Crowdfunding come funziona: una guida per creare la tua campagna23 min read

28 Gennaio 2015 Economia -

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Sociologo

Crowdfunding come funziona: una guida per creare la tua campagna23 min read

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Crowdfunding come funziona: scegliere una piattaforma

crowdfunding come funziona
@Nic McPhee

Ora che avete le idee più chiare sulla vostra campagna, potete scegliere la piattaforma a cui appoggiarvi. Non vengono qui presentate le numerose piattaforme a disposizione (solo in Italia sono più di 40), si danno solo alcuni esempi relativi alle più famose. Trovate qui un elenco completo.

Ecco alcuni criteri utili per la scelta della piattaforma:

Tema della campagna: il solo tema della vostra campagna può già indirizzarvi verso una o più piattaforme. Vi sono infatti piattaforme generaliste (le più note, cui accenneremo nei punti sottostanti, sono Eppela, Kapipal, IndieGoGo, Derev, Produzioni dal basso) e altre specifiche. Ad esempio MusicRaiser è una buona scelta se volete finanziare un progetto musicale, Distribuzioni dal basso sostiene la circolazione di film e documentari, School Raising è dedicata alle scuole, ShinyNote e Buona Causa sono adatte ai progetti sociali.

Durata della campagna: la maggior parte delle piattaforme vi consente di scegliere la durata che volete, con alcune eccezioni: IndieGoGo, ad esempio, non permette di superare i 60 giorni, mentre Eppela non va oltre i 40 giorni.

Tipo di raccolta fondi: qui la scelta è tra le raccolte in cui i proventi vengono effettivamente incassati solo se si raggiunge il traguardo impostato (cosiddette All or nothing) oppure quelle che consentono di incassare i proventi raccolti indipendentemente dal raggiungimento del traguardo (dette Keep it all). Lo spirito iniziale del crowdfunding è quello delle raccolte All or nothing, ma con il tempo le piattaforme si sono accorte che molti potenziali utenti rinunciavano ad avviare le proprie campagne per timore di non raggiungere l’obiettivo previsto. Per questo hanno, praticamente tutte, introdotto la modalità Keep it all. L’unica eccezione è Eppela, che dovete quindi escludere se la vostra raccolta è del tipo Keep it all.


Vi chiederete a questo punto: perché mai optare per l’All or nothing se ho un’alternativa che mi permette di tenere qualsiasi cifra io raccolga? Sostanzialmente per tre motivi:

1. Alcuni progetti possono non avere senso senza una cifra minima. Molti film, ad esempio, hanno bisogno di un budget minimo per essere realizzati, così i loro produttori decidono che qualsiasi cifra al di sotto di quella richiesta è inutile.

2. Impostare una campagna All or nothing crea una mobilitazione più immediata e, solitamente, reattiva della propria comunità di riferimento. L’idea che il progetto non verrà realizzato senza raggiungere quell’obiettivo, e che il proprio contributo potrebbe essere decisivo, può essere un fattore importante nell’attivare potenziali donatori. Al contrario, scegliere la modalità Keep it all può comunicare ai potenziali donatori una certa debolezza del progetto, che “tanto comunque va avanti qualsiasi cifra raccolga”.

3. Molte piattaforme impongono commissioni più alte per la modalità Keep it all, come vedremo nel punto successivo.

Commissioni: le varie piattaforme di crowdfunding chiedono commissioni molto variabili per il servizio che offrono, che vanno usualmente dal 4% (Kapipal) al 9% del budget finale raccolto dalla campagna. La richiesta media è del 5%, applicata da Eppela e Produzioni dal basso. Alcune piattaforme, come si diceva, applicano una commissione più bassa per le raccolte All or nothing (4% IndieGoGo e 5% Derev) e una più alta per quelle Keep it all (9% Derev e IndieGoGo, ma quest’ultima lascia il 4% se la campagna raggiunge comunque il traguardo).

Estetica della campagna: a parte il video e le immagini di accompagnamento che sono naturalmente predisposti da voi, la linea grafica della pagina collegata al vostro progetto (che sarà quella visitata da tutti i potenziali donatori) deve adattarsi all’estetica della piattaforma scelta. In questo senso è una scelta che può avere la sua influenza: se il vostro progetto è molto attento all’estetica è importante che anche la pagina della raccolta fondi lo sia, mentre se puntate soprattutto sul contenuto questo aspetto può essere meno significativo. È risaputo, ad esempio, che IndieGoGo punta molto sull’estetica delle proprie pagine, proponendo una grafica semplice e accattivante, molto contemporanea. Kapipal invece propone una pagina linearissima, leggibile e poco attenta all’estetica.

Da ultimo verificate la modalità di raccolta prevista da ciascuna piattaforma. Ormai il canale più utilizzato è Paypal, per cui dovrete procurarvi un apposito account. È bene essere certi però che la piattaforma supporti anche donazioni via carta di credito, per non escludere chi non ha un account Paypal e non vi vuole così bene da aprirne uno apposta per voi.

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Sociologo, lavora come progettista e project manager per Sineglossa. Per Le Nius è responsabile editoriale, autore e formatore. Crede nell'amore e ha una vera passione per i treni. fabio@lenius.it
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