Intervista al Vesuvio: “Chiamatemi solo per cose importanti”3 min read

5 Marzo 2015 Uncategorized -

Intervista al Vesuvio: “Chiamatemi solo per cose importanti”3 min read

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vesuvio1
@Andrea Ardolino

Salve signor Vesuvio.
Chi mi desidera?

In tanti, di solito ogni domenica nelle curve degli stadi da Roma in su. Eppure lei non replica mai: perché?
Ma chi le ha dato il permesso di salire fin qui?

Quindi lei è il tipo di vulcano che risponde ad una domanda con un’altra, scrivo questo?
No aspetti.

Ecco.
Ho capito dove vuole andare a parare, e partiamo da questo: io non c’entro niente.

Vuole dire che non ha sufficiente fuoco per esplodere e lavare i napoletani? No perché ieri cantavano questo a Roma, lavali cor foco.
Ha visto che inverno sta facendo a Napoli? Nei mesi scorsi con la neve che mi è caduta in testa sembravo un pandoro, e sinceramente il fuoco per il momento me lo tengo per me, mi scalda.

Sì però Vesuvio non faccia troppi giri: cosa pensa di questi cori?
Guardi, come lei ben sa io dormo da un po’. Lascio detto: chiamatemi solo per cose importanti. Mò succede che la domenica – o il sabato, o in settimana, insomma ci siamo capiti – vengano a bussare sulla mia spalla con delicatezza: “Vesuvio, la vogliono a Bergamo; Vesuvio, la vogliono a Verona; Vesuvio, la vogliono a Roma”. Allora brontolo, mi metto a sedere e ascolto.

Le danno fastidio?
Guagliu’, non per niente, ma je teng’ n’età. E tu mi vieni a svegliare ogni vvota e mi chiedi semp’ a stessa cos’,  lei come la prenderebbe?

Mi sentirei considerato.
Senta mettiamo in chiaro una cosa una volta per tutte: se decido di esplodere stu sfizio mo lev’, ma non è pe’ sti quatt’...ci siamo capiti.

E per chi?
Con tutto il rispetto ho una certa storia. Chi mi invoca, di me e di questa gente non sa molto. Immagini uno di quei personaggi un fine settimana a Napoli, uno di quelli dove l’acqua scintilla sotto al sole, il cielo pulito, io che mi faccio bello e potente…d’accordo, parecchio da cartolina ma…

Quindi?
La verità è che secondo me uno di questi, semplicemente…sorriderebbe. S’appaciass. Penserebbe una cosa molto semplice e serena: che bello, però.

E se la spostassero a Milano? Esploderebbe a Sesto San Giovanni?
Ma no! Allora chiariamo una cosa: je voglio sta’ quiet’. Voglio solo capire dove arriviamo quest’anno, alla Champions ci tengo. Le dico una cosa…

Anche due.
Io la soluzione ce l’ho per quei cori.

Sarebbe?
Portatemi in trasferta. Non rida! Voglio dire: io mi metto lì, fuori dallo stadio, e sto zitto. Prometto di non dire niente. Chi mi vuole invocare lo fa nella consapevolezza che la cosa riguarderebbe anche lui, nel caso. Come sento il mio nome faccio un colpo di tosse: guagliu’ je sto cca’.

Potrebbe funzionare. Cosa rimpiange del suo passato?
Nulla. Vorrei solo rivivere quell’esperienza incredibile: migliaia di persone in strada che correvano ovunque…

Ah, e meno male che…
Ma che ha capito? Parlo degli scudetti! A momenti scendevo anche io a Napoli, mi facevo il golfo a nuoto. Fu un momento di grande liberazione, erano tutti presi da quell’orgasmo azzurro che mi misi a ballare un po’ anch’io. Chi mi avrebbe visto?

Cosa manca al Napoli per essere realmente competitivo?
Voi giornalisti salite fin qui e fate due tipi di domande: “Cosa manca a Napoli?” e “Cosa manca al Napoli?”. Comunque io vorrei un regista vero, uno che pensi molto e bene. E poi un difensore centrale massiccio, tipo me.

Hamsik le piace?
Ha sposato la città.

Benitez?
è un professionista.

Gabbiadini?
Sì, molto.

Di recente Luciano Moggi ha detto che il tecnico spagnolo lo rovinerà.
Torno a dormire: svegliatemi solo per cose serie, grazie.

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Napoli, luglio '87. Due mesi prima gli Azzurri vincono lo scudetto, lui arriva in ritardo. Una laurea in Storia contemporanea, ma scopre che la Storia non si ripete. Poi redazioni, blog, libri, ciclismo, molti aerei, il tifo, la senape, la vecchia Albione, un viaggio di 10mila km in camper in capo al mondo. Per dimenticare quel ritardo sta provando di tutto.
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