MotoGp 2014 Australia: dietro a Rossi il nulla?2 min read

19 Ottobre 2014 Uncategorized -

MotoGp 2014 Australia: dietro a Rossi il nulla?2 min read

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MotoGp 2014 Australia

Nell’affascinante background di Phillip Island (Australia), 16esimo appuntamento stagionale del mondiale 2014 di Motogp, arriva la sorprendente vittoria di Valentino Rossi, davanti al compagno di squadra Jorge Lorenzo e all’altra Yamaha Tech 3 di un emozionato Bradley Smith. Ritirate le due Honda factory di Marquez e Pedrosa, rispettivamente per una caduta e un danno alla parte posteriore della moto.

Alla sua 250esima gara, Valentino Rossi ottiene il suo secondo successo stagionale, inatteso alla vigilia, il numero 108 per la carriera folgorante de “Il Dottore” e l’ottava affermazione in terra australiana, a distanza di 9 anni dall’ultima. Numeri da far girare la testa che rafforzano l’immagine di un Valentino dato troppo presto per finito, dopo l’esperienza in Ducati e la stagione non eccezionale del 2013.

Scriveranno: ha vinto perché Marquez è caduto, Lorenzo aveva problemi con la gomma ecc. È vero, i suoi avversari hanno avuto delle complicazioni importanti, ma le corse sono anche questo. Dietro ogni curva vi è un imprevisto e chi rimane in sella fino al termine, imponendo un ritmo costante, ha senza dubbio dei meriti. Pertanto, onore ad un 35enne che riesce ancora ad essere competitivo, vincere alcune gare nella categoria più importante sulle due ruote e arricchire la nostra tradizione motociclistica.

L’entusiasmo per la vittoria di Rossi lascia spazio però ad un interrogativo: l’Italia (motociclistica) ha tra i suoi piloti più qualificati solo il 46 per il futuro?

La risposta, al momento, sembra essere affermativa. Alle spalle del grande campione di Tavullia, non si intravedono piloti in grado di poter ripercorrere la stessa strada e anche numericamente l’Italia è in netta difficoltà rispetto a nazioni come la Spagna che, dietro Marquez, ha tantissime alternative di valore.

Ne sono una testimonianza i podi delle categorie inferiori (Moto 3 e Moto2). Le cause sono prettamente economiche, visto anche il momento difficile che il Belpaese sta vivendo, e la ricerca di soluzioni scarseggia. Il CEV (campionato europeo di velocità), che rappresenta un po’ la scuola di apprendistato ideale per il grande salto nel mondiale, è monopolizzato da spagnoli e la via per chi è fuori da questo sistema si fa decisamente in salita.

In un contesto così complesso, proprio Valentino Rossi in collaborazione con Sky, è entrato nel mondiale moto3 con un team, puntando su giovani drivers italiani. Fenati, tra gli altri, doveva essere il punto di rifermento della pattuglia nostrana ma il pilota ascolano fatica a trovare la giusta continuità e anche nella gara australiana, finita mestamente con una scivolta, è arrivata un’altra delusione.

Si dovrebbe aprire una riflessione e far si che l’esempio dello Sky racing Team Vr46 o di Gresini venga seguito affinchè il movimento italiano non viva solo della figura ingombrante di Rossi che, pur essendo ancora decisamente competitiva, non potrà continuare in eterno a coprire i buchi del motociclismo italiano. Servono idee ed investimenti perché si è perso già fin troppo tempo.

Immagine| insella.it

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Nato nel “lontano” 1982, ho la qualifica di sistemista Cisco ed esperto nella programmazione informatica. Coltivo da sempre la passione nel raccontare lo sport, soprattutto calcio e motori, cercando di essere originale nell’esposizione. Gli eventi sportivi sono la mia “droga” e confesso che spesso ne abuso.
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