Piero Ciampi artista dimenticato2 min read
Reading Time: 2 minutesPiero Ciampi è sicuramente uno tra gli artisti più originali della scena cantautoriale italiana ma è, allo stesso tempo, un artista dimenticato.
Nasce a Livorno nel 1934, nella casa di fronte a quella dove aveva vissuto Amedeo Modigliani. Fa una vita trasandata: alcol, donne e fughe improvvise e strategiche.
Il Ciampi “chansonnier”, invece, nasce a Parigi nei primi anni ’60, dove era scappato con una stecca di sigarette e neppure una lira in tasca. Scrive poesie meravigliose su tovagliolini di carta e le canta nelle brasseries parigine, guadagnandoci duemila franchi a esibizione, una sciocchezza.
Tornato in Italia pubblica alcuni LP senza però essere mai ben visto dalla critica musicale: nulla di allegro e stile nebbioso, si diceva. Questo perché Piero Ciampi cantava in modo schietto e pungente, senza pudore, quindi incomprensibile per l’usuale amatore di canzonette.
Si presentava sbronzo ai concerti, polemizzava col pubblico e insultava i colleghi, ma ad apprezzarlo e comprenderne la dignità di autore e di interprete fu, primo fra tutti, Gino Paoli. Già da tempo, l’amico genovese interpretava alcune sue canzoni e riuscì a procurargli anche un contratto con la RCA e un consistente anticipo in denaro che il cantautore livornese invece dilapidò senza incidere un solo pezzo.
Morì il 19 Gennaio del 1980.
E noi, 35 anni dopo, lo ricordiamo perché dietro a una figura così tormentata c’è una scrittura drammaticamente vera, carica di pathos, ribellione, amori impossibili e finiti male.
Lo ricordiamo, come disse Roberto Vecchioni, per “la voglia di ribaltare tutto e la mancata aggressività per farlo”, per la debolezza, il cuore grande che lo hanno reso un vero e proprio genio, seppur incompreso, capitato in un panorama musicale (quello italiano) ancora troppo poco disposto a coglierne l’importanza e la meraviglia delle sue canzoni. https://www.youtube.com/watch?v=a33Fa78zK5w
Immagine / Gae Cab