I fenomeni della Germania sportiva: top 5 video3 min read
Reading Time: 3 minutesLa Germania del calcio ha finalmente raggiunto il suo obiettivo, dopo anni vissuti all’ombra della “Roja” di Spagna. Il campionato del mondo vinto in Brasile suggella un lavoro che parte da molto lontano, sviluppato nelle accademie e capace di creare una macchina molto tedesca nel funzionamento, con pochissime imperfezioni e una fantasia che va oltre la tradizione di casa. Il calcio, spesso motivo di soddisfazione nello sport professionistico, è solo uno degli ambiti in cui la Germania ha espresso campioni di caratura internazionale. Nella “Top 5 Video” di oggi ve ne offriamo una breve rassegna.
I fenomeni della Germania sportiva
5 – Lars Riedel; negli anni in cui l’atletica leggera è ancora uno sport non divorato da Bolt, a livello di immagine, e l’Italia ha molto da dire tra Olimpiadi e Mondiali, Lars Riedel è uno dei simboli della pedana. È sfortunato quando a Barcellona ’92 un infortunio lo condiziona e lo tiene fuori dalla finale. Quattro anni dopo ad Atlanta non ce n’è per nessuno e a Sidney, trentaduenne, si mette al collo l’argento. Vince cinque Mondiali. Un fenomeno di longevità, si ritira a 39 anni quando la schiena lo tradisce per l’ultima volta.
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4 – Josefa Idem; lo sport italiano dovrebbe fare un monumento a lei e uno a Guglielmo Guerrini, che la sposa nel 1990 facendola diventare cittadina del Belpaese. Josefa Idema è nata a Goch e con la maglia tedesca fa in tempo a disputare due delle otto Olimpiadi di una carriera infinita, da Los Angeles a Londra. Conquista medaglie di ogni colore in tutte e tre le manifestazioni più importanti: Europei, Mondiali, Giochi Olimpici. Roba da ringraziare i tedeschi per i decenni a venire.
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3 – Franziska Van Almsick; anche alla “Divina” Franziska l’Italia deve un favore. È lei a suscitare l’ammirazione di Federica Pellegrini, che la vede come un idolo e decide di seguire la stessa strada. Un’icona di stile, dentro e fuori dalla vasca, che anche a causa di un carattere fragile non è mai riuscita a conquistare l’oro olimpico. Nessuno come la Van Almsick è entrato nel cuore degli appassionati senza salire sul gradino più alto del podio a cinque cerchi.
2 – Boris Becker; nel 1997 a Wimbledon, in un torneo vinto per tre volte e che lo ha visto protagonista di una splendida rivalità con Stefan Edberg, Boris Becker esce nei quarti di finale per mano di Pete Sampras. L’americano, che si avvia verso il suo quarto titolo nel giardino dell'”All England”, dopo aver battuto il tedesco va a rete per stringergli la mano e inizia un conciliabolo. Becker annuncia il ritiro all’orecchio dell’avversario. Giocherà ancora per un paio d’anni a spizzichi e bocconi, tornerà a Wimbledon finò al ’99 battendo anche il futuro campione Lleyton Hewitt prima di cedere a Rafter. Campione turbolento, è tornato da poco nel giro che conta come allenatore di Novak Djokovic proprio nel momento in cui Federer si è fatto aiutare da Edberg. Un’altra finale uno di fronte all’altro, stavolta da coach. Ha vinto “Bum Bum”.
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1 – Michael Schumacher; una spanna sopra tutti. L’unico in grado di cancellare il record di Fangio, prendendo le redini di uno sport dilaniato dalla morte di Senna e riportandolo, nella visione degli italiani, ai fasti di un tempo dopo anni di sconfitte della “Rossa”. Renault e Ferrari gli devono tutto. Un incidente sugli sci lo ha costretto per mesi in stato di coma. Ne è uscito, sta lottando come faceva al volante. Non si vincono sette Mondiali per caso, arrivando a sfiorarne almeno altri tre contro Hill, Hakkinen e Villeneuve. Ha segnato un’epoca.