Flavia Pennetta, la campionessa si è rialzata4 min read

18 Marzo 2014 Uncategorized -

Flavia Pennetta, la campionessa si è rialzata4 min read

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flavia pennettaNella retorica sterminata dei discorsi sul “cadere e rialzarsi” o sul concetto di “discesa dopo ogni salita” un posto d’onore lo meritano senz’altro Flavia Pennetta e la sua carriera. Già, perché non si può commentare l’incredibile successo della brindisina nel torneo di Indian Wells senza raccontare gli ultimi due anni della carriera, torturata e messa in dubbio da un polso che l’ha costretta a una delicata operazione prima di una discesa fino al numero 166 della classifica WTA, neanche un anno fa.

Oggi, Flavia Pennetta, un talento nel sangue coltivato nel tennis club gestito dai genitori, ha raggiunto la vetta più alta di quella carriera che soltanto qualche mese fa, appena prima del torneo di Wimbledon 2013, sembrava volgere a fine.

Flavia si era data come termine il novembre dello scorso anno, a stagione chiusa: “se a fine anno sarò al 150° posto della classifica mondiale, ne trarrò le conclusioni” aveva detto durante il torneo londinese più famoso al mondo. Aveva passato una stagione a rincorrere una forma che non arrivava mai, a collezionare primi turni, o addirittura a passare dalle qualificazione in tornei di secondo livello.

C’era un allenatore nuovo, Salvador Navarro, che sostituiva lo storico coach Gabriel Urpy, che aveva abbandonato una Pennetta in lacrime ammaliato dalle lusinghe della federazione francese. Gli ottavi raggiunti sul green londinese sono stati il primo passo della ripartenza della Pennetta, che da lì, con pazienza, ha intrapreso una vera e propria seconda vita tennistica.

C’è stato poi l’Us Open, il torneo del cuore di Flavia e vero punto di svolta, grazie ai quarti di finale conquistati per la quarta volta in carriera e alla prima semifinale che ha sancito il definitivo ritorno al tennis di alto livello, che proiettava Piccola Penna – così la chiama Gianni Clerici – nuovamente tra le prime 30 giocatrici al mondo.

Il resto è storia recente. I quarti di finale conquistati nello Slam d’Australia, un paio di vittorie pesanti a Dubai e la splendida quanto inattesa cavalcata nel monumentale parco tennistico del deserto californiano di Indian Wells.

Nel torneo presieduto da Larry Ellison – il signor Oracle – e che vanta uno dei montepremi più ricchi dell’intero circuito, Flavia ha superato sia giovani talenti come le americane Townsend, Stephens e la nostra Giorgi, sia giocatrici d’esperienza, come l’australiana Stosur e soprattutto la cinese Na Li, probabilmente la miglior tennista di questo primo scorcio di stagione oltre che l’artefice dell’eliminazione della Pennetta nei quarti dell’Australian Open.

La finale con la polacca Radwanska è stata praticamente una formalità, complici i problemi della polacca numero 3 al mondo, incerottata al dolorante ginocchio sinistro e costretta a regalare almeno due terzi dalla partita a una Pennetta che, comunque, aveva mostrato fin dall’inizio la volontà di comandare ogni scambio.

Poco importa comunque se è mancata una finale vera e propria a sancire il successo della brindisina, che in tutto il suo cammino avevo mostrato un tennis di livello elevato e soprattutto concentrazione e determinazione in alcuni momenti chiave delle partite, come nei quarti di finale con la Stephens, in un match che di certo non ricorderemo per il bel tennis, visto che le raffiche di vento viaggiavano più veloci delle palline.

Flavia arriva al successo più importante della carriera dopo i 30 anni, pur essendo già entrata nella storia del tennis italiano, divenendo la prima azzurra ad entrare nella top 10 del Ranking WTA nel 2009, proprio dopo una serie di vittorie sul cemento americano.

È stato l’inizio dell’era più prolifica del tennis femminile azzurro, che ha portato la Schiavone a vincere il Roland Garros e perdere una finale l’anno successivo, proprio come successo poi a Sara Errani. Flavia, che in questa settimana si piazza al 12° posto del ranking, potrà salire ancora in classifica, perché fino al prossimo Us Open non avrà tanti punti da difendere, se non gli ottavi di Wimbledon e un paio di semifinali in tornei minori.

Nel circuito WTA, dove tanto dipende dalle lune di Serena Williams, una Pennetta così in forma e sicura di sé può portare altri risultati di alto livello, e non è detto che Indian Wells sia solo la ciliegina su una splendida carriera. La ritrovata serenità e la maturazione di una donna che più volte si è ritrovata costretta a uscire da lunghi periodi bui possono essere le armi in più a disposizione in questa seconda giovinezza della brindisina. C’è solo da capire come faccia un tipo come Fabio Fognini a donarle tutta quella tranquillità di cui parla Flavia…

Immagine| espn.com.br

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Statistico atipico, ha curato la sezione Sport e amministrato i profili social di Le Nius. Formatore nei corsi di scrittura per il web e comunicazione social, ha fondato e conduce il podcast sul calcio Vox2Box e fa SEO a Storeis. Una volta ha intervistato Ruud Gullit, ma forse lui non si ricorda.
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