MotoGp Americhe, l’assolo di Marquez2 min read

14 Aprile 2014 Uncategorized -

MotoGp Americhe, l’assolo di Marquez2 min read

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motogp-americheSul circuito di Austin, in Texas, si è corsa la seconda tappa della MotoGp 2014, che ha visto la vittoria di Marquez, alla seconda affermazione consecutiva in questo inizio di campionato, davanti al compagno di team Pedrosa e ad un Dovizioso al primo podio con una Ducati rediviva e finalmente competitiva anche sull’asciutto.

Il fine settimana di prove del MotoGp Americhe, unito a quanto accaduto lo scorso anno, aveva fatto intuire che contro le due Honda ufficiali difficilmente ci sarebbe stata partita, e così è stato: Marquez ha controllato a suo piacimento la situazione, andando a vincere forse per la prima volta una gara condotta in testa dall’inizio alla fine, con solo un rischio all’ultima curva che è servito a dare un sussulto in una contesa che per la vittoria non è mai stata in discussione.

Pedrosa ha corso la sua solita buonissima gara ma non è mai stato in grado anche solo di avvicinare il suo giovane compagno di team, confermando una sensazione di inferiorità complessiva nel computo del confronto interno. Completa il podio Dovizioso, che torna in questa posizione dopo circa un anno e mezzo – curiosamente, anche per Ducati l’ultima volta sul podio risaliva alla gara di Misano, nel 2012. Per Ducati il gap dalla vetta resta indubbiamente corposo, però i passi in avanti ci sono e influiscono positivamente anche sui piloti, tornati combattivi come non si vedeva da diverso tempo.

Diversi protagonisti degni di nota devono essere menzionati anche tra chi è arrivato ai piedi del podio: Bradl e Smith, 4° e 5°, hanno dato vita ad uno splendido duello nel finale che li ha si allontanati da Dovizioso, ma che ha contribuito a far divertire chi seguiva la corsa da casa. Positiva la prestazione di Iannone, a lungo in zona podio al 3° posto e costretto a cedere il passo nel finale, complice un calo di gomme, chiudendo comunque con un buonissimo 7° posto.

Chi esce con le ossa rotte dalla trasferta negli States è senza dubbio il team ufficiale Yamaha: Rossi chiude 8° condizionato da grossi problemi con gli pneumatici, dopo un avvio di gara in cui aveva dimostrato di avere il passo per poter occupare la terza posizione; per Lorenzo, invece, un’altra gara da dimenticare condita da un grave errore in fase di partenza, dove si è mosso con evidente anticipo sul “verde” del semaforo venendo per questo punito con un ride-through, che lo ha fatto scendere all’ultimo posto da cui ha poi rimontato, finendo 10°.

Il ritardo in classifica inizia a farsi corposo per i piloti e per la casa, ed a differenza di quanto si era visto in Qatar dove c’era stato un sostanziale equilibrio, le caratteristiche della pista hanno dato stavolta un chiaro vantaggio alle Honda ufficiali, che sono sempre sembrate irraggiungibili per i piloti della casa di Iwata.

Immagini|GpOne.com

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Studente di giurisprudenza come "occupazione" ufficiale e appassionato di sport in generale, più come spettatore che come atleta, ahimè. Seguo con particolare interesse gli sport motoristici e da qualche anno a questa parte il motomondiale (ma pure la superbike), pur essendomi avvicinato ad essi con le 4 ruote e la F1.
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