Nba: one Division, one story8 min read

15 Febbraio 2016 Uncategorized -

Nba: one Division, one story8 min read

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PACIFIC: Oh, i Kings. Ancora

Sugli Warriors non serve aggiungere altro solo perché stanno già dicendo tutto loro sul campo. Se però ci sono ancora dubbi possiamo sempre srotolare la timeline dei record, a partire dalla gara del tiro da 3 punti di due giorni fa.

Le vicende dei Clippers saranno argomento caldo in estate, perché il prossimo capitolo della saga del GM Doc Rivers è già scritto: non che Blake non abbia colpe (anzi, l’episodio in sé è vergognoso), ma l’eventuale cessione di Griffin arriverà nel momento sbagliato e per i motivi sbagliati.

I Suns vanno ignorati, per il loro bene. I Lakers pure.

I Kings anche, ma sono un tale circo che è impossibile farlo.

Scremando le varie fonti, nazionali e locali, si può capire che Vivek voleva cacciare Karl, ma gli altri proprietari (di minoranza) e Divac no, per motivi economici (il contratto andrebbe ovviamente pagato per intero) e non (di immagine, come se si potesse fare peggio… beh, evidentemente sì). Quindi Karl resta, nonostante abbia mezza (forse. O meno. O di più.) squadra contro e nonostante gli venga chiesto di non essere George Karl, perché le richieste/soluzioni di Vlade sono roba che Karl non ha mai fatto, cioè rallentare in attacco e organizzarsi meglio in difesa, figurarsi se la farà ora che è pure vecchio e stanco, al punto che spesso i giocatori faticano a comprendere le sue istruzioni durante i timeouts perché impartite con un filo di voce.

In tutto ciò Rondo sta completando una delle stagioni più bugiarde ed illusorie di sempre, perché la sua unica missione in campo è accumulare assist (e questo non è né meglio né peggio di chi non fa altro che accumulare punti fermando il pallone o rimbalzi “rubandoli” ai compagni o stoppate e/o rubate forzate, ignorando gli schemi difensivi della squadra), senza migliorare di una virgola il rendimento offensivo della squadra, ma causando danni enormi in difesa e, nonostante il ruolo di veterano e leader dello spogliatoio, risultando deleterio anche in questo ambito.

Cousins continua a essere estremamente frustrante… ma con asterisco, perché dopo un mese di gennaio passato a DOMINARE (a gennaio 31,5 punti, 12,9 rimbalzi, 3 assist e 10 falli subiti a partita, tirando 48/42/73) non può essere tutta colpa sua se è letteralmente scoppiato.

E qui bisognerebbe aprire un’altra enorme parentesi, sul fatto che dopo aver cacciato Michael Malone per motivi prevalentemente estetici (pace troppo basso, tra le altre cose), ora ci si ritrova a dover chiedere a Karl di rallentare.

Ma sono i Kings, inutile proseguire e farsi del male.

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Nella vita reale faccio cose e vedo gente, basta che ci sia lo sport di mezzo. In quella virtuale non dormo per star dietro al basket NBA. Ogni domenica sera mi chiudo in ripostiglio con cuffie e pc, lo chiamano podcasting, a me continua a sembrare un grave disturbo di personalità.
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