Ultradestra religiosa, riforma giudiziaria, apartheid | Il governo Netanyahu VI8 min read

9 Giugno 2023 Mondo Politica -

di -
Geografo

Ultradestra religiosa, riforma giudiziaria, apartheid | Il governo Netanyahu VI8 min read

Reading Time: 7 minutes

Come sottolinea l’ISPI[1], il governo scaturito dalle elezioni del novembre 2022 in Israele, che ha visto l’affluenza alle urne più alta da decenni, è

l’esecutivo più a destra della storia di Israele.

Proviamo a descrivere la composizione di questo esecutivo e le conseguenze nel rapporto con gli israeliani di origine araba e i palestinesi. Cerchiamo di comprendere come mai questo governo è presentato come di destra ed estremista, tramite l’analisi di alcuni suoi esponenti di rilievo.

Benjamin Netanyahu, il Primo Ministro più longevo della storia di Israele

Benjamin Netanyahu, detto Bibi, classe 1949. Questo è il suo sesto mandato da Primo Ministro e il suo partito di appartenenza è il Likud, nazionalista e liberista. Netanyahu vinse le sue prime elezioni nel 1996, sfruttando il periodo turbolento legato all’uccisione del Primo Ministro Yitzhak Rabin, simbolo dei tentativi di pace con i palestinesi degli anni ’90 (processo di Oslo). In quell’occasione, e da sempre in seguito, Netanyahu ha puntato su una retorica securitaria nei confronti dei palestinesi, abbandonando l’idea di Rabin della sicurezza tramite la pace, e optando di nuovo per la pace tramite la sicurezza.

Netanyahu sembrava aver perso il supporto dei suoi elettori negli ultimi anni, tanto che, le ultime due tornate elettorali sono state caratterizzate da una grande incertezza; il 36 esimo governo israeliano – il precedente  – vide Netanyahu schierarsi all’opposizione. Era il 2021 e su di lui pesavano le accuse di corruzione, frode e abuso di fiducia. Alle ultime elezioni, però, tenutesi a novembre 2022, la coalizione di Netanyahu ha ottenuto 64 seggi alla Knesset contro i 51 del Primo ministro uscente Yair Lapid.

E poi chi c’è? Come spiega il Times of Israel, ci sono 6 donne e 26 uomini, facenti parte di “Likud, due partiti ultra-ortodossi e tre fazioni dell’ultra-destra religiosa”. In particolare, i partiti rappresentati dalla coalizione di governo sono: Shas (populista ed etno-religioso), Religious Zionist (antipalestinese), United Torah Judaism (ultra-ortodosso), Otzma Yehudit (ultra-nazionalista e suprematista ebraico), Noam (omofobo, di estrema destra, parte di una sorta di controcultura). A differenza di tutti i governi precedenti, dunque, nell’alleanza di governo manca una seppur minima visione moderata o liberale, in passato rappresentata dal Partito Laburista, oppure da partiti centristi quali Blu e Bianco di Benny Gantz o Yesh Atid di Yair Lapid, quest’ultimo oggi leader dell’opposizione. Come si noterà, tanto meno vi è la presenza di un partito che rappresenti la popolazione araba d’Israele – che pur ne forma il 20% della demografia.

muro palestina - Ultradestra religiosa, riforma giudiziaria, apartheid | Il governo Netanyahu VI

I Ministri del governo Netanyahu

Tratteggiamo i profili di alcuni ministri, giusto per capire chi, nel 2023, è al governo del Paese con l’esercito più potente del Medio Oriente.

