Pause Ahead: ferma tutto che mi sposto3 min read

13 Febbraio 2014 Giochi -

Pause Ahead: ferma tutto che mi sposto3 min read

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[divider scroll_text=”Casuale non troppo”]
Chiunque abbia un accesso a Internet e presumibilmente un account Facebook con tutta probabilità avrà avuto uno o più contatti con quelli che sono i Casual Flash Games.

Agricoltura virtuale, demolizione di dolciumi, giochi di carte vari e tanti, tanti inviti per gli amici.

In questa rubrica non si parlerà di nulla di tutto questo.

C’è molto di più in rete di quanto non si creda, e in realtà i Casual Games stanno diventando sempre più sofisticati e ingegnosi, piccole perle meritevoli di grande attenzione.

Pause Ahead
La schermata iniziale con il simpatico protagonista, del tutto ignaro dei maltrattamenti che lo attendono

Una di queste è Pause Ahead, un puzzle platformer creato da Tadakuni Amano e presente su Armor Games. Niente di speciale a un primo sguardo, un classico platform con una musica dai toni dubstep e una storia misteriosa.

Come spesso accade, le cose si fanno interessanti dopo i primi livelli, quando viene introdotta la meccanica portante del gioco: mettere in pausa.

Sì, perché ogni volta che viene premuto il tasto di pausa, il personaggio non si ferma, ma continua a muoversi mantenendo la stessa velocità e direzione, ignorando nemici e pericoli presenti sul suo cammino, che invece rimangono bloccati sul posto.

Man mano che il giocatore acquisisce dimestichezza con questo nuovo sistema di controlli, i livelli si riempiono di ostacoli sempre più numerosi e maligni e nuovi elementi vengono introdotti, aumentando la difficoltà al limite dello sleale.

Pausa ahead
La schermata di pausa è parte integrante della narrazione, e nasconde alcune simpatiche easter eggs

Non fatevi illusioni, in questo senso. Pause Ahead è un gioco difficile. Non pensiate di potergli dedicare niente di meno che la vostra più completa attenzione. Basta un attimo di disattenzione, o un tempismo meno che perfetto, e sarete rimandati all’inizio del livello prima di rendervene conto.

Il meccanismo è abbastanza semplice ed elegante da consentire un gran numero di variazioni, e anche quando nuovi elementi vengono inseriti, questi arricchiscono il gioco senza danneggiarlo.

Tuttavia, lo sappiamo, niente è perfetto, e questo titolo non fa eccezione.

L’elevata difficoltà può risultare eccessivamente frustrante a chi non sia abituato a questo livello di precisione nei movimenti e la tentazione di gettare la spugna può arrivare ben prima della metà del gioco. Bisogna dire però che il personaggio risponde molto bene agli input e non si ha mai la sensazione di essere stati traditi dai controlli.

Anche dal lato artistico e di design si notano alcune pecche. L’animazione di fine livello, ad esempio, non sembra avere un vero scopo, dando la sensazione di essere stata implementata soltanto per il gusto dell’autore o magari come vetrina tecnica. Sarebbe stata sicuramente più efficace in un titolo di stampo diverso.

L’ultimo livello, inoltre, introduce dal nulla un cambiamento di scenario e di meccaniche che disorienta il giocatore e non gli lascia il tempo per recuperare, se non dopo diversi tentativi.

In ogni caso queste pecche non sono sufficienti a ridimensionare le qualità del titolo.

Ultima nota di merito, la colonna sonora è molto coinvolgente e ben realizzata. Forse l’impronta tecno ereditata dal dubstep potrebbe sembrare in disaccordo con l’ambientazione, ma se non altro aggiunge movimento a degli scenari forse un po’ troppo simili tra loro.

Vi lascio la curiosità di scoprire il finale, molto intrigante ed aperto a varie interpretazioni. Fateci un giro la prossima volta che avrete voglia di una breve sfida, ma assicuratevi di poter mettere in pausa tutto il resto.

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Matematico, scrittore e cantante dilettante, ha lavorato come Quality Assurance tester per Crytek Budapest e coltiva l'aspirazione di assurgere all'agognato titolo di Game Designer. Parla di tutto, con tutti, il difficile è farlo stare zitto.
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