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Crowdfunding come funziona: una guida per creare la tua campagna

crowdfunding come funziona
Reading Time: 17 minutes

Crowdfunding come funziona: torniamo a occuparci di crowdfunding, dopo aver tratteggiato una generale panoramica del suo andamento in Italia e aver presentato cinque interessanti piattaforme nostrane.

Proponiamo ora un approccio più pratico, che pensiamo possa essere utile a quanti si avvicinano a questa forma di finanziamento, di cui si sente sempre più spesso parlare ma che in pochi sanno ancora maneggiare.

Attraverso il crowdfunding si chiede un contributo economico a un pubblico potenzialmente interessato al proprio progetto, tramite la predisposizione di una campagna che si appoggia su un’apposita piattaforma.

Spesso rappresenta davvero una valida opportunità per chi ha un progetto, magari piccolo ma con le caratteristiche giuste per interessare una comunità.

Cerchiamo quindi con questa guida “crowdfunding come funziona” di offrire uno strumento utile per valutare se il crowdfunding può essere una forma di finanziamento utile al proprio progetto e, se sì, per impostare una campagna vincente.

Crowdfunding come funziona: prima di cominciare

@Rocio Lara


1. Leggere tutta questa guida.
2. Costituire il team che segue la campagna.
3. Pianificare tempi, risorse, divisione dei compiti per l’avvio della campagna.
4. Studiare altre campagne simili di successo.
5. Scrivere un testo grezzo di presentazione della raccolta fondi.
6. Fare un primo elenco dei membri della propria community.

Innanzitutto occorre avere le idee chiare. Una campagna di crowdfunding deve chiedere fondi per un progetto credibile, concreto e definito, perciò niente megaprogetti sganciati dalla realtà o proposte astratte che non si capisce poi cosa si va a fare.

La prima cosa da fare quindi è definire i confini della proposta, dando una risposta (scritta e sintetica) ad alcune “semplici” domande:

– Qual è il vostro progetto? (provate a darne una descrizione in cinque righe)
– Quali sono i vostri obiettivi a lungo termine?
– Qual è il vostro target?
– Perché è un progetto significativo?

Qui non siamo ancora nella fase di elaborazione del testo quindi date pure risposte grezze, ma che vi aiutino a chiarirvi le idee. Aiutiamoci con un esempio che ci seguirà per tutta la guida “crowdfunding come funziona”.


Il nostro progetto consiste nella organizzazione e realizzazione di un festival di fotografia rurale in una città dell’entroterra abruzzese.

L’obiettivo a lungo termine è quello di far diventare il festival un momento di aggregazione importante per il territorio e un punto di riferimento per il movimento fotografico locale e nazionale (magari anche internazionale) per quanto riguarda la fotografia rurale.

Il nostro target è costituito da fotografi, appassionati di fotografia e abitanti del luogo. Ci aspettiamo che siano soprattutto giovani.

Il progetto è significativo perché potrebbe rappresentare un’occasione di rilancio per il territorio, che sta soffrendo di processi di spopolamento e invecchiamento della popolazione. Inoltre la centratura sulla fotografia rurale rende il festival unico nel suo genere e potrebbe aprire un nuovo filone di ricerca fotografica.

Può essere certamente utile in questa fase farsi ispirare da altre campagne, magari simili alla vostra come contenuto e che stanno avendo, o hanno avuto, successo. Studiatele e cercate di capire perché vi sentite attratti da quella campagna, cosa vi piace a livello grafico e testuale della pagina, cosa manca o cosa poteva essere fatto meglio.

Attenzione però a non concentrarvi troppo sull’idea dimenticando gli aspetti più pratici: è infatti anche il caso di chiedersi che risorse si hanno effettivamente a disposizione per seguire la campagna, per non rischiare di avviare una macchina a cui poi non si riesce a stare dietro. Avviare e gestire una campagna di crowdfunding non è uno scherzo: ci vuole tempo, un minimo di investimento (per realizzare il video, se non altro), delle capacità comunicative sviluppate. Se manca anche solo uno di questi elementi probabilmente non è il momento di avviarla.

Anche per questo è fondamentale in questa prima fase pianificare già quante e quali persone possono sostenervi nella campagna, creando un team che sia in grado di dedicare il giusto tempo e le competenze richieste. Agire in team è una carta vincente nel crowdfunding, consentendo di dividere i carichi di lavoro e allargare la cerchia dei potenziali donatori.

