Legge sugli ecoreati: cosa dice e quali sono le pene6 min read

23 Maggio 2015 Ambiente Politica -

Legge sugli ecoreati: cosa dice e quali sono le pene6 min read

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legge sugli ecoreati
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Il 19 Maggio il Senato italiano ha approvato in via definitiva la proposta di legge sugli ecoreati. Vediamo assieme cosa contiene e in cosa consistono i nuovi reati con le relative sanzioni.

Legge sugli ecoreati: la proposta di legge

L’iniziativa per il riconoscimento degli ecoreati è cominciata 18 anni fa, quando in Parlamento vennero presentate le prime proposte per introdurre la nuova fattispecie di reato nel codice penale. Dopo anni di discussione e di molteplici disegni presentati da governi e parlamentari, arriviamo nel 2013 quando la legge odierna assume la sua prima forma con l’accorpamento di tre proposte di legge di PD, Sel e M5S operato nella Commissione Giustizia della Camera. Il testo è stato più volte modificato fra Camera e Senato, rischiando l’affossamento proprio nella Camera Alta dove è rimasto fermo circa un anno. Le insistenti pressioni congiunte dei parlamentari promotori ha però sbloccato l’iter e finalmente, dopo due anni di discussione, gli ecoreati vengono resi riconoscibili e puniti in via penale. La legge prevede infatti l’introduzione di un nuovo titolo nel Codice Penale utile a definire nuovi reati e le relative sanzioni: il Titolo VI-bis, dei delitti contro l’ambiente.

Gli ecoreati e le sanzioni

Inquinamento ambientale: chiunque abusivamente provochi “una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili: delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo; di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna” verrà punito con la reclusione dai 2 ai 6 anni e con una multa compresa fra i 10mila e i 100mila euro. Sono inoltre previste delle aggravanti nel caso in cui vengano verificati casi di lesione o morte legate all’attività contestata.

Disastro ambientale: viene definito disastro ambientale “alternativamente: l’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema; l’alterazione dell’equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali; l’offesa alla pubblica incolumità in ragione della rilevanza del fatto per l’estensione della compromissione o dei suoi effetti lesivi ovvero per il numero delle persone offese o esposte a pericolo”. Per chi abusivamente lo provoca sono previsti dai 5 ai 15 anni di prigione.

Traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività: per “chiunque, abusivamente, cede, acquista, riceve, trasporta, importa, esporta, procura ad altri, detiene, trasferisce, abbandona o si disfa illegittimamente di materiale ad alta radioattività” le pene previste contemplano dai 2 ai 6 anni di carcere e la somministrazione di una multa che va dai 10mila ai 50mila euro. Le pene verranno aumentate se si verificheranno situazioni di disastro ambientale o se dal fatto deriveranno pericoli per la vita o per l’incolumità delle persone.

Impedimento del controllo: per “chiunque, negando l’accesso, predisponendo ostacoli o mutando artificiosamente lo stato dei luoghi, impedisce, intralcia o elude l’attività di vigilanza e controllo ambientali e di sicurezza e igiene del lavoro, ovvero ne compromette gli esiti” sono previsti dai 6 mesi ai 3 anni di reclusione.

Omessa bonifica: per “chiunque, essendovi obbligato per legge, per ordine del giudice ovvero di un’autorità pubblica, non provvede alla bonifica, al ripristino o al recupero dello stato dei luoghi” nasce il reato di omessa bonifica, punibile con la reclusione da 1 a 4 anni e con una multa che va dai 20mila agli 80mila euro.

Ripristino dello stato dei luoghi: chi verrà condannato sarà obbligato, nei casi tecnicamente possibili, ad operarsi per il recupero ed il ripristino dello stato dei luoghi.

Ravvedimento operoso: per chi si adopera preventivamente al ripristino descritto nel punto precedente, è prevista una riduzione della pena da un terzo alla metà. In questo caso, il procedimento viene sospeso (assieme al corso della prescrizione) per permettere l’esecuzione del recupero. Il ravvedimento operoso dovrà essere proposto ed avviato prima dell’apertura del dibattimento di primo grado e non potrà superare il limite operativo di due anni, salvo proroga di un anno in casi eccezionali.

