Società: prigione o libertà?1 min read
Reading Time: < 1 minuteMi viene in mente Into the wild. Mi viene in mente Chris, in fuga dalla società, alla ricerca della sua libertà. Impossibile. Perché la società è una gabbia. A volte d’acciaio, a volte di carta velina, ma sempre presente. C’è nel funzionario che timbra i suoi 300 cartellini l’anno e c’è in Chris, che, così si dice, “lascia tutto” e va a finire congelato in Alaska.
È così, mio caro Chris. Per quanto possa cantare Eddie Vedder, senza society non esisti. Non esiste neanche la tua fuga, né la tua libertà. Perché la società è la tua prigione e la tua libertà. È la tua ribellione e il tuo destino.
Ed è così per tutti noi. La società ci racchiude, ci limita, ci divora dentro eppure senza di essa nessuna mossa sarebbe possibile, semplicemente perché senza senso.
Mi viene in mente il linguaggio. Il linguaggio è un vincolo tremendo, delimita tutto, si impossessa di tutto, dà forma a tutto, eppure a volte lo sentiamo così insufficiente. Eppure dove andresti senza linguaggio? Niente, resteresti lì, impalato, senza la possibilità di esprimere alcunché.
Così è la società, o almeno, così mi sembra in questa notte di sospensioni. Prigionieri e graziati, guardie e ladri, eroi e mascalzoni. Società maledette che mi dipingono l’esistenza.
Chiara
Ho sempre cercato invano di uscire da te società, dal senso di appartenenza a qualcosa, e più continuavo a gridarti dietro tutto il mio odio e più tu ridevi beffarda di quanto ti fossi legata. Più urlavo quanto mi avevi ferito e più mi toglievi di bocca il microfono e facevi il tuo spettacolo di varietà, coi tuoi virtuosismi vocali. Quante volte mi hai tolto i riflettori e fatto sprofondare nel nulla con la scusa che ero "strana", soltanto perché non ho seguito i tuoi stupidi dogmi senza fantasia per rendermi uguale a un esercito di manichini senza volto. Lotto contro di te e cerco di salvarti ogni giorno in tanti minuscoli modi società, perché se uccido te uccido anche me, e questa soddisfazione non te la do. Una cosa è certa però, non mi fai paura società, sei troppo prevedibile e non riuscirai mai a cambiarmi gli occhi.