Magico Lane, stai alla larga dai ciarlatani4 min read

28 Dicembre 2013 Uncategorized -

Magico Lane, stai alla larga dai ciarlatani4 min read

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magico lane

Avevamo deliberatamente scelto di non commentare le trattative per il passaggio di proprietà del Vicenza, perché in questi anni di debito che continuava a crescere e di patrimonio calcistico che scendeva ai minimi termini, abbiamo visto fin troppo avventurieri farsi pubblicità sui giornali locali, arrivando a costanti “nulla di fatto” in prossimità della chiusura delle trattative.

Noi tifosi in questi anni ne abbiamo viste di tutte i colori, e oramai accogliamo ogni tentativo con estremo scetticismo. La faccenda è facilmente riassumibile: il debito societario ammonta – secondo varie ricostruzioni – a circa 14 milioni di euro: quindi solo un pazzo particolarmente bravo e con molti soldi potrebbe far ripartire sul serio società e squadra. E, in un momento in cui investire in Italia è – per usare un eufemismo – “poco conveniente”, francamente abbiamo anche smesso di crederci.

magico laneNonostante queste premesse, ci sono stati però 6 gruppi – senza contare le fantasiose ricostruzioni di cordate russe e turche interessate all’acquisto – che si sono avvicinate e hanno dimostrato, almeno a parole, interesse per il magico Lane. Ecco qui i pregi, ma soprattutto i difetti, di ogni tentativo andato a vuoto.

Rino Dalle Rive. Il suddetto è un industriale vicentino, proprietario della Safond, ditta edile, e del Marano Vicentino, formazione che Dalle Rive ha portato fino al campionato di serie D. Sembrava una soluzione che potesse almeno portare competenze nella gestione societaria e calcistica. Sta di fatto che, ogni volta che la vendita pareva sul punto di essere chiusa, nuovi problemi spuntavano come funghi, imputabili – pare – all’attuale proprietà. Questa ipotesi è poi definitivamente tramontata nel momento in cui Dalle Rive ha avuto problemi di salute. Voto: 5, troppe chiacchiere e pochi fatti.

Massone. La sua storia sembra rispecchiare il suo cognome: ombre su ombre. Avvocato parafulmine, è intervenuto più volte sui giornali e sulle tv locali per rivendicare la bontà del suo progetto (?) ma non si è mai ben capito – in nome, a suo dire, della privacy – chi fossero gli industriali che dovevano metterci i contanti. Soldi che, al momento di presentare fideiussioni utili ai preliminari di acquisto, non si sono mai visti. Per colpa di chi, poco ci importa. Voto: 3, lasciamo perdere, tempo sprecato.

Masolo – Rosati. Questa presunta trattativa è un’idea dell’ex presidente “casinaro” Masolo. Odontotecnico con il vizietto del calcio, sconosciuto ai più, venne nominato dal Cda senza entrare formalmente in società. Gli piaceva andare in panchina ma di lui, più che la gestione, si ricordano le numerose espulsioni, per lo più ridicole, e le conseguenti lunghe squalifiche. Con queste premesse, e per il “bene del Vicenza” (cit.), si è proposto come intermediario per trovare qualcuno disposto a rilevare la società. Pare che la sua attività di lobbying l’abbia portato in contatto con Rosati, ex presidente del Varese e attuale vicepresidente del Genoa. Di questa trattativa si sa poco o nulla, in quanto Rosati non ha mai commentato, e di Masolo, onestamente, non ci fidiamo. Voto: Masolo 2 (e siamo buoni), Rosati s.v (ha avuto il pudore di non commentare).

La cordata vicentina. In un territorio come il nord est, in apparenza non più ricco come una volta ma sempre strapieno di imprenditori evasori, pronti alla speculazione per la costruzione di nuovi stadi, ogni tanto appare e prende piede la mitologia della “cordata vicentina”. Non si sa mai bene il chi, il come, il quando e il perché. In una parola: buffonate. Voto: 1

Mehmeti. Lo psicodramma della vendita raggiunse il suo apice quest’estate, quanto si pareva ad un passo dalla chiusura con un gruppo kosovaro svizzero guidato da Hamdi Mehmeti, personaggio molto presente su Facebook. Manca la conferma ufficiale, ma secondo nostre fonti albanesi sembra che il gruppo faccia capo a Behgjet Pacolli, ex marito di Anna Oxa, che di soldi, effettivamente, ne dovrebbe avere a pacchi. Venuto a Vicenza recentemente per bere uno spritz coi tifosi, introdotto da una lunga corrispondenza pubblica – naturalmente su Facebook – con l’ex bandiera del Lane Giorgio Carrera, Mehmeti a parole è sempre interessato, ma al momento sulla trattativa è sceso il silenzio. In estate il tira e molla con la proprietà sui chi dovesse pagare l’iscrizione al campionato ha portato a 4 punti di penalizzazione in campionato, senza i quali il Vicenza sarebbe terzo. Non si è partiti, per così dire, “con il piede giusto”, o forse non si è nemmeno partiti. Voto: 4, chiaccheroni o, come si dice in Veneto, “ciacoloni”.

Nobile Provinciale. Ultima nota di colore è l’azionariato popolare, un progetto che trovate a questo indirizzo. Come potete vedere dal sito, si capisce poco o nulla. Tanti bei nomi, ma – questo è il nostro modesto parere – nessuna trasparenza. Non un dato sulle sottoscrizioni e nemmeno uno su quanti soldi siano stati raccolti. Un bel pranzo all’anno per dirsi quanto sarebbe bello che la proprietà fosse dei tifosi e, per il resto, nulla. Forse tra dieci anni si riuscirà a prendere lo 0.02% della società. Voto: 10 per l’idea, 2 per l’applicazione. Fuffa.

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Collettivo della curva sud del Romeo Menti, teatro delle imprese del Lanerossi Vicenza. Qui saremo la sirena d’allarme per un calcio moderno alla deriva: in trasferta ci portiamo il cabernet, non la tessera. Allo stadio andiamo con la sciarpa biancorossa, non i bastoni. Potrà cambiare il clima ed il cielo, mai la nostra bandiera, biancorossa per sempre.
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