Quali sono le principali competenze richieste?

– Scrittura sintetica e attrattiva.
– Video making.
– Grafica.
– Fotografia.
– Comunicazione, soprattutto sui social media.

Fate quindi una lista dei possibili componenti del vostro team e delle loro competenze.

Iniziate anche a quantificare a spanne quante persone pensate di poter coinvolgere nella campagna, tra parenti, amici, colleghi e cerchie varie, in modo da farvi un’idea dell’ampiezza dei possibili donatori della prima cerchia.

Parliamoci chiaro, il primo target sono sempre parenti, amici e conoscenti e farvi un’idea di quanti sono vi aiuterà a progettare al meglio la vostra campagna.

Vai a Come preparare una campagna

Crowdfunding come funziona: preparare una campagna

@HD Valentin

1. Scrivere il testo definitivo di presentazione della raccolta fondi.
2. Definire un calendario (avvio campagna, durata, momenti particolari).
3. Definire un traguardo economico.

A questo punto siete pronti per dare una forma concreta alla vostra campagna di crowdfunding. Cominciate col ragionare sul contenuto, partendo dalla prima elaborazione della fase precedente. L’obiettivo è focalizzare sempre meglio l’idea, segmentandola in micro obiettivi facili da comunicare e capire.

Nel nostro esempio il festival di fotografia è la macro idea, ma quello su cui poi puntare nello specifico può essere l’allestimento della location, perché lo ritenete un obiettivo primario per dare senso a un festival così particolare.

Un secondo passo è chiarirsi rispetto ai risultati pratici della campagna, che devono andare al di là della raccolta fondi ed essere comunicati bene all’esterno. Spesso le campagne di crowdfunding sono un’ottima occasione per fare networking, farsi conoscere, attrarre attenzione al di là del bisogno finanziario.

Tornando al nostro esempio la campagna potrebbe essere un’ottima occasione per farsi conoscere da fotografi e appassionati (indipendentemente dal fatto che donino), per reclutare volontari che possano dare una mano a organizzare il festival, per trovare media partner per promuovere l’evento.

È poi questo il momento per definire un calendario. Occorre decidere innanzitutto quando far partire la campagna. La regola base è di non affrettare i tempi, e di partire quando si è davvero pronti. L’inizio settimana è un buon momento per lanciare la campagna, a meno che non abbiate motivi specifici che vi legano a una data particolare.

Feste e vacanze sono momenti pessimi per cominciare una campagna e, in generale, cercate di evitare che siano presenti lunghi periodi di vacanza mentre la campagna è attiva. Naturalmente ci sono delle eccezioni: se ritenete che il vostro progetto si possa sposare bene con un regalo di Natale, potete pensare ad una campagna ad hoc.

Quanto deve durare una campagna? Non c’è una regola generale, ma è importante dire che una durata più lunga non serve a portare più fondi. Anzi, in alcuni casi può essere logorante sia per chi gestisce la campagna sia per chi la segue tenere botta per più di due mesi. In effetti 60 giorni può essere una soluzione intermedia valida per molti progetti, ma in alcuni casi potreste decidere di puntare tutto su una campagna breve ma intensa (30 giorni) oppure una più diluita, in modo da frammentare il vostro impegno e quello dei vostri follower. È in genere assolutamente sconsigliato andare oltre i 90 giorni.

Infine, definite il traguardo che volete raggiungere, ossia la quantità di fondi che chiedete. Per determinarlo, individuate innanzitutto il budget minimo che vi serve per realizzare il vostro progetto. A questo aggiungete i costi previsti per la produzione e la consegna delle ricompense e la percentuale che tratterrà la piattaforma a cui vi appoggiate. Ora, più o meno, avete il vostro traguardo.

Non preoccupatevi se vi sembra troppo basso: le persone continueranno a donare anche se il traguardo è raggiunto. Quindi meglio fissare un traguardo basso, eventualmente da superare, piuttosto che uno alto difficile da raggiungere.

