Michele Salvemini in arte Caparezza: è Museica vera2 min read
Reading Time: 2 minutes(Continua su Le Nius la rubrica musicale I meravigliosi dischi di Annalì. Dopo lo Stato Sociale e il Trio Gazzè Fabi Silvestri, oggi è la volta di Michele Salvemini in arte Caparezza).
Anche io a volte riesco a emanciparmi dall’élite intellettualoide e radical chic di cui mi circondo e ad apprezzare il vasto mondo musicale che c’è aldilà dell’indie in Italia.
Succede raramente, ed è privilegio di pochi: di Tiziano Ferro, per esempio. Ma non ve ne parlerò oggi (gioite pure) perché questa settimana, per me, vince lui: Michele Salvemini, in arte Caparezza.
Il rap non è assolutamente il mio genere eppure Caparezza su di me ha sempre esercitato un fascino preciso. Quarant’anni portati benissimo e un’identità pugliese tra le più belle, è tornato all’attivo anche lui: con gli stessi capelli ricci e folti, con la stessa ironia pungente e soprattutto con un album che è una ventata di novità, non delude le aspettative e si guadagna tutti i complimenti ricevuti.
È un Caparezza meno incazzato e più musicista, che non corre il rischio di diventare noioso e ripetitivo. Ha detto: “Museica è un album ispirato al mondo dell’arte, l’audio-guida delle mie visioni messe in mostra.” Diciamo pure che quest’uomo è un genio e che il suo ultimo non è esattamente un album da ascoltare mentre si lavano i piatti, ci vuole più testa e attenzione per cogliere le duemila citazioni e gli infiniti riferimenti artistici. Ecco, forse è il caso di avere a portata di mano anche un manuale di storia dell’arte.
Museica è l’ennesima prova che Caparezza va ascoltato con impegno, con buona pace di chi continua a ballare nelle discoteche ‘Fuori dal Tunnel’ o ‘Vieni a ballare in Puglia’ senza coglierne il significato.
Perché un vero artista, e Michele lo è senza ombra di dubbio, fa anche questo: sente la necessità di impegnarsi per la propria gente e porta questo bisogno nella sua musica. Non è un caso che Caparezza abbia aperto il concerto del primo maggio a Taranto, probabilmente il miglior concerto della storia pugliese per presenze, meriti ma soprattutto intenti e contenuti. Questa settimana il protagonista è lui, ce lo possiamo permettere.