Questi anni: ricordi e racconti di una città di provincia a sud dell’Impero2 min read

13 Gennaio 2014 Cultura -

Questi anni: ricordi e racconti di una città di provincia a sud dell’Impero2 min read

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Questi anni“Cosa resterà di questi anni ’80” cantava Raf e in effetti sarebbe proprio il caso di chiederci cosa sia rimasto di quel decennio. Dieci anni di contraddizioni: da una parte i paninari, le Timberland, i rampanti figli di papà; dall’altra i punk, la ribellione, le tendenze e le culture espresse nelle curve e nei centri sociali occupati. Tutto ciò raccontato sullo sfondo e per le strade di Cosenza, città a nord della Calabria ma a sud dell’Impero.

Questi anni, questo il titolo del libro, è un’intuizione letteraria messa in piedi dalla Coessenza, realtà indipendente calabrese che corre a metà strada tra la casa editrice e il gruppo di scrittura collettiva. Un gruppo che da quasi dieci anni sperimenta la condivisione delle idee, della lettura e della scrittura in modo libero, naturale e collettivo.

Il libro si sviluppa su una ventina di racconti scritti da altrettanti scrittori. In realtà, sono venti reduci del decennio in questione coloro che hanno da raccontare senza nostalgia e malinconia ciò che accadeva per le strade di una città di provincia dal 1980 al 1989. è l’altra faccia degli anni ’80, quelli che nessuno ama raccontare in tv, quelli dell’eroina, dell’underground cittadino, della ribellione, della quotidianità.

Così ritroviamo una vasta letteratura di strada, una strada, quella cosentina, attraversata per esempio da Gregory Corso, poeta della beat generation, amico di Ferlinghetti e Kerouac, oppure una strada che porta dai quartieri di periferia al centro della città dove nelle piazze si ritrovano i sogni, le mode, le culture, le tendenze dei ragazzi e delle ragazze dell’epoca.

Tendenze e culture, non è un errore metterle al plurale poiché diventa interessante vedere come nella stessa piazza, luogo di ritrovo giovanile, si fronteggiano in gruppi i figli di papà e “i brutti, sporchi e cattivi”, simbolo di ribellione e controtendenza. Due facce della stessa medaglia mescolate come spesso accade nelle città del Mediterraneo; culture che si ritrovano nelle curve degli stadi la domenica pomeriggio, nelle piazze e nelle strade di sera.

Ed è proprio da quegli strani anni, così impregnati di disimpegno e abbagli tecnologici e pubblicitari che sotto la cenere cova qualcosa, quella voglia di impegno e ribellione che sfocerà nel movimento della Pantera e poi nelle occupazioni studentesche del 1993 arrivando fino a Seattle nel 1999.

E così il consiglio è quello di leggere Questi anni, questi venti racconti molto gustosi. Leggerli significa immergersi ad occhi aperti in un decennio, assaporandone tutta l’essenza così come quando si guarda un film in bianco e nero di Luciano Emmer o Dino Risi.

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Andrea Bevacqua insegna Lettere nei Centri per l'Educazione degli Adulti in provincia di Mantova. Attivista altermondista e pacifista, pratica forme di politica dal basso.
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