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Musulmani in Italia: una presenza stabile e sempre più italiana

musulmani in italia
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Fabrizio Ciocca è autore di: L’Islam italiano, un’indagine tra religione, identità e islamofobia (Meltemi editore, 2019), in cui analizza vari aspetti delle comunità musulmane in Italia.

Quando si parla di musulmani ed Islam nei mass-media spesso si tende avere un approccio sensazionalistico o altisonante; si pensi ad esempio alla narrativa per cui da qui a pochi anni l’Europa sarebbe stata invasa da persone proveniente da  paesi islamici, trasformandola da “cristiana” a “islamica”. Ma è veramente così? Cosa dicono i numeri? Quanti sono i musulmani in Italia?

Prima di presentare i dati, va detto che contare i fedeli di una religione è un’operazione complessa, poiché non vi sono banche dati sulla confessione religiosa delle persone e quindi si procede per stime, includendo in questa categoria gli osservanti, coloro che praticano soprattutto in occasione delle festività e quelli per cui la religione ha un valore prettamente culturale e identitario.

Nel caso della stima dei musulmani, la metodologia è costruita a partire dall’appartenenza religiosa dei migranti nei paesi di origine e residenti in Italia e di ulteriori elementi specificatamente elaborati per il contesto italiano.

Si tratta quindi di dati che ci forniscono una stima generale del numero di soggetti che si rifanno a quel codice di valori morali e sociali islamici, ma non dicono nulla sul grado di osservanza effettiva dei precetti religiosi. Questo vale naturalmente per qualsiasi gruppo religioso, e quindi anche per il 70% di italiani stimati come cattolici, ma di cui non siamo in grado di valutare il tipo di impegno, praticante o meno e con quale intensità.

Una stima dei musulmani in Italia

La presenza musulmana in Italia è ormai un fenomeno stabile, che continua a crescere ogni anno, rispetto invece ad una popolazione complessiva nel paese che diminuisce e invecchia sempre più.

Infatti, la stima della popolazione residente musulmana in Italia al 1 gennaio 2021 è di 2.753.000 unità, 66 mila unità in più rispetto al 2020 (+ 2,5%) e 129 mila in più rispetto al 2018 (+ 5%). Tale aumento è determinato soprattutto dal numero di bambini nati da genitori musulmani nel triennio 2018-2020 (circa 75 mila, nelle stime sull’appartenenza religiosa la religione dei nuovi nati viene ascritta a quella dei propri genitori), oltre che dall’arrivo di nuovi migranti che hanno ottenuto il permesso di soggiorno.

I musulmani in Italia sarebbero quindi secondo queste stime il 4,7% della popolazione totale. La ripartizione di genere dei musulmani in Italia è: 60% uomini e 40% donne.

Un aspetto interessante è quello della componente italiana sul numero complessivo dei musulmani in Italia, in crescita negli ultimi anni, dal 44% del 2018 al 44,4% del 2021. Questo dato include musulmani nati italiani, convertiti ed ex stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza. Sulla base di questo trend, è lecito suppore che nel prossimo futuro i musulmani italiani saranno la maggioranza sul totale complessivo dei cittadini di fede islamica presenti in Italia.

I musulmani di cittadinanza straniera

Per quanto riguarda i musulmani con cittadinanza straniera, la stima al 1 gennaio 2021 è pari a 1.533.000 persone con un aumento di 68 mila unità rispetto al 2018. La componente straniera si distribuisce per l’80% tra solo dieci paesi.

I musulmani di cittadinanza italiana

I musulmani con la cittadinanza italiana sono invece 1.220.000. L’ottenimento della cittadinanza continua a giocare un ruolo preminente all’interno di questa componente della popolazione musulmana in Italia. Negli ultimi 15 anni, sono circa 480 mila gli ex-stranieri di religione islamica che sono diventati italiani attraverso le procedure per ottenere la cittadinanza italiana, ossia il 17% di tutti i musulmani residenti in Italia.

Ma quali sono le comunità straniere islamiche che hanno al proprio interno una maggiore presenza di ex-stranieri? Ovviamente quelle che risiedono da più anni in Italia, in primis Marocco, Albania e Tunisia, che insieme concentrano il 73% di tutte le cittadinanze ottenute da cittadini musulmani ex stranieri.

