Il caso Alonso e la Formula Omertà4 min read

4 Marzo 2015 Uncategorized -

Il caso Alonso e la Formula Omertà4 min read

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@motorimagazine.it

È di ieri la notizia che, in seguito all’incidente patito nel corso della prima delle due sessioni di test pre-stagionali sul circuito di Barcellona, Fernando Alonso non prenderà parte alla prima gara stagionale in Australia, per recuperare meglio fisicamente ed evitare altri traumi che, nella condizione dello spagnolo, rischierebbero di peggiorare ulteriormente la sua situazione fisica.

Già, ma di quale condizione stiamo parlando, esattamente? Una risposta vera e propria non la si può dare, perché il comunicato ufficiale della McLaren ha parlato, semplicemente, di un incidente causato da una forte folata di vento, che ha fatto finire la macchina dello spagnolo contro le barriere di protezione, ad una velocità di poco superiore ai 100 km/h. Versione, questa, che non ha convinto nessuno. Specie se si tengono in considerazione le conseguenze dell’accaduto sul pilota, che appaiono decisamente spropositate considerata la tipologia di impatto, messa a paragone con il livello di sicurezza raggiunto dalla F1 attuale.

Caso Alonso: l’incidente generato da una scarica elettrica?

Il dubbio, molto forte e confermato da alcune indiscrezioni, è che Alonso sia stato vittima di una scarica elettrica provocata dalla componente fornita da Honda al team inglese. Ciò pare avvalorato dalle condizioni in cui è stato rinvenuto il pilota: inizialmente privo di conoscenza, incapace di muoversi autonomamente e in forte stato di shock, tanto da dover essere sedato. Inutile dire che, se una cosa simile fosse confermata, si imporrebbe una profonda riflessione sulla sicurezza con cui hanno a che fare i piloti della McLaren. E la versione “ufficiale”, emanata dal team, sa quindi sempre più di giustificazione buona per coprirsi da possibili accuse. Ad onor del vero, va detto che è stata avviata un’indagine interna da parte della federazione, per far luce sull’accaduto. Pronto ad essere smentito, ma considerati i precedenti, è ben facile prevedere che tutto possa risolversi in un “lavarsi le mani” degno del miglior Ponzio Pilato, senza che vengano presi gli adeguati provvedimenti.

Ma a che pro tutto questo? è vero che nel “circus” girano tanti interessi, e che quindi un evento del genere sarebbe un grave danno di immagine sia per McLaren sia, soprattutto, per la stessa Honda, motivo più che sufficiente per tentare di coprire la cosa. Ma ciò sembra essere la negazione assoluta di quel necessario e continuo perseguimento della sicurezza più assoluta, che deve animare chiunque faccia parte del campionato. Inoltre, trovo questo comportamento omertoso, perché con tutta la comprensibile cautela che deve essere impiegata in questa situazione, in particolar modo alla luce delle condizioni di salute di Alonso, si dovrebbe essere quanto più chiari possibili nei confronti degli appassionati. Perché, nonostante le visite in luoghi disposti a ricoprire il “carrozzone” di petroldollari, è lo zoccolo duro di seguaci che anima la F1, con il seguito diretto ai gran premi oppure tramite televisione. Sarebbe quantomeno auspicabile, quindi, un minimo di rispetto, e non delle spiegazioni di comodo che, oltre a sapere di presa per i fondelli, nulla aggiungono alla informazione che perviene a noi “comuni mortali”.

Il caso Alonso e il pubblico: riavvicinare gli spettatori al circus

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Arrivabene e i suoi assistenti seguono i test in tribuna | @crash.net

A riguardo del rapporto ambiente/appassionato, è proprio di questi ultimi giorni un’iniziativa di Arrivabene, nuovo team principal Ferrari, che, durante gli ultimi test a Barcellona, si è seduto in tribuna confondendosi in mezzo al pubblico per seguire dagli spalti la giornata di prove sul circuito catalano. Il manager bresciano, sin dal suo approdo alla carica attualmente ricoperta, si è fatto portatore di una F1 più vicina al pubblico, in grado di fare un passo indietro e riprendere quel contatto con la realtà circostante, che caratterizzava il campionato fino a qualche decennio fa. Un elemento, questo, che è stato indubbiamente uno dei motivi di maggiore successo e diffusione della categoria. Beh, mi auguro vivamente che Arrivabene sia in grado di rispettare questo proposito, infondendo al contempo il suo “spirito” anche ad altri personaggi ben radicati all’interno della F1. Perché andando avanti su questa strada, fatta di episodi strani e mal gestiti da un punto di vista anche comunicativo (in cui quello di Alonso è solo l’ultimo di una articolata serie), il risultato sarà soltanto quello di perdere ulteriore seguito, restando a far le gare tra i famigerati “4 gatti”, sia in pista che fuori.

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Studente di giurisprudenza come "occupazione" ufficiale e appassionato di sport in generale, più come spettatore che come atleta, ahimè. Seguo con particolare interesse gli sport motoristici e da qualche anno a questa parte il motomondiale (ma pure la superbike), pur essendomi avvicinato ad essi con le 4 ruote e la F1.
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