Perché fischiamo sempre i rivali di Valentino Rossi?3 min read

16 Settembre 2015 Uncategorized -

Perché fischiamo sempre i rivali di Valentino Rossi?3 min read

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rivali di valentino rossi
@vr46vanguard

La gara della Motogp, disputata domenica in quel di Misano, è stata rilevante non solo sul piano sportivo, dove Rossi, nonostante il 5° posto finale, è riuscito ad ampliare notevolmente e forse in maniera decisiva in ottica titolo il suo vantaggio su Lorenzo. Rilevanza ha anche quello a cui si è assistito come “contorno” al gran premio, ovvero l’atteggiamento di buona fetta del pubblico di fede rossista presente in autodromo nei confronti dello stesso Lorenzo, principale avversario di Valentino in questo campionato. In estrema sintesi, si è trattato del solito repertorio fatto di fischi ed insulti di vario tipo al pilota spagnolo ad ogni sua presentazione da parte dello speaker dell’autodromo, striscioni di sfottò e, per non farsi mancare niente, un boato nel momento della caduta del pilota Yamaha, avvenuta verso il finale di gara.

Questo malcostume è tipico del seguito italiano del motomondiale, non tanto come singoli episodi, che trovano riscontri anche all’estero, ma quanto per la frequenza e la diffusione che certi atteggiamenti hanno ad ogni gara disputata sul nostro suolo, che tra l’altro si ripetono da ormai un decennio abbondante a questa parte. Il comune denominatore di ciò? Dileggiare l’avversario di turno di Valentino, indipendentemente dalla sua nazionalità. Perché oltre ai vari Lorenzo, Stoner e Gibernau, anche a Biaggi è stato spesso riservato un trattamento simile. Purtroppo questo è un problema di cultura sportiva che attanaglia il nostro Paese da tempo, specie considerando che molto del seguito che si affaccia ai vari sport dove c’è l’italiano di turno forte ha una estrazione prettamente calcistica, e quindi portata alla faziosità e alla scarsa inclinazione a riconoscere i meriti all’avversario in grado di battere la propria squadra. Ferma restando questa considerazione di fondo, mi chiedo una cosa: perché lo stesso Rossi non ha mai provato a placare gli animi del suo seguito, invitando a non reiterare atteggiamenti simili verso l’avversario di turno?

Un’idea simile mi è balenata in testa dopo il gesto, avente questa finalità, effettuato da Vettel sul podio di Monza non più tardi di una settimana e mezzo fa, quando nel momento della premiazione sono partiti dei fischi contro il vincitore Hamilton. Essendo stato anche lui dall’altra parte della barricata, offeso e fischiato ai tempi della sua militanza in Red Bull, Vettel sa quanto possa essere sgradevole ricevere certe manifestazioni di idiozia dopo aver fatto il proprio dovere, per di più in maniera estremamente convincente. E forse anche per questo motivo Valentino non ha quella sensibilità di fondo che altri possono aver maturato: riscuotendo una popolarità sostanzialmente mondiale, non si è mai trovato nella condizione di essere fischiato ed insultato da un autodromo intero, a prescindere dalla parte di mondo in cui si correva. Cosa che, per quanto uno possa provare ad ignorare, contando sulla professionalità che contraddistingue questi piloti, un minimo di fastidio alla persona indubbiamente lo lascia sempre.

Intendiamoci: Rossi non è un’educanda di professione, fa il pilota; e, allo stesso tempo, ognuno dovrebbe essere sufficientemente maturo da azionare il cervello e ripassare il significato della parola “rispetto”, a prescindere da eventuali aiuti esterni. Tuttavia, sarebbe un messaggio importante quello che darebbe Valentino con un’azione del genere e contribuirebbe a rafforzare l’immagine di pilota e personaggio riconosciuto ed ammirato in tutto il mondo, “ripulendo” qualche macchia comportamentale del suo passato, più o meno recente. Anche in considerazione del fatto che Rossi è uno sportivo famoso, e come tale in grado di influenzare le masse in maniera sicuramente non trascurabile. Ma, cosa più importante di tutto, sarebbe importante per ricreare un clima più godibile negli autodromi italiani ogniqualvolta il motomondiale fa tappa qui da noi. Perché, e parlo da appassionato ormai lontano da questioni di “tifo” dal ritiro di Stoner avvenuto nel 2012, diventa davvero pesante e difficile sorbirsi ogni volta certi spettacoli tristi, imbarazzanti ed offensivi per l’intelligenza di una persona media. Insomma, più passione per le due ruote e meno tifo in stile calcistico sarebbe una cosa ben gradita.

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Studente di giurisprudenza come "occupazione" ufficiale e appassionato di sport in generale, più come spettatore che come atleta, ahimè. Seguo con particolare interesse gli sport motoristici e da qualche anno a questa parte il motomondiale (ma pure la superbike), pur essendomi avvicinato ad essi con le 4 ruote e la F1.
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