Napoli-Atalanta, guardiamoci in faccia4 min read

23 Marzo 2015 Uncategorized -

Napoli-Atalanta, guardiamoci in faccia4 min read

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Napoli-Atalanta
@tuttonapoli

Prima i fatti.

Nella 28esima giornata di Serie A 2014/2015 Il Napoli pareggia 1-1 al San Paolo contro l’Atalanta: Pinilla apre per i bergamaschi (72’), Zapata salva gli azzurri allo scadere (89’).

La squadra di Benitez occupa il 5° posto in classifica (47 punti) dietro a Juventus (67), Roma (53), Lazio (52) e Sampdoria (48). Alla sesta piazza, ad una lunghezza dagli azzurri, c’è la Fiorentina.

Il pari rimediato contro l’Atalanta è l’8° della stagione in corso, il 5° in casa: a Fuorigrotta 1 punto anche con Palermo, Cagliari, Empoli ed Inter.

Negli ultimi 6 turni di campionato il Napoli ha affrontato – in ordine – Palermo, Sassuolo, Torino, Inter, Verona ed Atalanta. Gli azzurri hanno ottenuto 3 sconfitte (Palermo, Torino, Verona), 2 pareggi (Inter e Atalanta) ed 1 vittoria (Sassuolo).

In queste gare il Napoli ha incassato 9 reti ed ha subito almeno un gol in 5 match su 6. Le marcature azzurre, invece, sono state 6: a segno sono andati Zapata (2), Hamisk (2), Higuain (1) e Gabbiadini (1).

I punti guadagnati sono stati 5 su un totale di 18 a disposizione. Il ruolino di marcia nelle stesse gare delle nostre dirette concorrenti alla corsa Champions è stato: Roma, 7 punti su 18 disponibili; Lazio, 18 su 18; Sampdoria, 13 su 18; Fiorentina, 11 su 18.

Restano 10 turni da disputare. Il Napoli giocherà 5 gare in casa (Fiorentina, Sampdoria, Milan, Cesena e Lazio) e 5 in trasferta (Roma, Cagliari, Empoli, Parma e Juventus).

Oltre alla Fiorentina, sesta in classifica, quattro delle 10 squadre che gli azzurri dovranno affrontare precedono Benitez: Juventus, Roma, Lazio e Sampdoria.

Napoli-Atalanta, guardiamoci in faccia

Detto questo, diciamo altro. Calvarese, l’arbitro, non ci voleva. La beffa potrebbe essere diversa dagli errori – evidenti – commessi dal fischietto di Teramo. Il danno procurato è anche un altro, più silenzioso: ci ha fornito un alibi. Ha spostato, almeno in parte, il punto di ieri e la concentrazione di tutti. Ci ha ubriacato con gli episodi, e per favore riprendiamoci dalla sbornia.

Goal Pinilla – Napoli 0-1 Atalanta – 22-03-2015 di Gol-Live

Sì, ma su Henrique c’è fallo di Pinilla. Gli episodi determinanti sono tali se esistono le condizioni. Fino al 72’ di gioco, quando l’Atalanta è passata in vantaggio, non siamo riusciti ad imporci contro la quartultima forza del campionato e in superiorità numerica: è un fatto, e hai voglia di urlare allo scandalo. Pinilla diventa il caso-partita perché succede con il punteggio ancora fermo sullo 0-0. L’episodio ha condizionato la partita? Accade a 18’ dalla fine, e per ora non abbiamo scampo: gli episodi non hanno efficacia retroattiva. Sì, ha condizionato la restante parte del match, ma la nostra partita fino ad allora non possiamo spiegarla così.

Sì, ma su Henrique c’è fallo di Pinilla. Reja ci lascia impostazioni e possesso palla (a fine partita 69% per noi). La cosa mi preoccupa per due motivi. Il primo: le nostre manovre sono stanche; quando affondiamo, tra pali e Sportiello, non siamo neanche fortunati. Il secondo: Reja anestetizza le partite, poi muove il cavallo ad elle e con una sola mossa ti fa la festa. Lo conosco, lo ricordo, lo temo. E naturalmente va così. Noi rispetto al solito siamo fermi sulle gambe. Sulle fasce siamo meno brillanti, a centrocampo scarichi e legnosi. L’Atalanta si arrocca nel suo ultimo quarto di campo e spezza il gioco quando serve (esatto, con ruvidità: a volte funziona).

Sì, ma su Henrique c’è fallo di Pinilla. A 10 gare dalla fine del campionato c’è da capire cosa fare. Anzi, come fare. Come mettere la rabbia in campo e non fuori. E non prima. E non dopo. A Napoli non lo sta facendo più nessuno, adesso. Non i giocatori, perché in campo, dall’arbitro o verso gli avversari, non c’è quasi mai una voce rude, di presenza (che spesso serve); non la società, che su Twitter sbraita contro l’arbitro parlando d’Inghilterra (no davvero, ma cosa c’entra?); non Benitez, che “è difficile arbitrare con solo 6 arbitri: bisognerebbe aggiungerne altri 2 per vedere meglio cosa succede”.

Sì, ma su Henrique c’è fallo di Pinilla. E infine, ma non certo per importanza, non lo stanno facendo i tifosi. Prendiamone atto con serenità: per ora abbiamo abdicato. Negli ultimi anni abbiamo dimostrato a mezza Europa quanto il tifo può fare la differenza. Ora attendiamo, pretendiamo, ci esponiamo più che dagli spalti quasi sempre sui social, a posteriori. Come facciamo da troppo. Com’è probabile facciano anche queste righe.

Che noi siamo il Napoli, che noi siamo Napoli

Veniamo qua. Più vicino. Le cose stanno così: abbiamo 10 turni di campionato e due coppe da giocare. Da sudare. Vivere. Vincere. Maledire. Non decidono gli altri. Di nuovo: non decidono gli altri. Ancora: non decidono gli altri. Non decidono gli arbitri, la fortuna, gli avversari, Sky, facce lontane centinaia di km che manco ci conoscono. Dipende da noi. Squadra. Società. Tifosi. Città. Decidiamo noi cosa fare di questo finale di stagione. Compattiamoci. Ritroviamo smalto. Tono. Ritroviamo un sorriso. Facciamolo come vogliamo, diciamolo come ci pare. Oh, ADESSO!

Guardate che lì fuori lo sanno che noi siamo il Napoli.
Lo sanno, che noi siamo Napoli.
Come un muro.
O come sto maledetto mare che ci bagna.
Restiamo uniti, facciamoli fuori.   
 

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Napoli, luglio '87. Due mesi prima gli Azzurri vincono lo scudetto, lui arriva in ritardo. Una laurea in Storia contemporanea, ma scopre che la Storia non si ripete. Poi redazioni, blog, libri, ciclismo, molti aerei, il tifo, la senape, la vecchia Albione, un viaggio di 10mila km in camper in capo al mondo. Per dimenticare quel ritardo sta provando di tutto.
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