Troye Sivan, Youtuber da 83 milioni di visualizzazioni2 min read

30 Giugno 2014 Cultura -

Troye Sivan, Youtuber da 83 milioni di visualizzazioni2 min read

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troye sivan
@aaronbenson1352

Diventare popolari: come si fa? Si dice che chiunque ha la sua possibilità di diventare un personaggio famoso grazie a Youtube: esistono veri e proprio manuali di istruzioni per garantire il pieno successo di questa stravagante trovata.

Serve una telecamera, rigorosamente full HD e che costi almeno 300euro. Serve, ovviamente, un’idea nuova e un personaggio che faccia qualcosa che gli altri ancora non hanno fatto, o che la faccia meglio (e no: riprendere un gatto aspettando che faccia qualcosa di divertente non è una buona idea!). Serve metterci la faccia, bella o brutta che sia, ed essere disinvolti davanti alla telecamere. Serve focalizzarsi sul pubblico al quale il video è rivolto e basarsi solo ed esclusivamente su quel target, in modo da coinvolgere quello per primo, e poi allargarsi.

Ma soprattutto serve andarci piano e avere tanta tanta pazienza: insistendo troppo l’aspirante superstar può ottenere esattamente l’effetto contrario: rendersi insopportabile, tipo Francesco Sole e tanti altri.

Troye Sivan: una stella nata su You Tube

Ma questo non è sicuramente il caso di Troye Sivan, 19enne australiano con visino angelico e occhi azzurrissimi che nella vita fa già il cantante, l’attore e il video blogger. Troye ha creato il suo canale Youtube all’età di 12anni, nel 2007.

Ha iniziato pubblicando canzoni cantate esclusivamente da lui, con le quali è arrivato ad oltre 27.000 iscritti in appena 5 anni. Oggi, Troye Sivan conta oltre due milioni di iscritti al proprio canale e più di 83 milioni di visualizzazioni complessive.

Uno tra i suoi brani, “The fault in our stars”, registrato e prodotto nella sua camera da letto, è diventato in Australia un successone virale tale da fargli guadagnare un contratto con la EMI Australia, una casa discografica che il prossimo 15 Agosto metterà in circolazione in tutto il mondo un EP di cinque brani: “Tryxe”, registrato in giro per il mondo nel corso dell’ultimo anno.

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Da biologa pentita, procedo in direzione contraria al buon senso e mi rifugio a Milano per studiare Scienze della Comunicazione, dopo anni di vagabondaggi alla ricerca della pace interiore. Così, la riscopro nella Tequila, nei concerti al Magnolia, nelle canzoni coi finali tristi, nelle newsletter di Rockit e nelle pagine del Rolling Stone. Adoro ossessivamente X-Factor e odio il fatto che Sanremo coincida con la sessione invernale.
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