Lazio-Inter, la strana sensazione di continuità2 min read

12 Maggio 2015 Uncategorized -

Lazio-Inter, la strana sensazione di continuità2 min read

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Ho avuto enormi difficoltà nel trovare parole giuste per raccontarvi Lazio-Inter. È stata una partita che al suo interno ne ha avute due o tre, in cui a tratti si è rivista l’Inter di Udine o quella col Chievo e in cui l’arbitro Massa ha avuto il suo bel peso. Ma soprattutto perché è stata una vittoria particolare: la partita si era messa sui soliti binari, nonostante la doppia superiorità numerica Icardi e compagni stavano facendo di tutto per non vincere, poi ci ha messo lo zampino Hernanes. E lì è subentrata una sensazione strana: come è possibile aver portato a casa i tre punti dopo una partita così? E come è possibile che l’ultima sconfitta risalga a 7 giornate fa?

Non ci posso credere

come direbbe Rolando. (quello di Aldo, Giovanni e Giacomo, non l’ex Porto) E invece è tutto vero.

Quindici punti in sette turni, una striscia così lunga di imbattibilità in campionato non si vedeva dall’ottobre-dicembre 2013, otto partite senza ko (ma “solo” 14 punti). E per trovare un parziale senza sconfitte con più punti bisogna tornare al settembre-novembre 2012, con le sette vittorie consecutive di Stramaccioni (ah, l’Udinese nel ritorno sta crollando come quella Inter: un caso? Io non credo).

Numeri che fanno girare la testa

sarebbe invece il commento dell’ing. Cane (il magnifico Fabio de Luigi). In effetti è così, un po’ mi sento strano, nelle scorse puntate chiedevo continuità e stavolta sono stato accontentato.

Lazio-Inter: bene Hernanes, discreto Kovacic

Certo, questo non vuol dire che i difetti se ne sono andati e che questa squadra può davvero lottare per lo scudetto l’anno prossimo. Intanto anche ieri la fase difensiva è andata in difficoltà ogni volta che è stata attaccata, se la Lazio non è andata sul 2-0 è stato solo per un paio di miracoli tra Handanovic e Ranocchia. E, incredibile a dirsi, la doppia espulsione Mauricio-Marchetti non ha aiutato per nulla, perché comunque i biancocelesti hanno avuto ancora qualche occasione.

Poi c’è il solito problema di costruzione del gioco, solo in orizzontale e lentissimo quando le avversarie si chiudono, ma per questo bisognerà aspettare qualche intervento sul mercato perché i giocatori attuali restano limitati, sia tecnicamente che mentalmente. Sui singoli, il vero protagonista è stato ovviamente Hernanes e la sua buona prestazione al di là dei gol non fa che aumentare il rimpianto 1) di non averlo schierato fin dall’anno scorso nel suo ruolo 2) di non poterlo avere a disposizione sabato con la Juve. Tra gli altri, la discreta gara di Kovacic fa ben sperare per il futuro prossimo, mentre le difficoltà di Icardi sembrano legate più alla stanchezza (45 presenze su 49, 3599′ in stagione, cioè è stato in campo per l’81% dei minuti).

Restano ancora 4 partite da giocare, a partire da quella di sabato con la Juve. L’Inter ci aveva abituato a finali di campionato in calando, su tutti il 2012/13: un finale in crescendo (indipendentemente dalla posizione in classifica) può rivelarsi una base importante da cui ripartire per il futuro, proprio quella che è mancata negli ultimi anni.

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Classe 1990, trapiantato a Milano ma orgogliosamente friulano, collaboro dal 2011 con il Messaggero Veneto, dal 2013 con Libero e dal 2015 su FabbricaInter, occupandomi prevalentemente di sport. Il mio film preferito è "The Blues Brothers" e John Belushi è la mia guida spirituale, anche se Dio è portoghese.
2 Commenti
  1. dav1de

    C'è da dire però che in questi 7 risultati utili consecutivi ci sono i pareggi in casa con Parma e Chievo. Come dire, non proprio irresistibili.Piuttosto, sento continuamente parlare di Kovacic al Barcellona: confermi?

    • Matteo Spaziante

      Molto dipenderà dal blocco del mercato per il Barça: se verrà tolto, sono in prima fila. L'impressione comunque è che Kovacic, se non il primo, è il secondo sulla lista dei "big" cedibili per Mancini.Sui pareggi, vero, di mezzo ci sono quei due. Però il fatto che erano anni che non si mettevano così tanti punti in fila fa riflettere.

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