  • Yariv Levin, classe 1969, avvocato Ministro della Giustizia e Vice Primo ministro, membro del Likud e fautore della ormai famigerata proposta di riforma della giustizia in Israele. Questa riforma, se attuata, consentirebbe al potere esecutivo di avocare a sé un potere ampissimo ‘a discapito’ del potere giudiziario, e in particolare della Corte Suprema, che in Israele fa da contraltare a un sistema unicamerale, dove il Presidente dello Stato d’Israele ha di per sé un potere davvero limitato. Infatti, poiché questa riforma propone il controllo de facto del governo sulla nomina dei giudici della Corte Suprema e l’annullamento dello strumento d’azione più importante di questa – la “clausola di ragionevolezza”, con cui la Corte può annullare leggi e provvedimenti amministrativi -, Levin e il governo hanno cercato di arrogarsi una grande fetta di potere nel governo del Paese. Questo loro obiettivo è stato intralciato da una importante presa di coscienza della società civile israeliana, che si è schierata compatta (ad esclusione della componente araba) contro questa riforma, a difesa di una democrazia più completa ed equilibrata, organizzando per mesi manifestazioni a Tel-Aviv, Gerusalemme e nelle principali città del Paese. L’iter di riforma è stato sospeso, ma non ritirato, e le proteste continuano.
  •  Itamar Ben Gvir, classe 1976, avvocato e Ministro della Sicurezza Nazionale, leader del partito di estrema destra Otzma Yehudit, avrà in questa legislazione un potere molto ampio sulla Polizia israeliana e un potere diretto sulla Border Police (la polizia di confine), che si occupa, tra le altre cose, delle operazioni nei Territori Palestinesi. Ben Gvir è conosciuto per le sue posizioni ultranazionaliste e per aver fatto parte di Kach, partito razzista e suprematista ebraico, dichiarato fuorilegge in quanto “terrorista” nel 1994. Nel 1995, un giovane Ben Gvir era già un militante e si è distinto per aver rubato lo stemma dell’auto del Primo ministro Yithak Rabin, sostenitore degli accordi di Oslo, e per aver dichiarato: “siamo arrivati alla tua auto, arriveremo anche a te”; un mese dopo, Rabin è stato assassinato al termine di una manifestazione, un attimo prima di salire sulla sua Cadillac. Una giornalista del giornale più importante di Israele – Haaretz – nel 2016, lo ha definito “l’avvocato dei terroristi” e, di recente, l’Unione Europea si è apertamente mostrata avversa alla figura di Ben Gvir, annullando un evento diplomatico che lo avrebbe visto come controparte, in quanto persona che “contraddice i valori per i quali l’Unione europea si batte”.
  •  Bezalel Smotrich, classe 1980, leader di Religious Zionist, è il Ministro delle finanze, nonché ministro addizionale del Ministero della Difesa. Nel marzo 2023, in una conferenza a Parigi, ha dichiarato che “i palestinesi non esistono” e che “sono un’invenzione di meno di cent’anni”, “non hanno una lingua, una cultura, una storia né una moneta”. Tenute in mente le dichiarazioni in cui nega l’esistenza di un altro popolo – atto che, come sottolinea Pierre Haski di France Inter, “dovrebbe essere un tabù per un leader di Israele” -, la posizione di potere che Smotrich ricopre attualmente è piuttosto inquietante. Come spiegato in un articolo accademico pubblicato dall’Israeli Law Professors’ Forum for Democracy, una legge israeliana è stata emendata e un accordo tra il Ministro della Difesa Yoav Galant per fare sì che il ministro addizionale Smotrich potesse essere messo a capo dell’”Amministrazione Civile” – una branca dell’Esercito israeliano -, che è in carica del governo dei Territori Occupati nella Cisgiordania. Nel prossimo paragrafo, questa mossa sarà spiegata più in dettaglio.
  • A completare il panorama di conservatorismo estremo e multilivello dell’attuale esecutivo israeliano, ecco Avi Maoz, classe 1956, Ministro che, all’interno dell’ufficio del Primo ministro, ha l’incarico di occuparsi della “Identità nazionale ebraica”. Secondo il Times of Israel, si tratta di “uno dei politici della destra più estrema di questa Knesset, con posizioni non pluraliste, anti-LGBT, sessiste e anti-arabe”. Leader del partito Noam, tra le sue uscite più eclatanti si possono elencare: nel 2019, cartelloni pubblicitari posti sulle autostrade in cui si inneggia a una famiglia israeliana “normale” (eteronormatività); nello stesso anno, ha paragonato la comunità LGBT e l’ebraismo riformato al Nazismo, poiché – dichiara – “vogliono distruggerci”; in agenda ha il tentativo di annullare le giornate Pride, reinserire le diciture “madre” e “padre” invece di “genitore” e legalizzare le “gay conversion therapy”.
@Unsplash, Cole Keister

Il rapporto tra il nuovo esecutivo e i palestinesi

Come accennato durante l’analisi della figura di Bezalel Smotrich, il nuovo governo di Israele ha di fatto consegnato la gestione dei Territori Palestinesi nelle mani del Ministro addizionale della Difesa.

