Il gender swap nei videogiochi12 min read

19 Marzo 2015 Genere Giochi -

Il gender swap nei videogiochi12 min read

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Gender swap nei videogiochiRimanendo in ambito picchiaduro, furono invece i responsabili dell’adattamento europeo di Bloody Roar (1997) a decidere che l’aspetto metrosexual di Fox fosse poco digeribile per il vecchio continente e accreditarlo come di genere femminile nonostante fosse un uomo sia nell’originale giapponese che negli Stati Uniti.

È notevole quanto la sensibilità personale del team di adattamento incida di volta a volta su differenti progetti in una vera schizofrenia di direzioni – non si tratta di un’operazione coordinata come, per esempio, quella famigerata di adattamento dei cartoni animati giapponesi sulle reti Mediaset negli anni ’80 e ’90.

Gender swap nei videogiochiIn un qualche ufficio, alcune eminenze grigie deputate, probabilmente con un grado di comprensione del mondo dei videogiochi pari al mio del mercato NBA, hanno messo i videogiocatori e le sensibilità di intere nazioni su un bilancino decidendo se fossimo pronti o meno a recepirli. Per ogni Benimaru Nikaido (The King of Fighters, 1994) o Bridget (Guilty Gear XX) che non hanno avuto bisogno di essere spiegati o modificati, ci sono un Fox o una Poison.

Relativamente meno noto è il caso di Caina, uno degli antagonisti principali di Wild Arms 2 (2000).

Gender swap nei videogiochiNella versione originale, Caina è un giovane ufficiale innamorato del suo generale, Vinsfield Rhadamanthus: un sentimento privato e unilaterale che scaturisce dalla profonda condivisione degli ideali del generale di Odessa e dalla sua figura carismatica e paterna – i due hanno circa 20 anni di differenza.

Nell’adattamento occidentale, invece, Caina è una donna ma le ragioni del cambiamento non sono chiare quanto possiate immaginare dalle righe precedenti: che sia bastata l’appena abbozzata infatuazione a senso unico di Caina per Vinsfield a far decidere di epurare ogni sfumatura omosessuale dal personaggio? O nell’ambito di un adattamento in inglese davvero carente per il titolo, gli addetti ai lavori semplicemente non avevano capito si trattasse di un uomo? I vestiti, il taglio di capelli e le pose di Caina sono estremamente femminili… E le parole giapponesi prive di genere.

Gender swap nei videogiochiQuesto episodio, più o meno inalterato, si è ripetuto per Cupid, un NPC di Breath of Fire V (2003): nella versione originale Cupid è un potente sottoposto del capo dell’antagonista principale del gioco, con il quale ha una relazione intensa e ricambiata. Cupid è estremamente efebico ed effeminato e nell’adattamento statunitense è diventato una donna, perdendo inevitabilmente parte della caratterizzazione sull’altare di un’assurda discriminazione.

Casi di adattamento del genere sono stati abbastanza frequenti negli anni da diventare oggetto di ironia dei giocatori e degli sviluppatori nipponici. Nel recente Disgaea: D2 (2013) i protagonisti vengono colpiti da una strana maledizione a sfondo videoludico: mentre Etna si trova improvvisamente con la palette cromatica alterata e la scritta 2P (secondo giocatore) che le fluttua costantemente sulla testa, Laharl assume improvvisamente fattezze femminili. Uno dei suoi servitori commenta laconico: “la tua (proverbiale ndr) avversione alle donne prosperose risultava troppo ambigua per il mercato americano”.

Gender swap nei videogiochiUn anno prima di Breath of Fire V, Capcom fu protagonista di un altro garbuglio simile in un titolo insospettabile: Megaman Zero (2002). Per motivi che possono essere presumibilmente legati solo al suo design o al nome derivante dal greco antico Harpya (Arpia), Capcom fece doppiare Harpua con un tono femminile e i giocatori non si posero neanche il problema. Nei successivi giochi della saga però il personaggio tornò ad essere improvvisamente maschio anche in Occidente e i fan fecero giustamente notare il pasticcio a Capcom – come demolire la continuità dei tuoi stessi giochi da soli e senza motivo.

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Mercante di parole giramondo. Mentre si dedicava allo studio delle humanae litterae nascosto dentro una giara di rupie, è naufragato sulle coste dell’arcipelago giapponese dov’è scampato alla morte venendo colpito in testa da un funghetto 1UP. Ha divorziato dai carboidrati complessi e benché si possa pensare che sia pigro, tecnicamente è solo impostato in modalità risparmio energetico perché mangia solo cibo ipocalorico.
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