F1 Australia 2015: promossi e bocciati4 min read

18 Marzo 2015 Uncategorized -

F1 Australia 2015: promossi e bocciati4 min read

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f1 australia 2015
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Se c’è un qualcosa che la prima tappa del mondiale di F1, svoltasi in Australia, ha confermato, questa è senza dubbio la superiorità Mercedes rispetto alla concorrenza. Anche sul semi-cittadino di Melbourne, infatti, la vettura tedesca si è dimostrata dominante in ogni sessione del fine settimana, sia sul giro secco che sul passo di gara. Ed anche nelle gerarchie interne, Hamilton ha ribadito quella superiorità complessiva nei confronti di Rosberg, già palesata largamente nel 2014: l’inglese ha infatti gestito alla perfezione la leaderhisp della corsa, controllando il vantaggio sul suo compagno di squadra, e spingendo per difendersi dalla sua pressione solo quando ciò era strettamente necessario.

F1 Australia 2015: la sorprendente Ferrari

La sorpresa più notevole è stata senza dubbio la Ferrari: per la prima volta dopo tanto tempo, la scuderia italiana è sembrata in grado di condurre una gara aggressiva, non limitandosi a contenere i danni ma cercando di sopravanzare i più diretti avversari in corsa. In particolar modo, ad aver impressionato è la capacità di gestione dello pneumatico della SF-15T, cosa che ha permesso (ad esempio) a Raikkonen di far segnare il suo giro più veloce in gara con gomme morbide, gravate però da 15 passaggi sulle spalle. Proprio il finlandese è stato probabilmente il più sfortunato in pista domenica: dopo aver perso qualche posizione in partenza, a causa di un contatto con Sainz, si è esibito in una bella rimonta, venendo però costretto al ritiro per una ruota mal fissata ai box. Un peccato, perché pur non potendo ambire al podio, un piazzamento nei cinque era cosa fatta. Nonostante ciò, resta comunque una prestazione da pilota decisamente ritrovato, a suo agio con il mezzo a disposizione come mai si era visto lo scorso anno. A raccogliere i punti pesanti ci ha pensato comunque un consistente Vettel, che ha condotto una gara senza sbavature, riuscendo a piegare sulla distanza la resistenza di Massa. Vedremo se la Ferrari saprà confermarsi nei prossimi appuntamenti, a partire dalla Malesia, su di una pista come Sepang sicuramente più completa rispetto all’Albert Park e con temperature più elevate, se paragonate a quelle incontrate nell’appuntamento australiano.

F1 Australia 2015: gli esordienti

Sempre rimanendo in tema di sorprese, non si può non menzionare due piloti che domenica erano al debutto nel campionato: il brasiliano della Sauber Nasr e lo spagnolo della Toro Rosso Sainz. Entrambi hanno disputato un gran premio gagliardo, tenendo testa alla grande nei confronti di altri piloti, quali Ricciardo e Raikkonen, ben più esperti di loro, e con i quali si sono trovati a confronto durante la gara. E soprattutto, tutti e due sono stati in grado di fare una differenza importante sui rispettivi compagni di team: il mediocre Ericsson ed il mediaticamente “pompato” Verstappen. Focalizzandosi su Sainz, è un vero peccato che la sua gara sia stata pesantemente condizionata da un problema in fase di pit-stop, che lo ha tenuto fermo parecchio tempo, compromettendo senza dubbio la possibilità di ottenere un risultato ancora migliore.

F1 Australia 2015: le delusioni

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Passando alle note dolenti, senza dubbio la prima è stata quella di vedere così poche vetture in gara. Vero è che molte defezioni sono avvenute per cause “imprevedibili” alla vigilia, tra infortuni e problemi tecnici che hanno colpito alcuni team, ma ciò ha messo davanti agli occhi di chi ha seguito il debutto della F1 uno spettacolo desolante, che difficilmente può entusiasmare anche i più accaniti appassionati alla categoria. Ma questo è un problema già affrontato in precedenza, quindi ripetersi può sembrare stucchevole e banale. Parlando di ciò che si è visto in pista, il team che ha maggiormente deluso è stato senza dubbio la Red Bull: la scuderia anglo-austriaca, con il solo Ricciardo in gara, è parsa in ritardo sull’intero progetto, pagando quindi non soltanto una carenza di potenza per colpa del propulsore Renault, ma anche dei limiti aerodinamici che hanno reso la vettura molto instabile, nervosa e difficile da condurre nei tratti guidati, notorio punto di forza nel recente e glorioso passato. L’altra scuderia che ha pagato pesantemente pegno in Australia è stata la McLaren. Certamente una situazione del genere non era del tutto imprevedibile, perché la vettura inglese aveva girato poco nei test, palesando diversi problemi di affidabilità che non consentivano di comprenderne il suo effettivo potenziale. Ma ciò non sembra una adeguata giustificazione per la magra figura rimediata in Australia: ultima fila in qualifica, ultimo posto con Button in gara, Magnussen nemmeno partito e, dulcis in fundo, corsa terminata con due giri di ritardo dal vincitore. A Woking (ed in Giappone) c’è tanto lavoro da fare.

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Studente di giurisprudenza come "occupazione" ufficiale e appassionato di sport in generale, più come spettatore che come atleta, ahimè. Seguo con particolare interesse gli sport motoristici e da qualche anno a questa parte il motomondiale (ma pure la superbike), pur essendomi avvicinato ad essi con le 4 ruote e la F1.
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