Parole orrende: attaccate sul frigo le parole più brutte del web2 min read

19 Dicembre 2016 Cultura -

Parole orrende: attaccate sul frigo le parole più brutte del web2 min read

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parole orrende
@dailybest.it

Tutti coloro che all’interno dei social network (facebook e twitter in particolare) seguono o si interessano di libri e letteratura, non saranno sfuggiti al proliferare dell’hashtag #paroleorrende lanciato qualche tempo fa dallo scrittore ed editor Vincenzo Ostuni.

Ostuni ha deciso di aprire una sorta di caccia a tutti quei modi di dire, neologismi, anglismi e veri e propri errori grammaticali e sintattici che sono prepotentemente entrati nel lessico comune abitudinario, ma che, più che parte di un linguaggio, appaiono come storpiature o forzature svuotate di significato e spesso usate in maniera errata.

Qualche esempio? Le parole o locuzioni burla come ciaone o ma anche no, i famosi apericena con le insalatone, ma anche l’utilizzo più scorretto che improprio di assolutamente o piuttosto che. Pensate infine ai numerosi neologismi nel campo manageriale o aziendale, come briffare che dovrebbe fungere da sinonimo o abbreviativo di “fare un briefing”.

Vincenzo ha quindi scatenato i suoi followers (perdonatemela questa) nel raccogliere queste parole orrende arrivando a superare le 2.000 tra parole e modi di dire.

Questa fantastica collezione non poteva però non avere una sua realizzazione pratica e a questo ci ha pensato la Tic edizioni di Roma, inserendo il progetto nella collana Scripta Magnet e creando una confezione che raccoglie gran parte delle parole orrende che sono singolarmente calamitate, offrendo così la possibilità a chiunque di creare infinite frasi orrende, metterle sul proprio frigorifero e magari fotografarle per inviarle alla pagina facebook della casa editrice.

Paroleorrende è però solo la punta dell’iceberg del progetto Scripta Magnet. Il catalogo è vasto e potrete sbizzarrirvi con le parole tipiche del cinema, con le parolacce, divertirvi a ricreare infinite versioni de “L’infinito” di Giacomo Leopardi o “S’i’fosse foco” di Cecco Angiolieri.

Mettiamola quindi così: Natale si avvicina e sappiamo bene tutti che nella forsennata ricerca dei regali molto spesso un libro può essere la soluzione più efficace. A meno che la persona interessata non sia un lettore accanito e quindi il rischio di doppioni o di non azzeccare titolo, autore, genere giusto diventa altissimo e altrettanto pericoloso.

Ecco allora che un qualsiasi pacchettino di parole magnetiche potrebbe ovviare a tutti questi problemi.

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Classe 1964. Laurea in Architettura, esperto di estetica del giardino. Scrive per giornali, e Blog (Poetarum Silva); si occupa di poesia e critica d'arte. Ha pubblicato un romanzo, racconti e poesie. Gestisce laboratori di scrittura, eventi e progetti artistici nel territorio.
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