Musulmani in Italia: conclusioni

I musulmani in Italia sono quindi aumentati nel triennio 2018-2021 di 129 mila unità, un aumento medio di 43 mila unità all’anno. È lecito quindi suppore, che se tale tendenza dovesse continuare anche nei prossimi anni, nel 2030 la popolazione musulmana in Italia avrà raggiunto la cifra dei tre milioni di residenti, pari ad oltre il 5% della popolazione complessiva.

Un altro aspetto significativo è quello della sempre maggiore presenza di cittadini musulmani italiani, un islam “italiano” sempre meno legato ai fenomeni migratori ma che si sviluppa in modo autoctono all’interno della società.

Numeri che fanno dell’Italia il terzo paese con la maggiore presenza musulmana dell’Unione Europea (dopo Francia e Germania), e che richiederebbero da parte delle istituzioni una maggiore attenzione al fenomeno, anche per dare risposte serie e concrete ad una serie di tematiche ancora non risolte come la questione dei luoghi di culto, la penuria di spazi cimiteriali, la mancanza nei libri di testo scolastici di sezioni sull’Islam aggiornate e competenti.

Quanti sono gli immigrati residenti in Italia e in Europa?

Una stima dei musulmani in Italia | Dati 2020

Se l’ultima stima effettuata al 1 gennaio 2018 era pari a 2.624.000 musulmani in Italia, due anni dopo la stessa si attesta a 2.687.000 residenti; una popolazione quindi stabile, che ha visto sì una crescita ma molto contenuta in due anni, di 63.000 unità.

Una popolazione musulmana che quindi vede diminuire la sua componente straniera, mentre cresce quella italiana: questa tendenza è legata anche al fatto nell’ultimo decennio, circa mezzo milione di cittadini di paesi islamici hanno ottenuto la cittadinanza italiana, tramite residenza, matrimonio o elezione.

Negli ultimi dieci anni, tra i musulmani, oltre 200 mila marocchini e 90 mila albanesi sono diventati italiani, dati che fanno di queste due nazioni le prime due in assoluto con il maggior numero di cittadinanze ottenute, tra tutte le comunità straniere. Seguono molto distanziate Pakistan, Tunisia e Bangladesh.

Questa situazione sta ribaltando gli equilibri tra musulmani stranieri e musulmani italiani. Questi ultimi sono oggi il 47% di tutta la popolazione musulmana residenti in Italia, mentre nel 2017 erano il 43%.

I musulmani di cittadinanza straniera

Per quanto riguarda i musulmani con cittadinanza straniera, la stima al 2020 è pari a 1.445.000 persone con una diminuzione di 20.000 unità rispetto al 2018. La componente straniera si distribuisce per l’84% tra solo dieci paesi.

I musulmani di cittadinanza italiana

I musulmani con la cittadinanza italiana sono invece 1.242.000, con un aumento di circa 83 mila unità rispetto al 2020; aumento dovuto prevalentemente, come già spiegato, all’acquisizione di cittadinanza da parte di fedeli islamici stranieri.

Se consideriamo il triennio 2017-2020, la componente italiana cresce di ben 167 mila unità, e al suo interno vede aumentare sempre più la categoria di coloro nati “già italiani”, ossia ragazzi e ragazze nati da famiglie musulmane com almeno un genitore con cittadinanza italiana; stabile la categoria dei convertiti, pari a circa 106 mila unità.

Musulmani in Italia: conclusioni

La popolazione musulmana in Italia, che rappresenta anche la seconda religione con più fedeli del paese, è ormai radicata sul territorio, ed è pari al 4,5% di tutti gli abitanti in Italia. Al suo interno convivono cittadini di varie nazioni, mentre coloro che hanno la cittadinanza italiana sono sempre più in aumento.

Si delinea quindi un Islam sempre più stabile in Italia, meno legato ai processi migratori d’oltremare, ma con una componente autoctona che cresce sempre più, tanto da poter parlare anche per il nostro paese di seconde e terze generazione di musulmani.