Secondo il pool di accademici del Israeli Law Professors’ Forum for Democracy, questa manovra sarebbe in contrasto con il diritto internazionale, contravvenendo in particolare i Regolamenti dell’Aia del 1907 e il Proclama numero 2 del giugno 1967 della Israeli Defence Force (l’esercito israeliano). Infatti, la gestione dei Territori occupati è stata trasferita a una forza civile (il Ministero della Difesa israeliano, nella persona di Smotrich in particolare). Secondo i Regolamenti dell’Aia del 1907, invece, una volta che è stato occupato, un territorio deve essere gestito dalle forze militari occupanti, basandosi su due considerazioni: la necessità di occupare il territorio militarmente e il benessere della popolazione del territorio occupato. Ora, chiaramente già prima di questo accordo le forze militari di occupazione nei Territori Palestinesi erano subordinate al governo di Israele, ma la formalizzazione normativa del passaggio del controllo del Territorio dalle forze militari di occupazione al Ministero della Difesa, è di fatto una “pubblica ammissione da parte di Israele di essere in contravvenzione con il diritto internazionale”.

La riflessione dei giuristi prosegue: ponendo un quadro legale che certifica che gli israeliani che vivono nei Territori Palestinesi (cioè la Cisgiordania o West Bank o – per Israele – la Giudea e la Samaria) hanno un ordine legale differente da quello dei palestinesi. Come riporta un’inchiesta del 2014, effettuata dall’Associazione per i Diritti civili in Israele, in un alterco fra un palestinese e un israeliano nei Territori Palestinesi, l’israeliano è soggetto alla giurisdizione del Tribunale dei Magistrati di Gerusalemme, mentre il palestinese è portato davanti ad un tribunale militare. Il trattamento riservato ai due, come si può immaginare, è molto differente.

La certificazione di questa prassi, denominata “Una legge, due sistemi legali”, tramite il passaggio di competenza al Ministero della Difesa, come riportano gli accademici del Forum, “dà validità alle recriminazioni” che le misure praticate da Israele siano misure di apartheid.

Restiamo dunque in attesa delle prossime mosse del governo israeliano, e di Smotrich in particolare, riguardo alla questione palestinese. Dall’insediamento del nuovo esecutivo, come c’era da aspettarsi, vi è stata una recrudescenza dei rapporti, visto che al 15 aprile:

Per il Ministero della Salute palestinese, questo 2023 è il più mortale degli ultimi 23 anni: 96 persone uccise dalle forze israeliane da gennaio, tra cui 16 bambini, al ritmo di quasi un decesso al giorno

Nel solo mese di maggio 2023, poi, gli attacchi missilistici di Israele si sono moltiplicati. Il target è stata la Striscia di Gaza e i morti si contano a decine, nonostante i tentativi di cessate il fuoco mediati dall’Egitto.

I primi mesi del nuovo governo Netanyahu hanno – purtroppo – rispettato le attese e la tensione è montata un po’ ovunque: all’interno la società civile israeliana, che continua a manifestare in città; nei Territori occupati della Cisgiordania, che hanno visto la “certificazione” dell’applicazione di un regime di apartheid da parte di Israele; nella Striscia di Gaza, che ha subito numerosi attacchi missilistici mortali da parte dell’Esercito israeliano.

[1] Istituto per Studi di Politica Internazionale, uno dei più importanti centri di ricerca in Italia.

CONDIVIDI

Geografo, si interessa di Mediterraneo e paesi arabi, che sono l’oggetto dei suoi studi e dei suoi articoli. È appassionato di storia delle relazioni internazionali, letteratura e sport. Nei suoi scritti presta particolare attenzione alle disuguaglianze sociali ed economiche.
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Iscriviti alla niusletter e resta aggiornato

Lascia la tua email qui sotto e rimani aggiornato con le ultime novità dal Blog di Le Nius
Puoi annullare l’iscrizione in qualsiasi momento facendo clic sul collegamento nel footer delle nostre e-mail. Per informazioni sulle nostre pratiche sulla privacy, trovi il link qui sotto.

Su cosa Vuoi Rimanere Aggiornat*?

Scegli lo scopo per cui vuoi ricevere le nostre Niusletter. Scegli almeno un’opzione per permetterci di comunicare con te

TORNA
SU