Ricordatevi anche che il primo 30% circa dovrebbe arrivare dalla vostra community, che dovreste aver individuato al punto precedente. Questo per garantirvi la base di partenza necessaria ad invogliare altri donatori a contribuire. Il vostro traguardo deve dunque anche tenere conto di questo dato: se pensate che dalla vostra rete raccoglierete, ad esempio, 500 euro, il vostro traguardo non dovrebbe eccedere i 1500/2000 euro.

Vai a Come scegliere una piattaforma

Crowdfunding come funziona: scegliere una piattaforma

@Nic McPhee

Ora che avete le idee più chiare sulla vostra campagna, potete scegliere la piattaforma a cui appoggiarvi. Non vengono qui presentate le numerose piattaforme a disposizione (solo in Italia sono più di 40), si danno solo alcuni esempi relativi alle più famose. Trovate qui un elenco completo.

Ecco alcuni criteri utili per la scelta della piattaforma:

Tema della campagna: il solo tema della vostra campagna può già indirizzarvi verso una o più piattaforme. Vi sono infatti piattaforme generaliste (le più note, cui accenneremo nei punti sottostanti, sono Eppela, Kapipal, IndieGoGo, Derev, Produzioni dal basso) e altre specifiche. Ad esempio MusicRaiser è una buona scelta se volete finanziare un progetto musicale, Distribuzioni dal basso sostiene la circolazione di film e documentari, School Raising è dedicata alle scuole, ShinyNote e Buona Causa sono adatte ai progetti sociali.

Durata della campagna: la maggior parte delle piattaforme vi consente di scegliere la durata che volete, con alcune eccezioni: IndieGoGo, ad esempio, non permette di superare i 60 giorni, mentre Eppela non va oltre i 40 giorni.

Tipo di raccolta fondi: qui la scelta è tra le raccolte in cui i proventi vengono effettivamente incassati solo se si raggiunge il traguardo impostato (cosiddette All or nothing) oppure quelle che consentono di incassare i proventi raccolti indipendentemente dal raggiungimento del traguardo (dette Keep it all). Lo spirito iniziale del crowdfunding è quello delle raccolte All or nothing, ma con il tempo le piattaforme si sono accorte che molti potenziali utenti rinunciavano ad avviare le proprie campagne per timore di non raggiungere l’obiettivo previsto. Per questo hanno, praticamente tutte, introdotto la modalità Keep it all. L’unica eccezione è Eppela, che dovete quindi escludere se la vostra raccolta è del tipo Keep it all.


Vi chiederete a questo punto: perché mai optare per l’All or nothing se ho un’alternativa che mi permette di tenere qualsiasi cifra io raccolga? Sostanzialmente per tre motivi:

1. Alcuni progetti possono non avere senso senza una cifra minima. Molti film, ad esempio, hanno bisogno di un budget minimo per essere realizzati, così i loro produttori decidono che qualsiasi cifra al di sotto di quella richiesta è inutile.

2. Impostare una campagna All or nothing crea una mobilitazione più immediata e, solitamente, reattiva della propria comunità di riferimento. L’idea che il progetto non verrà realizzato senza raggiungere quell’obiettivo, e che il proprio contributo potrebbe essere decisivo, può essere un fattore importante nell’attivare potenziali donatori. Al contrario, scegliere la modalità Keep it all può comunicare ai potenziali donatori una certa debolezza del progetto, che “tanto comunque va avanti qualsiasi cifra raccolga”.

3. Molte piattaforme impongono commissioni più alte per la modalità Keep it all, come vedremo nel punto successivo.

Commissioni: le varie piattaforme di crowdfunding chiedono commissioni molto variabili per il servizio che offrono, che vanno usualmente dal 4% (Kapipal) al 9% del budget finale raccolto dalla campagna. La richiesta media è del 5%, applicata da Eppela e Produzioni dal basso. Alcune piattaforme, come si diceva, applicano una commissione più bassa per le raccolte All or nothing (4% IndieGoGo e 5% Derev) e una più alta per quelle Keep it all (9% Derev e IndieGoGo, ma quest’ultima lascia il 4% se la campagna raggiunge comunque il traguardo).

