La Gazzetta e il fermaglio2 min read

21 Novembre 2013 Uncategorized -

La Gazzetta e il fermaglio2 min read

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@energeticspell

Da piccola, a differenza di adesso, avevo le idee molto chiare: volevo essere Lorella Cuccarini. La ballerina, eh, mica la metà professionale di Marco Columbro. Credo che da Lorella Cuccarini nacque il mio feticismo per i brillantini, che si concretizzò nel primo acquisto che feci da sola, in una bancarella del mercato del lunedì. Un cerchietto per capelli completamente tempestato di diamanti tondi color ghiaccio, costato sole 1.000 lire.

I fermagli per capelli, come i tappi delle penne o le punte dei bastoni degli ombrelloni da spiaggia, rientrano nella categoria delle cose che si perdono da sole, lo sappiamo tutti. Ma quel capolavoro di pregevolezza rimase sulla mia testa per mesi, fino al giorno in cui tutta la famiglia si riunì in salotto per addobbare l’albero di Natale. Nonostante il clima disteso e sereno, mio fratello grande, rispondendo ad un impulso fratricida, mi pianta all’improvviso un pugno sul cranio, proprio dove poggiava il mio gingillo. Mio fratello grande era spesso incline a questi raptus di violenza incontrollata, ma ora è guarito.

Il dolore pungente dei dentini infilatisi sul cuoio capelluto fu poca cosa rispetto allo strazio che provocò in me la consapevolezza che quel gesto insensato aveva spezzato in due il fermaglio. Esplosi in un pianto copioso e in quello stesso istante cominciai a covare la mia vendetta. Quell’anno il calendario segnava il 1989. E mio fratello tifa Inter.

Un giorno di fine maggio, se ne stava spaparanzato sul pavimento tutto immerso nell’inserto speciale della Gazzetta, che celebrava lo scudetto della sua squadra. Aspettai che non fosse in casa e mi avvicinai col cuore in gola alla Rosa. Acciuffai la copertina e ne feci carta straccia, provando un insano e perfido piacere. In uno stato di trance scappai via.

La mia psiche ha deciso di rimuovere ciò che accadde quando mio fratello tornò. So per certo che il misfatto provocò una serie infinita di piccoli sabotaggi alla mia serenità, il cui apice fu lo sfregio di una penna Bic sul visino dell’unica Barbie originale che possedevo. Ma accettai queste vendette con una certa remissività e con una piccola dose di inconsapevolezza.

L’idea di averla combinata grossa mi sfiorò solo dopo molti anni, quegli stessi anni in cui l’Inter rimase a secco di vittorie. E così la piccola marachella di una bambina che provava e esprimere se stessa nell’era declinante degli huppies, diventò una vertenza decennale, un dissidio che solo l’arrivo di Mancini ha risolto.

Era il 2006 e io avevo 23 anni. Mio fratello, per inciso, 28.

Da quel momento, solo da quel momento, è stato possibile recuperare un rapporto sereno.

Dite che esagero? Non credo, sono cose che capitano quando c’è di mezzo la Federazione Calcio Internazionale Milano.

Errata Corrige: Football Club Internazionale Milano

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I momenti più significativi della mia vita sono stati: quando, a dieci anni, ho interpretato Mary Poppins nel musical Mary Poppins e quando ho indovinato la definizione di integrale agli orali della maturità. Sono insegnante (non di matematica, of course) e ho una particolare predisposizione per i casi umani. Temo che le due cose siano collegate.
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