Provare a catturare l’intero sistema energetico mondiale in un modello e proiettare la sua evoluzione nell’arco di diversi decenni è praticamente impossibile. Per tentarci la IEA deve utilizzare alcune ipotesi estremamente generalizzate che, inevitabilmente, non contemplano importanti sviluppi in paesi o tecnologie specifiche. Alla IEA sostengono che gli analisti che si occupano di eolico e solare hanno il tempo per fare un lavoro bottom-up, considerando le politiche nazionali, i prezzi di mercato, e le curve di apprendimento della tecnologia. La IEA semplicemente non può farlo per ogni paese, mercato e tecnologia energetiche del mondo, avrebbe bisogno di un piccolo esercito di ricercatori, e quindi deve fare affidamento su ampie ipotesi aggregate sulla base delle stime di crescita del PIL e della popolazione. Queste grandi ipotesi inevitabilmente perdono dei pezzi per strada. Ma se diamo diamo un’occhiata a 15 anni di previsioni IEA si scopre che sono sbagliate le proiezioni per le rinnovabili, è sottostimato il consumo di carbone e sovrastimato il consumo di petrolio.
Fondatore di Climalia, prima società italiana di servizi climatici per la resilienza territoriale. Collabora con il Kyoto Club come responsabile della cooperazione internazionale e come esperto di politiche di adattamento ai cambiamenti climatici. Consulente del Ministero dell’Ambiente, Acclimatise UK, AzzeroCO2 e Commissione Europea.