Estetica della campagna: a parte il video e le immagini di accompagnamento che sono naturalmente predisposti da voi, la linea grafica della pagina collegata al vostro progetto (che sarà quella visitata da tutti i potenziali donatori) deve adattarsi all’estetica della piattaforma scelta. In questo senso è una scelta che può avere la sua influenza: se il vostro progetto è molto attento all’estetica è importante che anche la pagina della raccolta fondi lo sia, mentre se puntate soprattutto sul contenuto questo aspetto può essere meno significativo. È risaputo, ad esempio, che IndieGoGo punta molto sull’estetica delle proprie pagine, proponendo una grafica semplice e accattivante, molto contemporanea. Kapipal invece propone una pagina linearissima, leggibile e poco attenta all’estetica.

Da ultimo verificate la modalità di raccolta prevista da ciascuna piattaforma. Ormai il canale più utilizzato è Paypal, per cui dovrete procurarvi un apposito account. È bene essere certi però che la piattaforma supporti anche donazioni via carta di credito, per non escludere chi non ha un account Paypal e non vi vuole così bene da aprirne uno apposta per voi.

Vai a Come creare un video

Crowdfunding come funziona: creare un video


1. Decidere se ingaggiare un videomaker.
2. Scrivere i contenuti del video.
3. Ideare una modalità creativa di raccontare i contenuti.
4. Scrivere la sceneggiatura del video.
5. Fare le riprese.
6. Fare il montaggio.

Il video è ormai uno strumento di accompagnamento fondamentale alla vostra campagna. L’ideale sarebbe anzi realizzare più video, da utilizzare durante la campagna per promuoverla, come vedremo più avanti. Ma di base almeno uno dovete farlo, che apparirà nella pagina collegata al vostro progetto e che userete per lanciarla sui vostri canali di comunicazione.

La creazione del video è spesso l’elemento su cui ci si incaglia più facilmente, anche perché è dispendioso in termini di risorse, economiche e di tempo. A meno che non abbiate un videomaker in casa per avere un buon prodotto dovrete chiedere un supporto che vi costerà un piccolo investimento. Il consiglio è: fatelo. Avere un video fatto bene nella forma oltre che nel contenuto è un valore aggiunto molto importante in una campagna di crowdfunding, perché è un modo di comunicare che fate bene le cose. L’alternativa è produrre il video da soli, il che rischia di dare risultati sconfortanti nella qualità e di impegnarvi quantità di tempo assurde tra ideazione, riprese e montaggio.

Che assoldiate un videomaker o che facciate da soli, l’ideazione del video rimane comunque il vostro compito principale. Dovete riuscire ad essere brevi (2-3 minuti massimo), divertenti e comprensibili. Pronti?


Ecco le informazioni che non dovrebbero mancare in un video:

Presentazione di sé e del progetto: chi siete? In cosa consiste il progetto? Qui è bene utilizzare inquadrature che mostrino il vostro volto, parlate in camera e utilizzate parole chiare e semplici.

Presentazione della campagna: perché state facendo questa campagna? A cosa vi servono nello specifico i fondi che raccoglierete?

– Racconto di cosa è successo prima: cosa avete già fatto per raggiungere i vostri obiettivi? Quali sono le vostre competenze?

Appello ai donatori.

Cercate di trovare un’idea originale per raccontare tutto questo, qualcosa che sia collegato al vostro progetto, anche graficamente (colori, forme, loghi ecc.).

Nel nostro esempio potremmo ambientare il video nelle campagne abruzzesi dove vorremmo realizzare il festival, in una bella giornata calda e soleggiata. Potremmo alternare i nostri volti che raccontano il progetto con quelli degli abitanti del luogo che, con linguaggio colorito, rivolgono il loro appello ai potenziali donatori. Potremmo infine, come espediente grafico, separare le sequenze del video con un clic che rimanda allo scatto fotografico.

Infine, un piccolo suggerimento nell’orecchio: già che avviate la macchina di produzione del video, ricordatevi di girare anche qualche brevissimo e divertente spot che potrete usare nei giorni precedenti il lancio della campagna per creare la necessaria attesa. Non so, ad esempio un abitante di un villaggio abruzzese che guardando fisso in camera dice in dialetto “vi aspetto fra tre giorni”.

Vai a Come scegliere le ricompense

Crowdfunding come funziona: scegliere le ricompense

Prima di lanciare la vostra campagna dovete anche stabilire quali ricompense offrire ai vostri donatori in cambio del loro contributo. Si tratta di un modo carino di ringraziare e valorizzare i vostri donatori, costruire fiducia, e promuovere al meglio la vostra campagna.

