Motomondiale: crisi Honda, ora è allarme rosso4 min read

27 Maggio 2015 Uncategorized -

Motomondiale: crisi Honda, ora è allarme rosso4 min read

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@moto.it

Campanello d’allarme in casa Honda: il Gran Premio di Francia della Motogp, conclusosi con una doppietta Yamaha, è stato il secondo senza piloti della casa dell’ala sul podio. Se consideriamo che dal 2012, anno di ritorno della cilindrata 1000 nella categoria, Honda ha sempre vinto il titolo costruttori, nonché due dei tre titoli piloti fino a questo momento assegnati, ci si rende conto della gravità della situazione. L’ultimo Gran Premio è stato il culmine di un momento indubbiamente non facile, con un Marquez che in pochi mesi è passato da dominatore quasi incontrastato della Motogp a pilota con poco (o nullo) margine di errore. Da cosa può essere dipeso uno sconvolgimento degli equilibri di questo tipo?

Non potendo avere accesso ad informazioni e notizie sulla strada tecnica intrapresa da Honda in questo 2015, bisogna innanzitutto prendere in considerazione la filosofia del costruttore giapponese: Honda ha spesso e volentieri puntato su novità corpose e numerose, in antitesi al modo di operare di Yamaha, che da sempre è invece improntato ad una politica dei “piccoli passi”. Il che può essere un punto a favore quando si tratta di dover reagire ad una situazione di svantaggio e difficoltà, ma che allo stesso tempo può portare a smarrire la retta via, facendo un po’ di confusione tra le varie soluzioni tecniche messe a disposizione dei piloti, tra le quali necessariamente deve essere preso un preciso indirizzo in sede di scelta e sviluppo nell’arco della stagione. E Honda, nei test pre-stagionali svoltisi a Sepang, ha portato diverse configurazioni di moto più o meno vicine a quella vista in pista nel 2014, con differenze telaistiche significative. E chi può dire che, magari, un primo punto di ipotetica confusione tecnica non si sia verificato in questa occasione?

Crisi Honda: le difficoltà di Marquez

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Guardando a quanto si è visto in pista, Honda sembra faticare molto quando le temperature sono piuttosto elevate, prediligendo il fresco. Cosa evidenziata in maniera lampante proprio a Le Mans, dove in gara Marquez ha faticato anche solo ad avvicinare il passo impressionante messo in pista poche ore prima durante il warm-up. Oltre alle difficoltà del pilota di punta di Honda, a testimoniare la giornata negativa della casa dell’ala ci sono le cadute di Pedrosa, Crutchlow e Redding, ovvero gli altri piloti che hanno a disposizione una factory fornita dalla casa giapponese. E proprio Marquez è la cartina di tornasole del momento difficile di Honda: vero è che il campione spagnolo ha da sempre uno stile di guida estremo e non sempre preciso, ma domenica lo si è visto sbagliare davvero tanto nelle diverse fasi di gara. I 20 secondi presi da Lorenzo all’arrivo, l’aver preceduto di poco Smith su una moto satellite e la lotta, spettacolare da vedere, con uno Iannone in grossa difficoltà fisica e costretto ad alzare il suo ritmo a causa di ciò, testimonia quanto Marquez non fosse in ordine con il proprio mezzo durante la corsa francese. Oltre alle problematiche in pista, Honda ha lasciato perplessi anche nella gestione dell’infortunio di Pedrosa, per il quale ha deciso di sostituire l’esperto pilota spagnolo con Aoyama, in luogo di uno Stoner che è sempre stato elogiato per il lavoro svolto come collaudatore da due anni a questa parte, in grado probabilmente di ottenere risultati migliori rispetto al pilota giapponese, ma che alla prima teorica occasione buona è stato snobbato e liquidato con una giustificazione ben poco convincente, che ha tra l’altro irritato lo stesso australiano.

Ci si aspetta insomma una reazione da Honda, che deve passare innanzitutto dalla risoluzione dei vari problemi palesatesi in questo inizio di 2015, con una moto che ha del potenziale che sembra, però, difficile da tirar fuori, in particolar modo a causa di una maggiore difficoltà nell’adattamento alle varie tipologie di piste rispetto a Yamaha. Nello specifico, è da rivedere il comportamento dell’anteriore nell’inserimento di curva – dove Honda soffre di un fastidioso chattering che non permette una traiettoria precisa e solida – ed in accelerazione, con una moto che tende spesso e volentieri ad impennarsi e scomporsi. Sarà importante anche il contributo dei piloti, ed in questo senso Marquez è chiamato, forse per la prima volta da quando corre in Motogp, a dover tirar fuori il 101% da un mezzo che non lo asseconda al massimo nelle sue caratteristiche di guida e con il quale deve più che altro combattere per fargli fare esattamente quello che lui vuole. In più, il rientro di Pedrosa, pilota di valore ed esperienza, potrebbe essere un ulteriore aiuto in fase di raccolta dati e confronto delle sensazioni, cosa che è mancata per la gran parte di questo inizio stagione e che, forse, è stato un ulteriore elemento che ha inciso negativamente.

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Studente di giurisprudenza come "occupazione" ufficiale e appassionato di sport in generale, più come spettatore che come atleta, ahimè. Seguo con particolare interesse gli sport motoristici e da qualche anno a questa parte il motomondiale (ma pure la superbike), pur essendomi avvicinato ad essi con le 4 ruote e la F1.
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