Come va la lotta al mondiale MotoGP 20153 min read

30 Giugno 2015 Uncategorized -

Come va la lotta al mondiale MotoGP 20153 min read

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mondiale motogp 2015
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Siamo ormai quasi al giro di boa della stagione, e dopo il Gran Premio di Assen (Olanda) si possono già trarre le prime conclusioni sul mondiale di MotoGP. La prima è il ritorno ai vertici della Yamaha: la casa di Iwata per il 2015 ha portato in pista una gran moto, che ben si adatta ad ogni tipologia di circuito. Non a caso in 8 gare, ben 7 son state son state portate a casa (3 con Rossi e 4 con Lorenzo), ed entrambi i piloti del team ufficiale sono in testa al mondiale, con Rossi primo, 10 punti avanti a Jorge.

Mondiale MotoGP 2015: le difficoltà di Marquez

I favoriti sono loro due, con Marquez ormai tagliato praticamente fuori dalla lotta per il titolo (-74 da Rossi e -64 punti da Lorenzo). El cabronçito quest’anno ha mostrato tutti i suoi limiti nel dover disporre di un mezzo meno competitivo rispetto alla concorrenza. Marquez dimostra un’eccessiva irruenza sia nella gestione della gara, sia nel compiere sorpassi (più volte sconsiderati e non curanti di chi è con lui in pista). Già negli ultimi due anni, in cui lo spagnolo si era poi laureato campione del mondo, Marquez aveva compiuto errori simili, ma la sua Honda era la moto da battere e grazie ad essa (ed al suo gran manico), riusciva a mettere una pezza all’errore ed andava a vincere. Al pubblico piace il suo “provarci sempre”, ma tale caratteristica lo ha portato a buttare nel bidone dell’umido punti pesanti (20 in Argentina, almeno 16 in Catalunya, e 10-12 al Mugello), che lo avrebbero proiettato ad un distacco sicuramente inferiore ai 40 punti. E considerando la capacità di reazione della Honda (che con uno o due sviluppi può tornare la moto da battere) e il fatto che Rossi e Lorenzo si portano via punti a vicenda, a 10 gare dalla fine Marquez si sarebbe comunque ritrovato a dover fronteggiare una rimonta non certo impossibile.

Mondiale MotoGP 2015: l’alternanza Rossi-Lorenzo

Tornando a Valentino e Jorge la loro situazione è paradossale: il primo per stile di guida predilige la frenata e l’inserimento in curva, mentre il secondo la percorrenza della stessa. Questo fa sì che l’adattamento alle gomme sia diverso da un pilota all’altro, ed qui che nasce un paradossale equivoco. Nelle prime 3 gare Bridgestone ha portato una determinata tipologia di gomme, con la spalla dura in modo da fronteggiare meglio l’usura dell’asfalto: si è visto sostanzialmente un Rossi dominatore, Marquez a corrente alternata e il “fratello scarso” di Lorenzo. Nelle successive 4 gare, invece, si è passati alle gomme con la spalla più morbida, senza un apparente motivo, e il fratello scarso di Lorenzo pare abbia bevuto la pozione di Asterix, diventando sostanzialmente invincibile, con il solo Valentino a replicare da dietro per due gare i suoi tempi, senza riuscire a riprenderlo. Ad Assen, infine, si è tornati alla tendenza di inizio campionato, Lorenzo ha passato la pozione a Rossi, che in Olanda ha firmato la pole e una gara in testa dall’inizio alla fine, marcato (e sportellato) da Marquez, che giova delle coperture e del ritorno al telaio 2014 (toh, che combinazione fortunata).

Sostanzialmente, quindi, sembra che il Mondiale sarà deciso dalle scelte che faranno gli ingegneri della Bridgestone prima di decidere il tipo di coperture da portare nei vari GP. E’ così difficile portare entrambe le mescole e lasciare libera scelta ai piloti? Sarebbe una scelta troppo logica per il gommista e la federazione. D’altronde la MotoGP dovrebbe essere la massima espressione di tecnologia e velocità della due ruote, senza privare i piloti della possibilità di rendere nelle loro condizioni ideali, ma troppo spesso non sembra essere così.

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