Plague Inc.: come ho imparato a distruggere l’umanità4 min read

7 Marzo 2014 Giochi -

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Plague Inc.: come ho imparato a distruggere l’umanità4 min read

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Bentornati, temibili pirati in grado di trattenere il fiato per dieci minuti, capitate giusto in tempo per ammirare la mia sconfinata vena sadica: ebbene, oggi si parla di un gioco tanto complesso quanto grottesco nel divertimento che può offrire. Plague Inc., per Android e Apple.

L’obiettivo? Eliminare l’umanità intera, creando il più terribile e infettivo morbo possibile.

Come? Molto semplice: tanto per cominciare scegliamo il genere di pestilenza (virus, batteri, funghi: ce n’è per tutti i gusti) e lo Stato dove innestare i primi focolai; la nostra plancia di gioco sarà il planisfero reale.

Il tutto è impostato in una via di mezzo tra un RPG e un gioco di strategia a turni: ogni X uccisioni otterremo un punto che potremo spendere in una sorta di “albero abilità” ed evolvere la resistenza, i sintomi e i metodi di trasmissione del nostro “pargolo”.

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Giovani Dr. Birkin, attenzione: non basterà progettare il virus a proprio piacimento e guardare i disgraziati defungere, poiché ogni Stato sarà provvisto di caratteristiche fisiche e politiche ben precise e reagirà ad ogni evoluzione del morbo. Questo significa che ci toccherà gestire l’evoluzione ad hoc e soprattutto essere ben moderati nella gestione del codice genetico, altrimenti la malattia sarà scoperta troppo presto e gli Stati chiuderanno le vie di comunicazione o, peggio ancora, inizieranno a spendere soldi nella ricerca di una cura, la quale, qualora venisse trovata, inizierebbe a guarire i moribondi.

E noi questo non lo vogliamo.

Musica? Qualche starnuto, qualche colpo di tosse, qualche urlo: una colonna sonora piatta e tesa che contribuisce all’atmosfera, ma non sarà ricordata. Del resto non credo che giochiate a un titolo come Plague Inc. per rifarvi le orecchie (a meno che non riposiate l’udito con le grida strazianti e in questo caso non ho nulla da contestare).

Talune evoluzioni portano a delle combo che possono aiutarci o rallentarci nell’opera: il sottoscritto ha trovato abbastanza soddisfacente e realistica la minaccia di un morbo che causasse starnuti e diarrea in contemporanea con effetti che potete immaginare.

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La grafica è asciutta: escludendo la mappa fisico-politica del mondo che non è diversa da quella di un qualsiasi atlante, l’espansione del morbo è rappresentata con l’arrossamento delle zone colpite, mentre i mezzi di trasporto sono icone di navi e aerei. Ma questo conta poco, se tenete presente che in effetti tutto ciò che capita è descritto minuziosamente all’istante. Nel complesso è come guardare l’edizione speciale di un telegiornale durante un’invasione: adrenalinico.

Ogni difficoltà sbloccata porta un nuovo genere di morbo, con caratteristiche diverse e che quindi richiederà strategie differenti, sebbene avanzando con le vittorie sbloccheremo anche “pezzi di DNA” che ci daranno bonus dall’inizio del gioco; sono orripilanti DLC (downloadable content) e averli o non averli non muta il divertimento e la godibilità.

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Nella sezione DLC troveremo anche altri generi di epidemia, che secondo il sottoscritto sono i migliori, come l’invasione di zombie.

Globalmente un giochino dal concept degno dell’uovo di Colombo, ma strabiliante nella sua semplicità, che può tenere un pugno di ore occupate con le idee più sanguinarie possibili mantenendo il cervello sempre attivo.

Un piccolo suggerimento: come luogo di partenza trovo godibile la Cina, perché è popolosa, ha un porto e un aeroporto ed è piena di contatti per infettare in fretta quanti più individui possibili: la vittoria non si raggiunge se non si uccide TUTTA l’umanità, nessuno escluso.

Giocando a Plague Inc. ho finalmente scoperto dove andrò in caso di epidemia o di apocalisse zombie: in Madagascar o in Groenlandia. Isolate da tutto e da tutti in quanto isole, scarsamente popolose, con climi pressoché estremi, alle prime avvisaglie di disastro chiudono l’unico porto di cui dispongono, iniziano a spostare tutti i fondi sulla sanità e diventano più isolate di Atlantide. E a meno che il vostro morbo sia un fungo (in quel caso l’abilità per lanciare le spore colpirà a random uno Stato e quindi per forza di cose capiterà anche lì) non ci sarà più modo di infettarle, quindi potrete anche arrendervi. Ironia della sorte, non è nemmeno un bug, perché realisticamente parlando è pure vero.

Ricordatevi del mio consiglio quindi: se stanno morendo tutti attorno a voi per i più svariati motivi, prendete la valigia e puntate in Groenlandia o Madagascar per salvarvi. Enjoy!

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La persona che non vorresti mai incontrare, un prof. Un folle. Peggio: un prof che adora giocare a giochi di strategia, avventure e giochi in scatola. Per non parlare dei giochi di ruolo e quelli di carte. L'importante è essere competitivi, fino alla morte. L'anima? È rimasta incastrata da qualche parte tra un rush e uno zerg... Se qualcuno la trova, può spedirmela via mail, eventualmente. Nessuno si aspetti favoritismi nei commenti, cinici si nasce, non si diventa!
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