Mondiale Superbike 2015: promossi e bocciati4 min read

22 Ottobre 2015 Uncategorized -

Mondiale Superbike 2015: promossi e bocciati4 min read

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mondiale superbike 2015
Jnathan Rea, vincitore del Mondiale Superbike 2015  |  @motogpbrits

Con il round corso domenica in Qatar, che ha visto l’affermazione di Aprilia in entrambe le manche, si è concluso il Mondiale Superbike 2015. È quindi tempo di un bilancio stagionale, che evidenzia quali sono i piloti che hanno sorpreso o comunque fatto vedere ottime cose e chi, invece, ha deluso le aspettative.

Mondiale Superbike 2015 – Promossi

Jonathan Rea: 14 vittorie su 26 manche, 23 podi complessivi, mai peggio di 4° in gara, un ritiro per cause tecniche e soli 4 punti in meno (548 contro 552) rispetto al record fatto segnare da Edwards nel 2002. Basterebbero solo queste cifre per far capire il dominio che Rea ha esercitato su questo campionato, dimostrando superiorità ed un controllo della situazione straordinario, palesato in ogni condizione in cui si è trovato a correre: era chiaro già  dopo poche gare chi sarebbe stato a portarsi a casa il titolo quest’anno. Un premio meritato per un pilota che, dopo tanti anni di sofferenza in Honda, ha saputo sfruttare alla perfezione la prima vera occasione utile per il titolo.

Chaz Davies: quest’anno ha dimostrato una crescita notevole. Talento e velocità non gli hanno mai fatto difetto, ed a tutto ciò ha unito una costanza di rendimento che, nei primi anni di Superbike, era stata invece il suo tallone d’Achille. Ha tenuto a galla Ducati in una stagione dove ha corso praticamente da solo, portando la Panigale ai primi successi in Superbike, il tutto grazie ad una guida sempre aggressiva, generosa e raramente fallosa. Il ruolo di vice-campione del mondo, conquistato dopo la gara nel deserto qatariota, è un giusto premio per quanto ha fatto vedere nel 2015.

Michael Van Der Mark: atteso al debutto quest’anno, il campione 2014 Supersport non ha tradito le attese, dimostrandosi pilota veloce, di talento ed aggressivo, capace di conquistare qualche piazzamento sul podio e di tenersi dietro a più riprese il campione del mondo in carica, Guintoli, pilota di valore e decisamente più esperto di lui. Ha commesso degli errori che, a conti fatti, lo hanno penalizzato e fatto finire dietro al compagno di team in classifica generale, ma considerato il suo status di rookie sono cose che si possono perdonare. Specie poi quando sei in sella ad una moto, come la Honda, raramente competitiva con le migliori, e che impone quindi di prendersi dei rischi per poter ottenere un certo tipo di risultati.

Mondiale Superbike 2015 – Bocciati

Tom Sykes: per anni uomo di punta Kawasaki, nel 2015 è uscito distrutto dal confronto diretto con Rea, che lo ha relegato ben presto al ruolo di effettiva seconda guida del team. Eppure, al campione del mondo 2013 la velocità non è mancata, sia in prova che in gara. Tuttavia, proprio in quest’ultimo frangente ha mostrato dei limiti evidenti nella gestione delle gomme, che lo hanno spesso costretto a cali improvvisi di rendimento anche all’interno di una stessa manche, facendogli fare il “gambero” verso posizioni di rincalzo e ben lontane da quelle occupate da Rea. Dovrà lavorare a testa bassa per risolvere questo problema, se vorrà essere un vero contendente al titolo.

Davide Giugliano: chiamato ad approfittare dei passi in avanti fatti dalla Panigale, si può dire che la sua stagione quasi non è iniziata, avendo perso sin da subito le prime gare del campionato a causa del serio infortunio patito in un test pre-stagionale. Quando è rientrato ha dimostrato velocità e generosità, ma anche la consueta tendenza all’errore che, a Laguna Seca, gli è costata la caduta ed un nuovo infortunio, che ne ha decretato la fine anticipata della stagione. Insomma, passano gli anni ma sembra che Giugliano non riesca ad imparare a gestire il proprio limite. Cosa già penalizzante come risultati, figurarsi se a questo si aggiungono infortuni pesanti che ne mettono a rischio la sua salute. Urge un reset, perché si è visto con Davies che la Ducati ha il potenziale per lottare per traguardi importanti.

https://www.youtube.com/watch?v=OtJ92XqRWIk

Aprilia, Honda e Suzuki: gli ultimi bocciati non sono dei piloti, ma delle case che, per motivi diversi, hanno deluso parecchio. Aprilia continua a non avere chiaro cosa farne della Superbike, tanto è vero che ancora oggi non si sa se la casa veneta sarà in pista il prossimo anno. Un peccato, perché una moto come la Rsv4 è un patrimonio da non sprecare tra incertezze gestionali e scelte discutibili dei piloti. Le due case giapponesi sono una delusione che, per la verità, si protrae ormai da diverso tempo. Per Honda pare esserci uno spiraglio in vista del 2017, dove sembra che finalmente verranno apportati dei miglioramenti consistenti all’ormai datato Cbr: c’è da sperare che questa volta la promessa venga mantenuta, perchè la futura coppia Van Der Mark-Hayden merita un mezzo all’altezza della situazione. Suzuki, dopo un’altra stagione anonima, ha invece deciso di lasciare la categoria, e forse è meglio così: il progetto Gsx-r è da ormai un lustro abbandonato al suo destino, e restare in un campionato tanto per fare da comparsa non ha senso, e soprattutto non rende onore ad una casa che ha scritto pagine importanti della storia Superbike.

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Studente di giurisprudenza come "occupazione" ufficiale e appassionato di sport in generale, più come spettatore che come atleta, ahimè. Seguo con particolare interesse gli sport motoristici e da qualche anno a questa parte il motomondiale (ma pure la superbike), pur essendomi avvicinato ad essi con le 4 ruote e la F1.
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