. Nasce brutto e povero e non potendosi permettere di cambiare vita chirurgicamente è costretto a vendere il suo corpo al giornalismo, ma nessuno se lo compra. Casca, si rialza, non se rompe. È tipo il pongo. Scrive cose, fa lavatrici.
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