Negli ultimi due anni vi è stato un aumento di popolazione musulmana (tra l’altro in controtendenza con i dati generali dell’Italia, che vedono un continuo calo demografico), ma comunque contenuto e non tale da poter parlare di invasione o scenari simili.

Per il futuro è possibile ipotizzare una popolazione musulmana che da qui ai prossimi cinque anni possa raggiungere la soglia dei 3 milioni di residenti, e attestarsi intorno al 5% degli abitanti complessivi. Numeri significativi, che pongono anche una serie di questioni e scelte che la politica dovrà fare nel breve periodo, specie in materia di luoghi di culto e sui processi di inclusione.

Una stima dei musulmani in Italia: dati 2018

Ciò premesso, se l’ultima stima effettuata al 1 gennaio 2017 vedeva una popolazione musulmana – sia stranieri che italiani – residente in Italia intorno ai 2,5 milioni di soggetti, al 1 gennaio 2018 questo valore si attesta intorno ai 2,6 milioni con un aumento di 104 mila unità, mentre l’incidenza sulla popolazione complessiva passa dal 4,2% al 4,3%.

Il numero dei musulmani in Italia quindi è stabile, con una crescita annuale pari a circa centomila persone, dovuta a diverse ragioni, mentre in termini assoluti è la quarta nazione europea per numero assoluto, dietro Francia (6 milioni circa), Germania (5 milioni) e Gran Bretagna (4 milioni) e leggermente al di sotto del valore percentuale dell’UE, pari al 5%.

I musulmani di cittadinanza straniera

Per quanto riguarda i musulmani con cittadinanza straniera, la stima al 2018 è pari a 1.465.000 persone con un aumento complessivo rispetto al 2017 di sole 25 mila persone. La componente straniera continua a rappresentare la maggioranza (56%) dei musulmani e per l’80% si distribuisce tra solo dieci paesi.

Questi numeri rappresentano delle stime, e non corrispondono al numero effettivo dei residenti in Italia per le singole nazionalità, poiché diversi studi sull’appartenenza religiosa degli immigrati mostrano che se per alcune comunità (per esempio Marocco, Pakistan, Tunisia, Algeria) oltre il 95% dei membri può essere considerato musulmano, per altre questo valore è compreso tra l’80 e il 90% (Egitto, Bangladesh, Senegal) e per altre ancora scende intorno al 50% (come il caso della Bosnia e Albania).

Fatta questa necessaria considerazione, vi è quindi una collettività “africana” maggioritaria composta da circa 835 mila persone a cui segue quella europea (con 330 mila soggetti) e quella asiatica (300 mila soggetti).

Più che una comunità musulmana intesa come un unico blocco monolitico, siamo quindi in presenza di tante comunità, frammentate al loro interno, per differenze nazionali, etniche, culturali e linguistiche.

Da rilevare invece che la percentuale dei musulmani stranieri residenti sul totale degli stranieri in Italia si attesta al 29%, smentendo l’immaginario collettivo per cui gli stranieri siano per la maggior parte fedeli islamici.

I musulmani di cittadinanza italiana

I musulmani con la cittadinanza italiana sono ormai oltre il milione, per la precisione 1.159.000, con un aumento di circa 79 mila soggetti rispetto al 2017; aumento dovuto prevalentemente all’acquisizione di cittadinanza da parte di fedeli islamici stranieri.

I musulmani italiani si dividono in tre categorie: naturalizzati; nati già italiani (ossia nati da coppia musulmana con almeno un genitore già italiano al momento della nascita); convertiti, ad oggi stimabili intorno alle centomila persone circa.

La componente italiana incide quindi per il 44% sulla popolazione musulmana complessiva; per quanto riguarda il rilascio delle cittadinanze, sugli 822 mila stranieri diventati italiani tra il 2012 e il 2017, almeno 330 mila sono ipotizzabili come musulmani. In totale, sono circa 450 mila i cittadini stranieri di fede islamica naturalizzati con la cittadinanza dal 2000 ad oggi.

Non a caso nello stesso periodo tra le prime dieci comunità per maggior numero di concessioni di cittadinanza ricevute, la maggior parte sono paesi islamici (Marocco, Albania, Bangladesh, Pakistan, Tunisia, Senegal).