Le ricompense devono essere al tempo stesso attrattive e low cost. Quindi, se avete qualcosa di fatto in casa e carino puntate innanzi tutto su quello, l’home made comunica anche che volete lasciare qualcosa di unico e affettivo ai vostri donatori, e sarà apprezzatissimo.


Ecco alcune categorie di ricompense che potete offrire:

Prodotti: se il vostro progetto mira alla produzione di beni, quei beni possono essere usati come ricompensa. State chiedendo fondi per sviluppare un videogioco? Il videogioco stesso è la prima logica ricompensa da offrire. Nel nostro esempio del festival di fotografia rurale, potremmo offrire copie delle fotografie premiate.

Gadget: anche se non producete nulla di fisico potete investire una piccola quota per produrre borse, magliette, penne usb, felpe con il vostro logo. Avrete anche un ritorno di immagine, anche se state attenti a calcolare bene i costi dell’operazione.

Esperienze: molto gradite sono ricompense che offrono un’esperienza correlata al vostro progetto. State chiedendo fondi per avviare un progetto di cooperazione allo sviluppo in qualche paese straniero? Offrite un’esperienza di volontariato. Nel nostro esempio, è immediato offrire biglietto di ingresso al festival, partecipazione gratuita a workshop di fotografia rurale, incontri con i fotografi.

Servizi: se il vostro progetto mira alla creazione di servizi, offriteli ai vostri donatori. Chiedete fondi per aprire un ristorante? Offrite la consulenza dei vostri cuochi per menu speciali. Nel nostro caso, possiamo ad esempio offrire corsi di fotografia, o workshop con fotografi.

Fate attenzione a valutare in modo strategico le vostre ricompense, considerando che quelle di medio-basso valore saranno le più richieste, ma che quelle di più alto valore sono fondamentali per raggiungere il vostro traguardo.

Inoltre calcolate bene i costi di produzione e spedizione delle ricompense, assicurandovi che vi rimangano abbastanza fondi per realizzare il vostro progetto. Non sottovalutate i costi di spedizione, informatevi presso le Poste o i corrieri e fate i vostri calcoli ipotizzando una quantità credibile di spedizioni.

Vai a Come promuovere la campagna

Crowdfunding come funziona: promuovere la campagna

@Gisela Giardino

1. Creare l’attesa a partire da una settimana prima.
2. Caricare tutti i contenuti preparati sulla piattaforma scelta.
3. Contattare la prima cerchia della community e raccogliere le loro donazioni.
4. Lanciare la campagna sui canali di comunicazione.
5. Continuare a promuovere la campagna in modo creativo.

Ora avete tutto il necessario per lanciare la vostra campagna. Pazientate però ancora qualche giorno, dedicandolo a creare l’attesa. Utilizzate i vostri canali di comunicazione, in particolare i social network, per scaldare la vostra community, annunciando l’evento per la data in cui avete pensato di lanciare la vostra campagna.

Pensate a qualche modalità creativa per generare attesa, mistero, attirare attenzione. Nel nostro esempio del festival di fotografia rurale potremmo ad esempio pubblicare una foto al giorno per una settimana sulla nostra pagina facebook con un rimando all’imminente avvio della campagna.

O, meglio ancora, in fase di produzione del video, come abbiamo visto prima, possiamo creare appositi mini spot da utilizzare in questo step, che sarebbero efficacissimi al nostro scopo.

Mentre siete impegnati con la vostra pre-campagna (non fatela durare troppo, una settimana è sufficiente), iscrivetevi alla piattaforma scelta e caricate il materiale. Naturalmente ogni singola piattaforma vi richiederà le informazioni in modo diverso, ma se siete arrivati a questo punto senza saltare passaggi siete pronti a tutto.

Che fare dunque una volta che abbiamo caricato la nostra campagna su una piattaforma di crowdfunding? Scatenare l’inferno. I primi cinque giorni sono fondamentali, perciò ricontattate tutti i vostri parenti, amici e colleghi della prima cerchia e assicuratevi che versino subito il loro contributo (ricordate la regola del 30%?).

A questo punto, quando la barra delle donazioni è già un po’ avanzata, partite a bomba con la promozione, online e offline. Vediamo qualche piccolo suggerimento.

