Piero Ciampi artista dimenticato2 min read

19 Gennaio 2015 Cultura -

Piero Ciampi artista dimenticato2 min read

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@Piero Ciampi artista dimenticato

Piero Ciampi è sicuramente uno tra gli artisti più originali della scena cantautoriale italiana ma è, allo stesso tempo, un artista dimenticato.

Nasce a Livorno nel 1934, nella casa di fronte a quella dove aveva vissuto Amedeo Modigliani. Fa una vita trasandata: alcol, donne e fughe improvvise e strategiche.

Il Ciampi “chansonnier”, invece, nasce a Parigi nei primi anni ’60, dove era scappato con una stecca di sigarette e neppure una lira in tasca. Scrive poesie meravigliose su tovagliolini di carta e le canta nelle brasseries parigine, guadagnandoci duemila franchi a esibizione, una sciocchezza.

Tornato in Italia pubblica alcuni LP senza però essere mai ben visto dalla critica musicale: nulla di allegro e stile nebbioso, si diceva. Questo perché Piero Ciampi cantava in modo schietto e pungente, senza pudore, quindi incomprensibile per l’usuale amatore di canzonette.

Si presentava sbronzo ai concerti, polemizzava col pubblico e insultava i colleghi, ma ad apprezzarlo e comprenderne la dignità di autore e di interprete fu, primo fra tutti, Gino Paoli. Già da tempo, l’amico genovese interpretava alcune sue canzoni e riuscì a procurargli anche un contratto con la RCA e un consistente anticipo in denaro che il cantautore livornese invece dilapidò senza incidere un solo pezzo.

Morì il 19 Gennaio del 1980.

E noi, 35 anni dopo, lo ricordiamo perché dietro a una figura così tormentata c’è una scrittura drammaticamente vera, carica di pathos, ribellione, amori impossibili e finiti male.

Lo ricordiamo, come disse Roberto Vecchioni, per “la voglia di ribaltare tutto e la mancata aggressività per farlo”, per la debolezza, il cuore grande che lo hanno reso un vero e proprio genio, seppur incompreso, capitato in un panorama musicale (quello italiano) ancora troppo poco disposto a coglierne l’importanza e la meraviglia delle sue canzoni. https://www.youtube.com/watch?v=a33Fa78zK5w

Immagine / Gae Cab

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Da biologa pentita, procedo in direzione contraria al buon senso e mi rifugio a Milano per studiare Scienze della Comunicazione, dopo anni di vagabondaggi alla ricerca della pace interiore. Così, la riscopro nella Tequila, nei concerti al Magnolia, nelle canzoni coi finali tristi, nelle newsletter di Rockit e nelle pagine del Rolling Stone. Adoro ossessivamente X-Factor e odio il fatto che Sanremo coincida con la sessione invernale.
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