Le due principali comunità musulmane presenti in Italia da ormai oltre 30 anni, quella marocchina e quella albanese, stanno vedendo al proprio interno un processo di italianizzazione sempre più forte.

Se nel 2008 infatti i cittadini marocchini residenti erano 403 mila, dieci anni dopo questo valore è pari a 416 mila persone, con un aumento di sole 13 mila unità, quelli albanesi addirittura calano (da 441 mila a 440 mila nel 2018). Viceversa il numero di cittadini stranieri di questi due paesi diventati italiani è cresciuto notevolmente ogni anno.

Quanti sono i musulmani in Italia: dati 2017

In Italia, come in tutta Europa, la questione della presenza musulmana è elemento di accesa discussione politica e sociale. Il sentimento anti-islamico è in crescita, tanto che secondo una ricerca dell’Istituto PEW realizzata nel maggio 2014 e ripetuta due anni dopo, i due terzi circa della popolazione italiana si dichiara poco favorevole alla presenza dei musulmani (passando dal 63% del 2014 al 68% del 2016).

Gli oppositori ai processi di integrazione ed inclusione delle comunità musulmane sostengono l’incompatibilità delle stesse sia con i valori laici europei sia con quelli cristiani della maggioranza degli italiani. Alcuni denunciano addirittura una vera e propria “invasione islamica”, che mina i valori e le fondamenta della nostra società. Ma è veramente così? Cosa ci dicono i numeri? Quanti sono i musulmani in Italia?

Una stima dei musulmani in Italia nel 2017

Stimiamo il numero di musulmani in Italia basandoci su una serie di ricerche prodotte dalla Fondazione ISMU in collaborazione con Orim Lombardia, e qui rielaborate ed integrate con i dati aggiornati dell’ISTAT e del Ministero dell’Interno al 1 gennaio 2017.

Questi calcoli ci portano a stimare circa 2.520.000 musulmani residenti in Italia, pari al 4% di tutta la popolazione residente in Italia. Questa la suddivisione per cittadinanza.

Fonte: Elaborazione Fabrizio Ciocca su dati Istat/Ismu

Sui 2.520.000 musulmani stimati in Italia, il 43% ha cittadinanza italiana, mentre il restante 57% ha nazionalità straniera. Vediamo ora più nel dettaglio le caratteristiche di queste due componenti della presenza musulmana in Italia.

I musulmani di cittadinanza italiana nel 2017

Dai dati emerge una prima sorpresa: la comunità musulmana più numerosa è quella italiana, con oltre un milione di presenze, divisa al suo interno nel seguente modo:

Fonte: Elaborazione Fabrizio Ciocca su dati Istat/Ismu

Il 37% dei musulmani italiani sono naturalizzati, sono cioè diventati italiani attraverso le procedure per ottenere la cittadinanza, quindi per residenza dopo 10 anni, per matrimonio dopo 3 anni, per trasmissione automatica ai figli ed elezione al compimento dei 18 anni.

Si stima che solo nel biennio 2015-2016 circa 160 mila musulmani stranieri sono diventati italiani; tra le prime dieci nazionalità per numero di richieste di cittadinanza accolte dal 2013 al 2015, figurano sette paesi musulmani.

Fonte: Elaborazione su dati Istat

Il restante 63% dei musulmani italiani, circa 680 mila persone, comprende i convertiti all’Islam, che l’Ucoii (Unione delle comunità islamiche italiane) stima in circa 100 mila unità, di cui la maggioranza donne, i figli di questi ultimi e i figli nati in Italia di genitori naturalizzati. Allo stato attuale non ci sono informazioni sufficienti per separare il dato dei figli di convertiti da quello dei figli di naturalizzati.

I musulmani di cittadinanza straniera nel 2017

I musulmani con cittadinanza straniera residenti in Italia sono stimabili in 1.440.000, il 57% dei musulmani presenti nel nostro paese. Queste le nazionalità più rappresentate.