Promozione sui social media

Oggi i social media sono la prima cosa che viene in mente quando si parla di campagna di promozione. In effetti non trascuratene nemmeno uno: Facebook, Twitter, Google+, LinkedIn, Instagram, Pinterest e qualsiasi social network vi venga in mente. Ecco alcune cose a cui stare attenti:

– Scegliete bene il momento in cui giocarvi il video: potete lanciarlo subito puntando al botto di visualizzazioni oppure contare sul fatto che comunque il primo post promozionale (purché carino) avrà il suo seguito, e usare il video dopo qualche giorno per ridestare l’attenzione. Dipende sostanzialmente da quanti contenuti avete da giocarvi dopo. Se avete altri video pronti, potete piazzare subito quello principale, altrimenti meglio usarlo un po’ più avanti.

Attenzione alle immagini: provate a costruire una campagna di sole immagini per Pinterest e Instagram, meglio se prodotte da voi. In questo caso avere un fotografo nel team aiuta molto.

Contattate degli influencer: provate ad agganciare personaggi dall’alto seguito sui social affinché condividano la vostra campagna. Potete concentrare questa strategia su Twitter, provando a raggiungere blogger e giornalisti che, oltre a ritwittarvi, potrebbero dedicare spazi alla vostra campagna.

Siate reattivi: rispondete prontamente a commenti, messaggi, tweet.

Evitate di spammare i vostri contatti con contenuti ripetitivi, inventate sempre qualcosa di nuovo per veicolare la vostra campagna.

Tenete alta l’attenzione: il rischio più grande è che la campagna faccia il boom la prima settimana e poi finisca subito nel dimenticatoio. Bisogna invece costruire una strategia comunicativa che vada oltre il lancio. La cosa migliore è avere altri due/tre video da giocarsi durante la campagna. Se non ci sono bisogna inventarsi qualcosa d’altro.

Dite come sta andando: festeggiate sui social i traguardi intermedi raggiunti (i primi 100 euro, il 25%, il 50% ecc.), segnalate se qualche ricompensa sta finendo (attenzione, in palio gli ultimi 10 biglietti di ingresso al festival!).

Date motivazioni ulteriori: fate paragoni con altre spese della vita, un classico è “donaci l’equivalente di 10 caffè”, spezzettate la donazione (“è come se fosse 20 centesimi al giorno per 2 mesi”), incentivate ad una donazione di gruppo (“se tutti voi donaste 2 euro raggiungeremmo oggi il traguardo”).

Lanciate lo sprint finale: qui non c’è pudore che tenga. L’ultima settimana dovete fare fuoco, anche un po’ casuale, e spronare la rete a reagire, l’importante è dare degli obiettivi concreti. Ad esempio: mancano gli ultimi 300 euro! Dobbiamo raccogliere 500 euro in 3 giorni, siete pronti? Oppure, se avete già raggiunto il traguardo, esortate a donare ancora per realizzare altre attività. Ad esempio: forza se raccogliamo altri 500 euro in questi ultimi 4 giorni potremo organizzare anche un workshop di fotografia rurale in fattoria!

Promozione via email

Attenzione a non sottovalutare le care vecchie email: pare che chi accede alle campagne di crowdfunding da una email tenda a donare molto di più di chi accede da un social media. Le email consentono di personalizzare il messaggio, creando una sensazione di unicità, una sorta di appello personale.

Perché le email funzionino è fondamentale che siano personalizzate. Certo, potete preparare un corpo uguale per tutti, ma dovete poi calibrarlo in modo diverso per ciascun destinatario. Usate un tono amichevole e personale e chiedete a chi siete più in confidenza di diffondere la mail ad altre 5/10 persone.

Promozione offline

Grandi risultati li può dare anche il caro vecchio passaparola. Abbiate sempre in testa la campagna, ricordatela agli amici alla fine di ogni telefonata, mettetela al centro delle discussioni alle cene, parlatene al lavoro, chiedete ai genitori di convincere i loro amici (che di solito, se siete giovani, hanno più soldi dei vostri, di amici…).

Un grande input può venire dall’organizzazione di eventi ad hoc. Senza stare a fare robe in grande (che poi servono soldi, da sottrarre alle entrate), potete organizzare un aperitivo in un locale, piuttosto che una festa a casa vostra, dedicata alla campagna.

