Le azzurre del volley e la passione per la vittoria degli italiani3 min read

14 Ottobre 2014 Uncategorized -

Le azzurre del volley e la passione per la vittoria degli italiani3 min read

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azzurre del volley

E quindi siamo tutti diventati dei grandi appassionati di pallavolo. O forse abbiamo solo bisogno di una squadra che ci faccia sognare, di campioni per cui gioire, di eccellenze sportive e, soprattutto, italiane.

Perché la nazionale italiana di volley femminile ha scatenato un entusiasmo inaspettato: va bene il mondiale giocato in casa – “il nostro mondiale” come troppe volte diceva Maurizio Colantoni in cronaca nei momenti più esaltanti delle azzurre – ma quanto visto per Arrighetti, Centoni, Diouf e compagne, esce dallo schema del volley nostrano (che non è mai stato un campione di auditel) ed entra in una struttura tutta italiana. Noi che siamo tifosi prima che sportivi.

La verità è che noi italiani siamo fatti così, perché ci piace lo sport ma soprattutto ci piace vincere. Siamo un popolo di calciofili, ma siamo pronti a seguire e appassionarci a un altro sport se c’è un italiano che possa portare i nostri colori in alto. Perché 20 anni fa non ci saremmo mai persi uno slalom di Alberto Tomba in tv, neanche quelli notturni sulle piste americane per cui abbiamo persino interrotto il Festival di Sanremo. Perché siamo quelli che hanno bloccato l’Italia per la doppietta Giro-Tour del ’98 di Marco Pantani, per poi lasciare il ciclismo al qualunquismo del “sono tutti dopati” finché Nibali non è tornato in giallo sui Campi Elisi. E non eravamo molti di più nel 2009 a seguire tutti i Gp di Valentino Rossi nell’anno del suo ultimo trionfo mondiale?

Ci abbiamo provato anche l’anno scorso col basket, quando la nazionale di Pianigiani aveva illuso agli Europei, con una lunga striscia vincente prima di chiudere in un anonimo ottavo posto, fallendo anche la qualificazione al mondiale di quest’anno. Ci siamo ricascati oggi con le azzurre del volley, che nel mondiale di casa hanno raccolto l’entusiasmo generale pure tra chi, fino a qualche giorno fa, non sapeva chi fosse Eleonora Lo Bianco. E tra qualche giorno probabilmente la dimenticherà.

E per quanto la pallavolo sia lo sport più praticato in Italia dopo il calcio, nonché il primo tra le donne, in pochi sanno che appena una settimana prima dell’inizio del Mondiale femminile i nostri azzurri avevano fallito al campionato del mondo maschile, tra disavventure tecniche e uno spogliatoio spaccato.

Andrà così anche questa volta e tra qualche giorno il volley tornerà nel suo covo di appassionati mentre noi riprenderemo a discutere dell’arbitraggio di Rocchi in Juve-Roma. È il destino degli sport che non sono il calcio, che hanno le loro colpe non solo in ambito dirigenziale – non c’è una federazione veramente virtuosa in Italia – ma anche dal punto di vista dei tifosi, che da un lato sognano gli spazi del “pallone” e dall’altro vorrebbero che il loro sport fosse solo un covo di tecnicismi.

Torneremo a discutere di volley nella prossima semifinale di una nostra nazionale, torneremo a seguire lo sci se ci sarà un nuovo Tomba o una nuova Compagnoni, forse non ci perderemo un set del Roland Garros se Gianluigi Quinzi dimostrerà un giorno di essere un talento vero e non solo una speranza. Ma poi torneremo ancora al calcio, lasciando che gli “altri sport” tornino a essere gli sport degli altri. Godiamoceli, allora, questi giorni di gloria del volley e celebriamo queste meravigliose ragazze. Arriverà il tempo anche per gli altri, ma sarà sempre un po’ troppo breve.

Immagine| @LorenzoLucon

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Statistico atipico, ha curato la sezione Sport e amministrato i profili social di Le Nius. Formatore nei corsi di scrittura per il web e comunicazione social, ha fondato e conduce il podcast sul calcio Vox2Box e fa SEO a Storeis. Una volta ha intervistato Ruud Gullit, ma forse lui non si ricorda.
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