Jason Collins, il primo coming out nella storia NBA4 min read

25 Febbraio 2014 Uncategorized -

Jason Collins, il primo coming out nella storia NBA4 min read

Reading Time: 3 minutes

jason collinsSe l’esordio di Jason Collins con i Brooklyn Nets passerà alla storia, non sarà certo per gli zero punti, i due rimbalzi e i cinque falli che ha fatto il cestista americano negli 11 minuti giocati sul parquet dello Staples Center di Los Angeles.

In quegli 11 minuti, Jason Collins è diventato il primo giocatore dichiaratamente gay a fare il suo esordio nella NBA, la lega di basket più importante e famosa del mondo. È successo tutto a tempo dir record: il pivot americano, nella mattinata della scorsa domenica, ha firmato un contratto di 10 giorni con i Brooklyn Nets, franchigia di New York allenata dall’ex stella del basket americano Jason Kidd. La sera dello stesso giorno, Collins ha giocato la sua prima partita da quando, nello scorso aprile, aveva deciso di fare coming out scrivendo una struggente lettera pubblicata da Sport Illustrated.

Sono un centro dell’NBA di 34 anni. Sono nero. E sono gay. Non intendevo essere il primo atleta dichiaratamente gay di un torneo americano professionistico a squadre. Dal momento che lo sono, sono felice di parlarne. Non volevo essere il bambino che alza la mano in classe dicendo: “Sono diverso”. Se fosse per me, qualcun altro avrebbe già potuto farlo. Nessuno l’ha fatto, ed è per questo che sto alzando la mano.

Sono queste le prime parole della lettera con cui Collins dichiarò la sua omosessualità al termine della scorsa stagione, giocata a metà tra i Boston Celtics e i Washington Wizards. La sua storia fece parecchio rumore oltre oceano, tanto che il centro di origini californiane divenne subito un paladino dei diritti gay e il suo coraggio venne anche riconosciuto dal presidente Obama: “Non potrei essere più orgoglioso di lui”.

Collins era fermo dal giorno del suo coming out, dopo aver giocato per quindici anni in sei diverse squadre NBA, senza mai essere un vero “uomo franchigia”, ma comportandosi da ottimo giocatore di sistema, con spiccate doti difensive e una buona dose di aggressività – è lui stesso, nella sua lettera, a sottolineare che nel 2005 è stato il giocatore che ha commesso più interventi fallosi in tutta la stagione.

Collins, che nonostante sia fermo da sette mesi, si è tenuto in allenamento nella sua casa a Los Angeles, ha accettato il breve contratto offerto dai Nets nella speranza di poter restare a Brooklyn fino al termine della stagione. Billy King, il general manager della squadra newyorkese, parla “di una scelta di carattere esclusivamente cestistico, volta ad aumentare la profondità nel reparto lunghi”, ma non si può negare che, con il ritorno in campo di Collins, la svolta storica per lo sport americano sia evidente.

è infatti la prima volta che un atleta di uno dei maggiori sport di squadra americani dichiara apertamente la propria omosessualità. Ed è l’ennesima barriera che cade nel mondo dello sport, ancora una volta con una squadra di Brooklyn come protagonista. Quasi settant’anni fa, infatti, Jacki Robinson, ingaggiato dai Brooklyn Dodgers, divenne il primo giocatore nero nella storia del baseball moderno a giocare nella MLB, ponendo fine a decenni di discriminazione razziale nello sport americano.

L’omosessualità, invece, è rimasta un tabù fino ai giorni d’oggi, soprattutto negli sport di squadra. Prima di Collins, fu Glenn Burke a provare a far cadere la barriera della discriminazione. Burke fu un giocatore di baseball degli ’70 che non nascose i suoi orientamenti sessuali ad amici, compagni di squadra e dirigenti della franchigia, ma la sua storia non ebbe risalto mediatico, perché, secondo la stampa di allora “l’America non era pronta per un atleta gay”. Si è dovuto attendere quasi quarant’anni.

Anche in Italia, poche settimane fa, è arrivato il momento del primo, storico, coming out. Nicole Bergamini, portiere della nazionale femminile di hockey in-line (una sorta di hockey su ghiaccio giocato con i pattini a rotelle su una superficie di asfalto o resina) è diventata la prima atleta italiana a dichiarare la sua omosessualità, con un intervista sul sito Lez Pop.

Si spera che il coraggio della Bergamini, come quello di Jason Collins, come quello dei calciatori Hitzlsperger e Robbie Rogers, possa davvero portare a quello che Kobe Bryant definisce “effetto domino”, dando forza a tanti ragazzi spaventati dalle difficoltà di esprimere i propri orientamenti sessuali. In attesa che la notizia dell’omosessualità di un atleta smetta di essere una notizia.

Immagine|CBSsports.com

CONDIVIDI

Statistico atipico, ha curato la sezione Sport e amministrato i profili social di Le Nius. Formatore nei corsi di scrittura per il web e comunicazione social, ha fondato e conduce il podcast sul calcio Vox2Box e fa SEO a Storeis. Una volta ha intervistato Ruud Gullit, ma forse lui non si ricorda.
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

TORNA
SU