Fate in modo che, oltre alla vostra prima cerchia, partecipino anche fidanzati/e, amici di amici, conoscenti, in modo da allargare il più possibile il cerchio. Anche se veloce, il contatto umano e la conoscenza diretta sono sempre l’arma comunicativa migliore. Se è estate, un pic-nic al parco è un ottima idea, potranno partecipare molte persone e attirerà l’attenzione anche dei passanti.

Ovviamente non potete organizzare eventi in tutto il paese, ma di solito la città dove vivete è anche quella da dove probabilmente verranno più contributi, quindi concentratevi lì.

Vai a Come coinvolgere i donatori

Crowdfunding come funziona: coinvolgere i donatori

I donatori non sono un bancomat. Hanno bisogno che il loro gesto venga valorizzato, vogliono essere partecipi di un progetto, sapere per cosa verranno utilizzati i suoi soldi. Per questo, oltre a dare loro le ricompense, dovete aggiornarli continuamente sull’andamento della campagna: fondi raccolti, tempo rimanente, nuove informazioni su come diffondere la campagna.

Potete farlo via mail una volta alla settimana. Questa operazione avrà come effetto non certo sgradito quello di attivare i donatori a cercarne altri potenziali.

Aggiornate i donatori anche sui traguardi raggiunti, condividendo con loro la vostra emozione. Se possibile, aggiornateli anche sulla produzione delle ricompense: se è un prodotto fatto a mano potreste mandare loro qualche foto della lavorazione.

Ricordate di aggiornarli anche se le notizie non sono buone, se la campagna sta andando più a rilento del previsto, se il traguardo forse non verrà raggiunto, se ci dovessero essere degli intoppi nella produzione delle ricompense. Ricevere cattive notizie è comunque meglio che non ricevere nessuna notizia.

Infine, informate i vostri donatori sui prossimi passi, su quello che succederà con la campagna o, se la campagna sta finendo, su quello che succederà dopo: produzione e consegna delle ricompense, avvio del progetto ecc.

Oh, e naturalmente, dite grazie.

Vai a Cosa fare dopo la campagna

Crowdfunding come funziona: dopo la campagna

@Moyan Brenn

1. Inviare una email ai donatori.
2. Comunicare la chiusura della campagna sui propri media.
3. Spedire le ricompense.
4. Mantenere i contatti con i donatori.

La campagna di crowdfunding è finita. Comunque sia andata, tirate un sospiro e godetevi un paio di giorni di stacco: ve li meritate tutti.

Per prima cosa, ringraziate i vostri donatori. Preparate una bella email, in cui li informate dell’esito della campagna, esultando con loro se è stato positivo o ringraziandoli comunque di cuore se non avete raggiunto il vostro traguardo. Date loro indicazioni di massima su quando riceveranno le ricompense e chiedete loro di inviarvi informazioni specifiche, se mancanti (l’indirizzo aggiornato, preferenze di taglia, colore, misura ecc.).

Poi cominciate con l’inviare le ricompense. Lo dovete fare in ogni caso se avete impostato una campagna Keep it all oppure se avete raggiunto il traguardo in caso di una campagna All or nothing. Non è fondamentale che le ricompense arrivino il giorno dopo la chiusura della campagna, ma cercate di non far passare mesi.

La cosa importante è che teniate informati i donatori. Se c’è un ritardo, diteglielo subito, scusatevi e pregateli di aspettare ancora un po’. Nessuno si arrabbierà.

Continuate a tenere informati i vostri donatori ben oltre il termine della campagna: saranno gratificati dal sapere cosa state facendo con i loro contributi e alcuni di loro continueranno ad essere generosi in futuro.

Infine, non dimenticate di dare conto dei risultati della campagna alla vostra comunità più ampia. Celebrate l’eventuale successo della campagna sui vostri social media e ringraziate tutti comunque anche se la campagna dovesse essere andata poco bene.

Ricordate, una campagna di crowdfunding non si fa solo per raccogliere soldi ma anche per creare e ampliare la propria community, per trovare nuovi collaboratori/volontari, per ottenere visibilità. Tutte cose che potete continuare a fare anche dopo la campagna.

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