Robot wants: di serie e desideri3 min read

27 Febbraio 2014 Giochi -

Robot wants: di serie e desideri3 min read

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[divider scroll_text=”Casuale non troppo”]
Immaginate di avere un grande desiderio, di voler disperatamente qualcosa. Tipo un gattino o un gelato.

Ok, questa non era molto difficile.

Allora immaginate che questo qualcosa sia al di là della vostra portata, protetto da una miriade di congegni, ostacoli, e mostri alieni a cui non importa niente di voi, ma che non hanno la minima intenzione di lasciarvi passare.

Ora immaginate che i mezzi per ottenere questo qualcosa siano tutto intorno a voi, nei posti più irraggiungibili e dietro i nemici più tenaci.

Infine, immaginate di essere un robot.

Sembra divertente? Probabilmente perché lo è!

Sono queste le premesse di Robot wants, una serie di platformer in stile retro creati da Hamumu Software originalmente per maxgames.com. In ciascuno di questi titoli, prendiamo il controllo di un robot in 8 bit e lo guidiamo attraverso un labirinto zeppo di trappole e mostri in cerca di potenziamenti che migliorino le nostre abilità e ci consentano di raggiungere l’agognato oggetto dei nostri desideri.

È questa una formula molto popolare nel mondo dei casual flash games, tanto da aver acquisito nel tempo il nome specifico di Metroidvania, che poi non sarebbe altro che una combinazione dei titoli Metroid e Castlevania. Si tratta di giochi in cui l’introduzione di nuove meccaniche e abilità apre l’accesso a zone precedentemente irraggiungibili, favorendo il senso di esplorazione e crescita del personaggio.

Questo concetto è molto ben reso attraverso la serie, basti pensare che nel primo episodio, Robot Wants Kitty, si inizia senza nemmeno la possibilità di sparare o saltare, tutte cose che andranno conquistate nel corso del gioco.

Robot wants flash game
Quindi mi stai dicendo che siamo fregati?

Robot wants è un ottimo esempio di come l’universo dei flash games sia in fin dei conti non dissimile da ciò che siamo abituati a considerare videogiochi.

I giochi della serie, a partire dal 2010, hanno raccolto un gran favore da parte di coloro che frequentano quest’ambito e con il tempo sono addirittura riusciti a stabilire un brand. Ad ogni nuova uscita, il solo titolo del gioco era sufficiente a far fremere i polpastrelli a chi aveva giocato con piacere gli episodi precedenti. Questo è quanto di meglio persino le grandi case produttrici possano sperare.

Ed è proprio guardando la serie nel suo insieme che si nota la bellezza di questo lavoro. Proprio come in ciascuno dei titoli che la compongono, il protagonista diventa sempre migliore e più forte, in tutti gli aspetti.

Ognuno dei titoli è migliore di quelli che lo precedono, persino dal punto di vista grafico e del sonoro, che in effetti nel primo titolo sono abbastanza semplici e ripetitivi.

Anche il gameplay evolve di volta in volta, sperimentando sempre e talvolta rimandando agli episodi precedenti, come nel secondo titolo, Robot Wants Puppy, in cui la maggior parte delle abilità riguardano il gattino che è finalmente nelle vostre mani robotiche. O… chele. Chele robotiche.

Cos'è Robot wants
Quiii, micio micio micio…

Nonostante tanta apparente complessità, il gioco è squisitamente Casual nella sua filosofia. Ad ogni fallimento, siamo di nuovo immediatamente in azione, tutti i progressi sono salvi e l’unica penalità è l’aggiunta di qualche secondo nel timer in alto a sinistra, che dunque funge anche da punteggio. Persino la salute rimasta dei vari boss non cambia.

Questo ci consente di concentrarci sulla vera sfida, ovvero l’esplorazione del labirinto in cui ci troviamo, senza punirci quando ci spingiamo oltre le nostre attuali capacità.

Sinceramente non so consigliarvi quale scegliere. Per fortuna, qui li trovate tutti. Ciascun titolo non dovrebbe richiedere più di 20 o 25 minuti.

Vi lascio con una sfida: per scrivere questo articolo ho rigiocato il primo episodio con un tempo finale di 16:35.

Sapete fare di meglio?

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Matematico, scrittore e cantante dilettante, ha lavorato come Quality Assurance tester per Crytek Budapest e coltiva l'aspirazione di assurgere all'agognato titolo di Game Designer. Parla di tutto, con tutti, il difficile è farlo stare zitto.
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