Flag to flag MotoGp: la sicurezza dei piloti a rischio3 min read

29 Settembre 2014 Uncategorized -

Flag to flag MotoGp: la sicurezza dei piloti a rischio3 min read

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Flag to flag MotoGp

La gara disputata ieri ad Aragon è stata indubbiamente una delle più movimentate ed imprevedibili di questo campionato 2014. La vittoria è andata, per la prima volta in stagione, a Jorge Lorenzo, in grado di correre una gara pressoché perfetta e molto intelligente, precedendo sul traguardo due “outsider” come Aleix Espargaro e Crutchlow. In tutto questo abbiamo assistito anche alle cadute di Iannone, Rossi, Dovizioso e del duo Honda Hrc, in una gara che, dato l’arrivo della pioggia, è diventata ad un certo punto una sorta di lotta per la sopravvivenza. Tutto ciò è stato consentito anche grazie alla regola del “flag to flag”. Ma il dubbio che pongo è questo: quanto può essere sensata una regola del genere?

Chiariamo innanzitutto in cosa consiste il flag to flag: introdotto per la sola Motogp dal 2006, consente ai piloti, quando viene esposta dai commissari a bordo pista la bandiera bianca, di poter entrare ai box per cambiare moto, adeguando in particolar modo le gomme alle mutate condizioni di pista, asciutte o bagnate che siano. Questa possibilità ha sostituito il vecchio sistema che prevedeva, laddove ad esempio iniziasse improvvisamente a piovere, la sospensione della gara, con un nuovo start accorciato nella lunghezza dei giri previsti, in cui tutti i piloti potevano partire nelle medesime condizioni allo stesso tempo. È indubbio che, in un quadro così delineato, questa regola possa contribuire a creare spettacolo, incertezza, a mischiare le carte, portando in alto piloti generalmente non abituati ad essere visti in quelle posizioni: tutti obiettivi plausibili per le quali è stata introdotta.

Ma è una regola che persegue effettivamente l’esigenza, sempre importante, della sicurezza dei piloti? è vero che ogni pilota deve, a maggior ragione in questo contesto, capire le condizioni della pista e saper prendere la decisione migliore, ma dobbiamo tenere in considerazione che un pilota è innanzitutto un agonista. E quest’ultimo aspetto porta a comprendere come difficilmente possa essere disposto a rientrare ai box, e perdere tanto tempo, per effettuare il cambio moto, specie quando mancano pochi passaggi al termine della gara, e quindi il tempo per tentare il recupero è molto limitato. In questo modo si crea quindi spesso la situazione di piloti che restano in pista con gomme assolutamente non adeguate alle condizioni dell’asfalto, con i rischi connessi che sono facilmente intuibili. Alla luce di questo, è sensato continuare a tollerare e considerare valida una regola del genere?

Francamente ravvedo una grossa contraddizione di fondo nel flag to flag: per la sicurezza si fa (giustamente) tanto tra equipaggiamento, vie di fuga dei circuiti e patenti a punti per sensibilizzare i piloti al rispetto reciproco, salvo poi prevedere una regola che espone i piloti alla situazione di cui sopra. È necessario un ripensamento, un passo indietro, in modo tale da far riprendere in mano la situazione ai commissari di gara, che in teoria dovrebbero essere le persone più lucide e distaccate, in grado di prendere quindi le decisioni migliori. Cosa che un pilota non può essere del tutto. Fare presto, prima che si debba pagare un conto salato alla sorte o  alla mancanza di senno di chi le regole le deve fare.

Immagine| motograndprix.motorionline.com

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Studente di giurisprudenza come "occupazione" ufficiale e appassionato di sport in generale, più come spettatore che come atleta, ahimè. Seguo con particolare interesse gli sport motoristici e da qualche anno a questa parte il motomondiale (ma pure la superbike), pur essendomi avvicinato ad essi con le 4 ruote e la F1.
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