Confisca: per i reati ambientali è sempre prevista la confisca del beni e dei terreni coinvolti, salvo il caso in cui questi appartengano ad una persona estranea al reato. I beni confiscati o i loro eventuali proventi saranno amministrati dalla pubblica amministrazione ai fini di bonifica e recupero dell’area. Non è prevista la confisca per l’imputato che “abbia efficacemente provveduto alla messa in sicurezza e, ove necessario, alle attività di bonifica e di ripristino dello stato luoghi”.

Nuove sanzione amministrative per le imprese: la nuova legge aggiorna il decreto legislativo 231 del 2001 che disciplina la responsabilità amministrativa delle imprese e delle altre persone giuridiche. Il testo aggiornato prevede, a carico dell’ente, sanzioni pecuniarie relative ai nuovi reati ambientali quali inquinamento e disastro ambientale (colposi e non), traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività e associazione a delinquere (comune e mafiosa).

Illeciti amministrativi: per quelle violazioni che non hanno provocato danni o pericoli concreti e attuali alle risorse ambientali ed alle persone, la legge prevede delle forme di ravvedimento che gli organi di vigilanza possono impartire ai contravventori. Queste prendono il nome di “prescrizioni” ed il loro adempimento, unito al pagamento di una somma di denaro, portano all’estinzione della contravvenzione e all’archiviazione del reato senza dover passare da un giudice.

Aggravanti ed altre disposizioni: alle pene già presentate vengo poi previste, in casi particolari, una serie di aggravanti che ne aumentano l’entità: il coinvolgimento di associazioni a delinquere a stampo mafioso (con inasprimento ulteriore se sono coinvolti pubblici ufficiali o incaricati di un pubblico servizio legato all’ambiente), l’accertamento del dolo da parte del contravventore e la commissione dei reati di inquinamento e disastro ambientale in aree protette. Inoltre, i tempi di prescrizione per i reati legati all’ambiente vengono raddoppiati. Per quanto riguarda i delitti colposi, viene seguita la stessa disciplina di quelli dolosi ma, a seconda dei casi, possono essere previste riduzioni della pena. Infine, quando il procuratore della Repubblica procederà per le indagini sugli ecoreati, dovrà darne notizia anche all’Agenzia delle entrate e al procuratore nazionale antimafia.

Le reazioni

L’approvazione della legge sugli ecoreati ha provocato euforia nelle formazioni politiche che hanno presentato le proposte da cui è nata. Nel Partito Democratico si parla di “giornata storica”, con Renzi che enfatizza il risultato col suo commento “Provvedimenti attesi da decenni diventano legge”. Il Movimento 5 Stelle esulta attraverso le parole del vice-Presidente della Camera Luigi di Maio che manda “un abbraccio a tutte le mamme della Terra dei Fuochi”. Anche Sinistra Ecologia e Libertà rivendica il proprio ruolo nel successo evidenziando il lavoro della parlamentare Serena Pellegrino, firmataria di una delle proposte di legge.
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha affidato a Twitter il suo commento: “Giornata storica. I reati ambientali sono legge. Il Governo mantiene l’impegno”. Soddisfatto anche il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti: “Un grande passo avanti nell’affermazione della legalità: ora avremo finalmente gli strumenti giusti per punire chi distrugge l’ambiente”.

L’unica voce fuori dal coro è quella del portavoce dei Verdi Angelo Bonelli, secondo il quale: “La legge introduce nel nostro ordinamento il reato di disastro ambientale solo se cagionato ‘abusivamente’, come se vi fossero reati ambientali che non sono abusivi. Con questo avverbio si garantisce un’ombra di incertezza che può portare all’impunità”.

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Fiorentino di nascita, Web Marketing Specialist per diletto e Nerd di professione. Si nutre di cultura pop e vive la sua vita perennemente in direzione ostinata e contraria. Per Le Nius supporta l'area editoriale, in ambito politica, e l'area social. matteo@lenius.it
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