Il Lane e quel diabolico perseverare2 min read

10 Dicembre 2015 Uncategorized -

Il Lane e quel diabolico perseverare2 min read

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Il Lane e quel diabolico perseverare
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Non gira bene, per niente bene, ma ce la cerchiamo. Dopo l’1-2 tra Salernitana e Spezia, dove abbiam raccolto solo 1 punto e giocato pure maluccio, c’è da arrabbiarsi. Un conto è giocare al massimo della (anche se poca) forza che si ha, un conto è giocare al piccolo trotto e pensare che i gol arrivino da soli. Lo stiamo facendo troppo spesso, e così non si va da nessun parte, se non incontro a tempi pessimi, a sperare di raccattare punti qua e là. Siamo solo a due punti sopra la zona playout: adesso basta.

Rendiamocene conto, e al di là della parole – il ritornello del “serve più cattiveria e cinismo per segnare gol” a fine gara sarà la millesima volta che lo sentiamo, siamo stati dei mona sarebbe più onesto – qui bisogna ricominciare a correre e a morder le caviglie, tentando di cavare fuori dalle rape quella poca qualità che abbiamo, specialmente a centrocampo, e andarsi a prendere i punti con la grinta. Meno stile e più concretezza: in B funziona così, a meno di non avere giocatori di categoria superiore che ti fanno girare da soli la squadra.

L’anno scorso li avevamo, quest’anno no, questa è la verità. Figlia ovviamente di una bailamme societario che dura da troppo, e che ha portato a un mercato che sulla carta poteva essere interessante – a parte la boiata Cocco/Pozzi – ma che nella realtà si è dimostrata in una serie di scommesse mai vinte: le prestazioni di Pazienza, Gagliardini, Rinaudo e anche del Galano delle ultime 3 settimane ne sono dimostrazione, così come quei giovani non fanno il salto di qualità. Non ci si può nascondere dietro la sfortuna di Brighenti e la trovata Raicevic (lui sì un gran colpo). La coperta è troppo corta e a gennaio bisogna intervenire, sempre che chi deve vendere si decida a farlo, ovviamente… Serve aria nuova e smetterla di perseverare in un autolesionismo senza fine.

Fatto il punto, sabato arriva il Brescia e andiamo controcorrente, dicendo che forse è l’avversario migliore che poteva capitare, in una situazione in cui non vinciamo più, sembriamo non averne più, ci sono brutti segnali da tutte la parti. Serve la Prestazione, con la P maiuscola, da parte di tutti – giocatori e tifo -, e le rondinelle sono l’avversario tosto, un nemico dichiarato, che ci serve per metterla in campo dal primo al novantesimo. Arrivano carichi dalla vittoria sul Pescara – da vendicare – e ci costringeranno ad essere “sul pezzo” per tutta la partita. Vediamo di esserci, e di cominciare a metterci in tasca quei 7 punti che ci servono da qui alla fine del girone di andata.

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Collettivo della curva sud del Romeo Menti, teatro delle imprese del Lanerossi Vicenza. Qui saremo la sirena d’allarme per un calcio moderno alla deriva: in trasferta ci portiamo il cabernet, non la tessera. Allo stadio andiamo con la sciarpa biancorossa, non i bastoni. Potrà cambiare il clima ed il cielo, mai la nostra bandiera, biancorossa per sempre.
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