Morgan a X Factor 2014: addio che sa di deja vu2 min read

17 Novembre 2014 Cultura -

Morgan a X Factor 2014: addio che sa di deja vu2 min read

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Morgan a X Factor 2014E psicodramma fu! Se la scorsa settimana avevo definito melodrammatica la reazione di Victoria, beh, giovedì Morgan è stato capace di superarla alla grande. Quando si tratta di strafare, Marco Castoldi non lo batte nessuno.

Va più o meno così: la serata è incentrata sul tema dell’uguaglianza, contro la discriminazione e il bullismo. Gli Spritz for Five, quintetto triestino alle direttive di Morgan, nome di merda ma facce simpatiche, cantano “Il gioco del cavallo a dondolo “ di Roberto De Simone. La canzone parla di tolleranza e centra a pieno il tema della serata ma francamente non la conosce proprio nessuno. Morgan, forte delle cinque edizioni vinte in passato si esalta per la sfida, gli Spritz For Five invece ne sono travolti e finiscono al ballottaggio.

Il pubblico si merita la merda che c’è in giro oggi

sussurra. D’altronde, come dargli torto. Durante la seconda manche, per Morgan, è la volta dei Komminuet. Cantano “Je t’aime, moi non plus”, la canzone scritta dal grande Serge Gainsbourg. O, per intenderci, quella usata nella pubblicità del profumo Dior con la bella Natalie Portman. Ma l’esibizione non è altrettanto inebriante e, anche loro, finiscono al ballottaggio.

È così che Morgan, irritato, deve scegliere chi dei due sacrificare. Elimina gli Spritz For Five, poi si alza in piedi, affermando perentorio che lui non ha più nulla a che vedere con la deriva del programma. E dice addio a X Factor. Per sempre.

Panico. Brividi di freddo. Stringe la mano a Fedez, Mika e Victoria e se ne va. Io ho la strana sensazione di aver già assistito a una scena simile in un’altra vita, come in un inquietante deja-vu.

(Infatti, come ricorda Selvaggia Lucarelli su Twitter, è l’addio numero 11 in 8 edizioni di X Factor).

Forse per questo nessuno dice niente e nessuno lo blocca. La trasmissione continua come se nulla fosse accaduto. I giudici votano, i due gruppi sono in parità. È il pubblico a dover scegliere: vincono i Komminuet. Ma di lui, manco l’ombra.

Queste scenate non sono una novità, certo è che, soprattutto quest’anno, Morgan dà sfogo troppo spesso al suo smisurato ego sottolineando in continuazione e senza alcuna reticenza quanto sia migliore del pubblico e della melma che lo circonda. Quasi quasi inizia a star antipatico anche a me.

Sono le strategie di una mente machiavellica o più semplicemente la prova che Morgan proprio non sa perdere? Ai posteri l’ardua sentenza. Giovedì sul divano, con la tv accesa.

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Da biologa pentita, procedo in direzione contraria al buon senso e mi rifugio a Milano per studiare Scienze della Comunicazione, dopo anni di vagabondaggi alla ricerca della pace interiore. Così, la riscopro nella Tequila, nei concerti al Magnolia, nelle canzoni coi finali tristi, nelle newsletter di Rockit e nelle pagine del Rolling Stone. Adoro ossessivamente X-Factor e odio il fatto che Sanremo coincida con la sessione invernale.
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