Lane, andiamo a prenderci questa salvezza2 min read

21 Aprile 2016 Uncategorized -

Lane, andiamo a prenderci questa salvezza2 min read

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Ostacolo duro: lo Spezia di Mimmo Di Carlo. Quattro punti in due gare, e adesso manca il passaggio più importante. Dopo la vittoria contro la Ternana e il pareggio di Salerno, la settimana del Vicenza ha preso la piega giusta, ma sabato contro lo Spezia di Mimmo di Carlo va data la “legnata” decisiva. Abbiamo 42 punti, ci siamo tirati fuori dalla zona calda, ma là dietro la zona play out è sempre dietro l’angolo, e basta poco per tornarci. Non si deve mollare di un centimetro, e pur se con la penalizzazione del Lanciano abbiamo guadagnato una posizione e forse sono gli altri a doverle vincere tutte a tutti i costi, contro gli spezzini – con i quali non corre buon sangue – dobbiamo vincere.

Almeno per evitare il mal di tabella. Con l’avvicinarsi delle ultime partite del campionato è partita, come al solito, quella malattia che unisce presunta preveggenza, matematica sui generis e totale follia, volta a calcolare risultati e incastri a fini della salvezza. Ormai si sente di tutto e non se ne può più: sistemi che tengono conto di qualunque tipo di variabile scaramantica, tra un po’ persino i raffreddori degli arbitri ( a proposito, domani c’è ancora Nasca, qui qualcuno persevera) insomma non è un bel vivere… Risparmiamocelo. Quando si vince, si sa, il conto torna sempre. Facciamolo e che sia finita questa storia.

La svolta tecnica e di carattere. Ma se non fosse così, nessun dramma, è ancora lunga e con il Vicenza che abbiamo visto nelle ultime partite ce la possiamo fare: a testa alta e con grinta, pragmatico, con la staffetta – finora positiva – tra Ebagua e Raicevic, le invenzioni (ma cosa gli è successo) di Galano, un Vita che gioca con continuità, quella coppia centrale formata da Adejo e Brighenti che sembra, finalmente, quella giusta, e un Benussi che para tutto e tiene sulla corda compagni e persino i raccattapalle, oltre a una Sud sempre “sul pezzo”. Ci siamo ritrovati e non c’è motivo per non andarci a prendere questa salvezza con un po’ di anticipo, per poi pensare al futuro e a come risolvere tutti gli altri problemi.

Vecchio cuore biancorosso. Detto questo, l’ultimo paragrafo se lo meritano però tutti quelli che a Salerno, a fare la loro parte, ci sono andati, magari prendendosi ferie, con un bus alle 8 del mattino, per seguire la squadra e portarla verso la salvezza. E pensare che a volte non “riescono” nemmeno i dirigenti ad andare in trasferta. Grandi ragazzi, questo è il “vecchio cuore biancorosso”!

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Collettivo della curva sud del Romeo Menti, teatro delle imprese del Lanerossi Vicenza. Qui saremo la sirena d’allarme per un calcio moderno alla deriva: in trasferta ci portiamo il cabernet, non la tessera. Allo stadio andiamo con la sciarpa biancorossa, non i bastoni. Potrà cambiare il clima ed il cielo, mai la nostra bandiera, biancorossa per sempre.
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