Fonte: Elaborazione Fabrizio Ciocca su dati Istat/Ismu

Le prime cinque comunità per numerosità rappresentano i due terzi di tutti i musulmani stranieri residenti in Italia.

Fonte: elaborazione Fabrizio Ciocca su dati Istat/Ismu

Queste comunità hanno caratteristiche ben precise. I loro primi membri sono immigrati in Italia a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, hanno sviluppato una forte presenza sul territorio (con la presenza di centri, associazioni e rappresentanti), e si sono poi allargate con familiari che hanno ottenuto il ricongiungimento familiare, segno evidente di una volontà di stabilirsi in Italia.

Si tratta quindi di un’immigrazione musulmana che è diventata permanente nel tempo, portatrice di bisogni all’interno della società, che da migrazione “economica” (ossia di maschi adulti temporaneamente presenti) è diventata una migrazione di “popolamento”, che si è insediata nel territorio, distribuendosi secondo precise logiche di opportunità economiche.

Se allarghiamo lo sguardo oltre queste cinque comunità, emerge una componente musulmana composta da 2 milioni e mezzo di persone provenienti da 48 nazioni e tre continenti diversi, molto diversificata al suo interno: un Islam multietnico e multinazionale, che non trova quindi un’unica nazione, comunità, o regione geografica a rappresentarlo.

Da questi elementi si comprende che quell’immagine monolitica – a cui contribuiscono anche i media – che spesso gli italiani hanno dei loro vicini musulmani, a cui attribuiscono caratteristiche, comportamenti e modi di pensare e vivere simili, non è reale.

La distribuzione geografica dei musulmani in Italia nel 2017

A livello territoriale, la maggiore presenza di musulmani si ha in Lombardia, Emila-Romagna, Piemonte e Veneto, che da sole assorbono il 55% di tutti i musulmani in Italia. Discreta la presenza anche in Toscana, Lazio, Campania e Sicilia, scarsa in tutte le altre regioni.

Fonte: elaborazione Fabrizio Ciocca su dati Istat

La concentrazione della maggior parte dei musulmani residenti in Italia nelle quattro regioni è legata ad un’immigrazione di tipo economico, inseritasi nel corso degli anni nel tessuto socio-produttivo delle industrie e delle piccole medie imprese del Nord. Ci sono poi le singole specificità, come la città di Roma, in cui sono residenti circa 120 mila musulmani, prima città italiana per numero di fedeli islamici, che insieme al comune di Milano (circa 95 mila presenze), rappresenta l’8% di tutti i musulmani in Italia, stranieri e non.

Musulmani in Italia: fu vera invasione?

Secondo i ricercatori del PEW, l’Italia dovrebbe passare dagli attuali 2,5 milioni di musulmani residenti del 2016 (pari al 4% della popolazione) ai quasi 3,6 milioni del 2030 (equivalenti al 6,2% del totale della popolazione); tuttavia poi questa percentuale sul lungo periodo è destinata a stabilizzarsi su percentuali che oscillano intorno all’8-9% per il 2050.

Una presenza strutturale, ma pur sempre minoritaria rispetto al totale della popolazione italiana. Se anche aggiungiamo i 170 mila stranieri irregolari musulmani (circa il 40% del totale immigrati irregolari che l’Ismu ha stimato in 435 mila per il 2016), il numero dei musulmani in Italia sale a 2,8 milioni, il 4,5% della popolazione.

I dati reali smentiscono quindi in maniera categorica l’ipotesi dell’Italia come terra di “invasione islamica”. Eppure, secondo una ricerca del dicembre 2016 condotta dall’Istituto IPSOS MORI, gli italiani stimano la presenza musulmana pari al 20%, cinque volte il loro numero effettivo.

Prima ancora che spaventati o diffidenti, gli italiani appaiono dunque male informati. I motivi sono molteplici: dalla semplificazione dei mass-media nel narrare il fenomeno, all’enfasi sui flussi migratori provenienti da paesi islamici, alla mancanza di conoscenza empirica del fenomeno descritto. È il caso quindi che la ragione fondata su un approccio scientifico torni ad avere un ruolo di guida del sentimento perché, come diceva Gandhi:

La percezione rimane cieca se non è illuminata dalla ragione.

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